adminSito venerdì 28 settembre 2012 08:48
In corso una nuova offensiva dei ribelle sunniti nella seconda citta’ del paese. Ancora un allarme profughi lanciato dall’Unhcr.
Roma, 28 settembre 2012, Nena News – Continua nel nord della Siria quella che le milizie dell’opposizione armata al regime di Bashar Assad definiscono l’«assalto finale» alla città di Aleppo, la seconda del paese, al centro da mesi di intensi combattimenti. «Aleppo sarà nostra o noi saremo sconfitti», ha detto Abou Fourat, ufficiale disertore e uno dei comandanti della brigata islamista al-Tawhid, vicina ai Fratelli musulmani.
Dalla citta’ arrivano notizie frammentarie. Ieri sera i sapeva soltanto che c’erano scontri in molti quartieri della citta’ e che l’artiglieria governativa stava martellando le posizioni nemiche. Lo scorso luglip, dopo un’offensiva coronata da un iniziale successo, i miliziani si erano ritirati dal centro di Aleppo e attestati su posizioni più periferiche.
Sempre ieri jet siriani hanno colpito la periferia della località libanese di Arsal, nel nordest del Paese dei Cedri e al confine con la Siria, in quello che è il secondo attacco aereo siriano che sconfina in Libano da inizio mese. Lo riferisce l’edizione online del quotidiano libanese The Daily Star, che cita una fonte della sicurezza locale. Non si hanno notizie di vittime.
Sei missili, si legge, hanno colpito diversi obiettivi nella zona di Khirbet Dawoud, in territorio libanese. L’operazione è scattata dopo la visita nelle zone di confine tra Libano e Siria, nella Valle della Bekaa, del coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il Libano, Derek Plumbly, per una valutazione delle condizioni in cui si trovano i rifugiati siriani. La zona di Arsal è considerata un punto nevralgico per il traffico di armi verso la Siria.
Intanto l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) stima che circa 700 mila siriani potrebbero lasciare il paese entro la fine dell’anno a causa dei combattimenti in corso tra le forze ribelli e l’esercito regolare. Sono quasi 300 mila quelli che già sono scappati dalla guerra, trovando rifugio nella gran parte dei casi nei campi profughi allestiti in Libano, Giordania e Turchia. A questo proposito l’Unhcr chiede 500 milioni di euro alla comunità internazionale per fronteggiare l’emergenza umanitaria. Nena News
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