Al via campagna per la difesa degli alberi di ulivo dagli attacchi dei coloni

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Tuesday, 04 October 2011 07:14 Emma Mancini (Alternative Information Center)

Una campagna contro la distruzione degli alberi di ulivo, primaria fonte di ricchezza per i contadini palestinesi, è stata lanciata ieri dal Palestinian Agricultural Relief Committees. L’obiettivo è proteggere la Cisgiordania, nella fondamentale stagione della raccolta, dagli attacchi sempre più frequenti dei coloni.

Gli ultimi mesi hanno visto un’impennata delle violenze dei coloni israeliani contro le terre agricole palestinesi, in particolare contro gli alberi di ulivo, millenario simbolo di una terra contadina. Un’escalation preoccupante che ha spinto l’organizzazione a muoversi in tempo per evitare la distruzione del raccolto, fonte di sostentamento per moltissime famiglie palestinesi.

Il Palestinian Agricultural Relief Committes ha per questo annunciato che organizzerà gruppi di volontari da inviare nei campi di ulivo, al fine non solo di aiutare i contadini nella raccolta, ma anche di proteggerli dagli attacchi dei coloni: incendi e sradicamenti sono all’ordine del giorno da mesi, con un peggioramento a settembre dovuto alla campagna ufficiosa lanciata dai coloni israeliani, “Price tag”, una sorta di vendetta contro le demolizioni compiute dall’esercito israeliano in alcuni outpost illegali in Cisgiordania.

“Raccogliere le olive sarà una forma di resistenza popolare”, ha spiegato ieri l’organizzazione che ha invitato palestinesi e attivisti internazionali ad unirsi alla campagna a sostegno dei contadini. In particolare, i volontari verranno impiegati nella raccolta delle olive nei terreni vicino al Muro di Separazione con Israele, dove a sradicare gli alberi e a calpestare la primaria fonte economica di molti villaggi sono le autorità di Tel Aviv.

La costruzione del Muro è diventata la scusa utilizzata dal governo israeliano per confiscare terre palestinesi, tagliandole fuori dai villaggi: i proprietari hanno così perso la possibilità di lavorare le proprie terre o sono costretti a chiedere permessi per accedere ai loro appezzamenti. Nel 2010, il Ministero dell’Agricoltura dell’Autorità Palestinese ha calcolato che circa il 4.3% degli alberi di ulivo palestinesi sono oggi inaccessibili ai proprietari, perché finiti dentro lo Stato di Israele dopo la costruzione del Muro. Un percorso che ha mangiato terra palestinese, considerato illegale dalla Corte Internazionale di Giustizia già nel 2004.

E se non è il Muro, sono le violenze dei coloni. Solo nell’ultima settimana sono stati centinaia gli alberi distrutti nelle aggressioni perpetrate contro i palestinesi residenti in Cisgiordania. Violenze che spesso si verificano sotto gli occhi dell’esercito israeliano che non fa nulla per impedire una vergognosa devastazione.

Ecco alcuni degli episodi verificatesi solo nella settimana appena trascorsa. Domenica 2 ottobre, alcuni coloni hanno vandalizzato i villaggi di Nabi Saleh e Deir Nidham, nel distretto di Ramallah: distrutte decine di ulivi. Lo stesso giorno 45 alberi di ulivo sono stati sradicati nei villaggi di Al Khalla e Qattan Al Soura, a Sud di Nablus. Sabato primo ottobre coloni israeliani provenienti da Yitzhar, a Nord di Nablus, hanno dato fuoco a dozzine di acri di terra e sradicato circa 200 alberi di ulivo nei villaggi di Hawwara e Ein Nablus. Mercoledì 28 settembre 40 ulivi sono stati distrutti in un attacco vicino alla città di Hebron, nel villaggio di Shuweikeh.

E infine, è di ieri la notizia dell’invasione del villaggio di Al Walaje, nel distretto di  Betlemme, da parte dell’esercito israeliano. I soldati hanno scortato dentro il villaggio i bulldozer militari che hanno cominciato a livellare terre agricole per la costruzione del Muro di Separazione. Sono andati distrutti un ulivo secolare e decine di alberi di fico.

http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/settlers-violence/3189-al-via-campagna-per-la-difesa-degli-alberi-di-ulivo-dagli-attacchi-dei-coloni

 

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