36 attivisti arrestati al Ben Gurion

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Friday, 08 July 2011 15:56 Marta Fortunato per l’Alternative Information Center

Attivisti fermati dalla sicurezza israeliana all’aeroporto Ben Gurion (foto al-Jazeera)

Il piano di Israele ha funzionato grazie alla complicità delle compagnie aeree europee. I 600 attivisti internazionali che sarebbero dovuti atterrare oggi all’aeroporto di Tel Aviv per partecipare all’evento “Welcome to Palestine” si stanno confrontando con gli innumerevoli ostacoli posti da Israele.

36 attivisti sono stati arrestati al Ben Gurion, almeno sei sono stati rispediti a casa e centinaia sono ancora bloccati in Europa, mentre l’orario dei loro voli viene posticipato di ora in ora. La partenza è prevista per le 10 di sera, ma non vi è alcuna certezza.

Una lista nera di 342 nomi. Ed una lettera del Ministero degli Interni di Israele indirizzata a tutte le compagnie aeree per chiedere di “non imbarcare i radicali pro-palestinesi” sui voli diretti a Tel Aviv. Questi i mezzi usati da Israele per affrontare quelli che il ministro degli interni ha definito degli “hooligans”. Nella lettera, pubblicata dal quotidiano israeliano The Jerusalem Post, si legge che “a seguito delle dichiarazioni degli attivisti pro-palestinesi in arrivo in Israele per sconvolgere l’ordine e per confrontarsi con le autorità israeliane” è stato deciso di rifiutare loro l’ingresso nel paese.

Invito al quale molte compagnie aeree hanno risposto positivamente, secondo quanto riferito da Israel Radio. Un portavoce della polizia ha riferito al quotidiano israeliano Ynet che “le linee aeree hanno capito che saranno responsabili e dovranno sostenere le spese di tutte quelle persone che arriveranno in Israele e che verranno rispedite nei paesi di provenienza”.

Un centinaio di attivisti sono stati bloccati all’aeroporto Charles de Gaulle (Parigi) dalla compagnia ungherese Malev e da quella tedesca Lufthansa. Altri non sono stati fatti imbarcare negli aerei dell’EasyJet a Genova e Ginevra. Anche l’Alitalia ha bloccato i voli. L’appello lanciato dagli organizzatori palestinesi non è stato ascoltato. In un comunicato stampa diffuso ieri si chiedeva alle compagnie aeree di “non accettare le azioni provocatorie ed illegali e i ricatti del governo israeliano”.

La Francia è preoccupata che vi siano incidenti e scontri tra attivisti e autorità israeliane nel caso in cui i primi raggiungessero la capitale israeliana” ha affermato Bernand Valero, portavoce del ministro degli esteri francesi.

Noi siamo persone pacifiche e non vogliamo sconvolgere l’ordine in Israele” ha dichiarato Olivia Zemour, leader dell’organizzazione euro-palestinese – “l’aeroporto è sotto occupazione israeliana”.

Sophia Deeg, coordinatrice tedesca degli attivisti ha aggiunto: “molti dei partecipanti sono famiglie o persone anziane che non sono mai state in Palestina. Il loro intento è solo quello di mettere in luce la forte restrizione della libertà di movimento che è in vigore in Palestina”.

Scopo principale di questi uomini, donne e bambini in viaggio verso la Palestina è quello di fornire un supporto morale a questo popolo che da troppi anni vive sotto occupazione. I partecipanti avevano deciso di comune accordo di non avere niente da nascondere e di informare le autorità israeliane della loro volontà di recarsi immediatamente in Cisgiordania dopo l’arrivo al Ben Gurion.

Ipotesi che il democratico stato di Israele non contempla. Le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dalle più alte cariche israeliane si stanno traducendo in azione: arresti e rimpatri sono ora in corso all’aeroporto di Tel Aviv.

 

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