Welcome in Bethlehem!
Nessun giornale l’ha raccontato, ma domenica scorsa 12 febbraio, con un blitz di mezzi militari e soldati armati fino ai denti, le forze di occupazione israeliane hanno invaso il piccolo sobborgo a ovest di Betlemme seminando paura e violenza nelle case. Hanno fatto irruzione nelle abitazioni e hanno arrestato due ragazzi di 16 anni, Nidal e Mahmoud.
Welcome in Bethlehem!
I giovani delle tre parrocchie stanno preparando anche quest’anno l’accoglienza dei pellegrini di giustizia che fra pochi giorni arriveranno per le celebrazioni di una pesantissima memoria: dal 2004 i cristiani di Betlemme, Beit Jala e Bet Shaour, cercano di ricordare al mondo quel 1 marzo del 2004, quando veniva portata la prima lastra di cemento del muro di apartheid che continua ad essere costruito in terra palestinese.
Welcome in Bethlehem!
qui si continua a resistere tutti i santi giorni, nonostante il mondo continui a pensare che le uniche “notizie” da Betlemme siano quelle dei lanci delle scope dei cristiani che in Basilica si picchiano tra loro. Ma abuna Mario ci ricorda che dovremmo interessarci anche degli altri “lanci” che avvengono nell’indifferenza: i lanci di missili contro la popolazione di Gaza, il lancio delle minacce ai pescatori prima di sparargli addosso e il lancio di sempre nuovi progetti di colonizzazione in terra palestinese.
Welcome in Bethlehem!
La breccia nel muro di apartheid si allarga ogni volta che arrivano pellegrini “di giustizia” a raccogliere testimonianze sempre più drammatiche che al ritorno a casa diventano concreti contributi alla verità e alla pace. Nei prossimi giorni arriveranno quelli di UN PONTE PER BETLEMME e in agosto, chi ha già fatto un primo viaggio, potrà tornarci per non lasciar soli i beduini del Neghev nei loro villaggi non-riconosciuti (info per partecipare al viaggio unponteperbetlemme@gmail.com )
Welcome in Bethlehem!
La casa di Omar è sempre più schiacciata dal muro in costruzione nel piccolo villaggio di Al Walajeh, a Betlemme. Non era stata inglobata dal muro la sua casa, perchè Omar aveva potuto dimostrare con i documenti che la sua terra era ‘sua’ da prima del ’48. Per questo hanno progettato una follia: un tunnel solo per Omar, sua moglie e i suoi figli, per collegare la sua casa al villaggio. ”Al-Walajeh è un esempio di quello che sta avvenendo in tutta la Palestina: abbiamo perso tutto, siamo minacciati dal muro, dall’espansione di due colonie, da una by-pass road, dalla continua confisca di terre e dalla demolizione di case”. Così ripete, a tutti quelli che passano di là, Shirin Al-Araj, leader della resistenza popolare.
Welcome in Bethlehem!
Anche dalla tua città, anche restando in Italia, potrai ricordarti della sofferenza e della lotta per la liberazione di Betlemme: GIOVEDI 1 MARZO incontrati con chi vuole la pace e prega per la giustizia, come ti sarà possibile. Noi porteremo anche la tua supplica sotto gli ulivi di Beit Jala, dove 58 famiglie attendono che le ruspe abbattano i loro ulivi e si affidano a Dio celebrando la Messa nei loro campi ogni venerdì alle 14.30. (Raccontaci quello che farai nella tua città scrivendolo a unponteperbetlemme@gmail.com )
Welcome in Bethlehem!
Grazie alle suore del Caritas Baby Hospital, il 1 marzo sta diventando una data da segnare sul calendario. Quest’anno scriveremo Welcome in Bethlehem pensando alla piccola Amani che per la sua stessa ostinazione è ritornata a Betlemme. “Era in fin di vita per un problema renale -racconta suor Donatella- e aveva bisogno di dialisi, ma qui in Palestina non c’è nessun centro per la dialisi. Un medico, testardo, ha fatto di tutto perché la bambina venisse trasferita di là. I medici di Gerusalemme avevano detto: ‘Non possiamo fare molto; tentiamo…’. La forza della bambina e la sua volontà di vivere hanno fatto sì che Amani ritornasse da noi al Caritas Baby Hospital con una scatola di cioccolatini e una voglia ancora più grande di vivere e crescere nella sua città, nonostante tutte le ingiustizie subite”.
Lasciamo aperta questa lista di “Benvenuti a Betlemme” in attesa di poter dire Welcome anche a Nidal e Mahmoud, che vorremmo al più presto fuori dal carcere di Ofra e magari poter abbracciare fra pochi giorni mentre sfileremo con le fiaccole il prossimo 1 marzo per le vie della città.
BoccheScucite
15 febbraio, ore 13.30. Riceviamo l’appello di DAOUD dai dintorni di Betlemme.Tragica coincidenza. Non pensavamo che la “lista” evocata nell’Editoriale avesse dovuto purtroppo aggiornarsi proprio mentre stavamo uscendo con BoccheScucite. Aggiornamenti in www.bocchescucite.org
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