admin | November 21st, 2011 – 10:36 am
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E’ iniziato il terzo giorno della battaglia di Tahrir. Dopo una pausa notturna, in cui i ‘ragazzi di Tahrir’ hanno tenuto la piazza, stamattina si rincorrono su twitter le notizie di un possibile nuovo attacco entro breve da parte della polizia. La notte era trascorsa tutto sommato senza grandi sorprese, tra un attacco e un tenativo di mediazione da parte dell’imam della moschea Omar Makram (quella a lato del ministero degli interni). A giudicare dai messaggi su twitter, per i due giorni precedenti il cuore dello scontro per la tenuta della piazza è stato soprattutto a lato della vecchia sede dell’American University (correggetemi se sbaglio, voi che siete al Cairo…).
E’ evidente che siamo alla resa dei conti. La questione elettorale, in questo caso, è veramente secondaria. Che ci siano o non ci siano le elezioni tra una settimana, la posta in gioco è altra, e ben più alta. E’ in gioco in destino della rivoluzione del 25 gennaio. Ed è per questo che, oramai da mesi, inascoltati, i ‘ragazzi di Tahrir’ si sono concentrati sul passaggio dei poteri dai militari ai civili. Al shab yurid isqat al mushir, il popolo chiede che se ne vada il capo del Consiglio Militare Supremo, generale Mohammed Hussein al Tantawi, ex ministro della difesa sotto Mubarak, da vent’anni ai vertici delle forze armate, vero gattopardo del regime precedente.
Al shab yurid isqat al mushir, gridano quelli che stanno difendendo Tahrir e la rivoluzione. Chi sono, quelli che sono in piazza? Ve lo dico al prossimo post, tra poco. Intanto, vi anticipo solo che sono gli stessi del 25 gennaio. Nessun provocatore, nessun pazzo. Sono gli stessi che avete applaudito dieci mesi fa.
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