Un caldo pomeriggio di agosto abbiamo obbligato padre Raed afermarsi perchè le sue analisi politiche erano sempre più pesanti e minacciose sul futuri che attenda la Palestina. Più di una volta l’abbiamo sentito ripetere ai gruppi di italiani che facevano tappa a Taybeh (Ramallah) le sue fosche previsioni di un inevitabile domani oscuro che ci sta davanti, se non si interviene subito per fermare i propositi di guerra del governo Netanyahu, a cominciare dall’Iran. Dello stesso tenore è la previsione di Immanuel Wallerstein:
In Medio Oriente è in arrivo una tempesta di fuoco per la quale né il governo, né il pubblico degli Stati Uniti sono preparati. Essi non sembrano rendersi pienamente conto di quanto sia vicina all’orizzonte, né di quanto sarà feroce. Il governo Usa (e perciò, quasi inevitabilmente, il pubblico Usa) si sta facendo grosse illusioni sulla sua capacità di gestire la situazione in relazione ai suoi obiettivi dichiarati. Dall’Iraq, la tempesta investirà Afghanistan, Pakistan, Israele-Palestina e «si diffonderà in un baleno». (…)
La fase uno e la seconda fase investiranno e sconvolgeranno l’Iraq, l’Afghanistan e i Paesi vicini. (…) Poi arriverà la fase quattro della tempesta di fuoco: Israele-Palestina. Il mondo arabo osserverà il crollo dei progetti Usa in Iraq, Afghanistan e Pakistan. Il progetto Usa è un accordo di pace tra israeliani e palestinesi. Gli israeliani non hanno alcuna intenzione di arretrare di un solo centimetro. Ma ora non l’hanno nemmeno i palestinesi, e l’avranno ancora meno dopo il resto della tempesta di fuoco. L’unica conseguenza sarà l’enorme pressione che gli altri stati arabi eserciteranno su Fatah e Hamas perché uniscano le proprie forze. Questo avverrà sul cadavere di Mahmoud Abbas – il che potrebbe verificarsi alla lettera. L’intero programma di Obama sarà andato in fumo. E i repubblicani ne approfitteranno. Chiameranno la sconfitta Usa in Medio Oriente «tradimento», e ora è evidente che negli Stati Uniti c’è un ampio gruppo estremamente sensibile a questo tema. O anticipiamo le tempeste di fuoco e facciamo qualcosa di utile, oppure ne saremo travolti.
Il Manifesto 12 settembre 2009
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