Acqua per un popolo solo: apartheid israeliana in Palestina

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Israele confisca a favore dei coloni l’89% delle risorse idriche nei Territori Palestinesi Occupati. Appello alle Ong internazionali: sfidate l’occupazione.

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 venerdì 17 maggio 2013 11:53

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di Al HaqRamallah, 17 maggio 2013, Nena News – L’associazione palestinese per i diritti umani Al Haq ha pubblicato lo studio “Acqua per un popolo solo: accesso discriminatorio e ‘Water-Apartheid’ nei Territori Palestinesi Occupati“, che dimostra come le politiche e le pratiche israeliane connesse alle risorse idriche nei TPO possano essere definite sistema di apartheid. Si deve parlare di apartheid a causa dei disumani atti commessi contro i palestinesi a cui è impedito l’accesso all’acqua nei Territori Occupati, atti sistematici in un contesto di regime istituzionalizzato che ha l’intento di creare e mantenere il dominio israeliano sulla popolazione palestinese.

Se gli Accordi di Oslo garantivano ampio accesso alle risorse idriche nei Territori Occupati, i palestinesi oggi godono delle proprie risorse naturali in misura minima. La popolazione si è vista ridurre l’accesso all’acqua dai 118 milioni di metri cubi l’anno previsti da Oslo ai 98 milioni del 2010 – una riduzione di quasi il 20%. Nello stesso periodo, il numero di coloni israeliani in Cisgiordania è aumentato raggiungendo il mezzo milione: i coloni consumano 6 volte l’ammontare d’acqua previsto per fini domestici dei 2.6 milioni di palestinesi residenti.

Tale discrepanza è ancora maggiore se si tiene conto dell’acqua utilizzata per l’agricoltura. Seppure l’area della falda montana si trova in Cisgiordania, le estrazioni israeliane ammontano all’89% delle risorse idriche, che vanno a rifornire i coloni israeliani e gli israeliani residenti in Israele. Di conseguenza, i palestinesi sono costretti a comprare acqua dalla compagnia israeliana Mekorot per soddisfare un terzo dei loro bisogni idrici, trasformando così Mekorot nell’unico fornitore d’acqua in Cisgiordania.

Commentando lo studio, Shawan Jabarin, direttore generale di Al Haq ha detto: “Non solo Israele continua a fare profitto dell’occupazione dei Territori, ma ha imposto un sistema di water-apartheid. È una pratica che assoggetta la popolazione palestinese e garantisce che l’unico possibile sviluppo sia quello delle colonie residenziali ed agricole“.

Nell’obiettivo di paralizzare lo sviluppo delle infrastrutture idriche palestinesi, Israele ha attivamente impedito la costruzione e il mantenimento di una rete idrica nei Territori Occupati. Ciò è stato realizzato attraverso il regime illegale di embargo imposto alla Striscia di Gaza e attarverso il sistematico rifiuto di emettere permessi di costruzione in Cisgiordania. Ogni struttura idrica costruita senza il permesso delle autorità israeliane – permessi virtualmente impossibili da ottenere – è a rischio di demolizione, anche se finanziata dalla comunità internazionale o da donatori stranieri.

Le agenzie umanitarie e di sviluppo che operano nei Territori Occupati potrebbero giocare un ruolo importante nel fare pressioni su Israele perché ponga fine alle pratiche illegale di distruzione estensiva delle infrastrutture idriche palestinesi. Per migliorare strutturalmente l’accesso all’acqua, le agenzie dovrebbero sistematicamente sfidare il regime discriminatorio dei permessi israeliano rifiutando di collaborare con Israele e portando avanti progetti senza permessi, perché parte delle violazioni israeliane.

Le politiche e le pratiche israeliane in merito alle risorse idriche nei TPO violano gravemente le norme del diritto internazionale, compresi il diritto all’autodeterminazione e il divieto all’appropriazione di proprietà altrui, e rappresentano esempi di colonialismo e apartheid vietati dal diritto internazionale. Alla luce di tali gravi violazioni, le autorità israeliane devono interrompere subito le politiche illegali e garantire ai palestinesi i diritti di sovranità, compreso quello alle risorse naturali.

Al fine di assicurare ai palestinesi tali diritti, l’accesso, l’uso e l’allocazione delle risorse idriche non deve essere determinato dal potere dominante, ma deve rispettare e seguire le normative del diritto internazionale. Nena News

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=74872&typeb=0&Acqua-per-un-popolo-solo-apartheid-israeliana-in-Palestina

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