Nel pomeriggio di lunedì 11 ottobre, un bulldozer dell’esercito israeliano ha danneggiato il terreno di proprietà del contadino palestinese Raed Taqatqa del villaggio di Bait Fajjar, a sud di Betlemme. Subito dopo aver spianato la terra i soldati hanno portato ed eretta una casa mobile, perché venga utilizzata, a quel che sembra, dai coloni. Il terreno è situato nei pressi della strada principale che collega il villaggio con Alma’sara e con Om Salamouna, due villaggi vicini verso nord. Secondo Taqatqa, in precedenza questo terreno era bersaglio dei coloni, ma lui aveva potuto sottoporre il caso alla Corte Suprema di Israele, la quale aveva stabilito che lui era il padrone del terreno e che poteva quindi lavorarlo e mettervi delle piante.
In questi ultimi giorni, Taqatqa ha notato che dei coloni venivano di continuo a vedere il luogo, poi, lunedì, l’esercito ha spianato il terreno e trasportato il caravan. Ha tentato di entrare nella sua proprietà come di diritto, ma i soldati di guardia al caravan lo avevano bloccato. Secondo fonti locali del villaggio, sembra che i coloni vogliano costruirvi un nuovo avamposto. Questo si è verificato solo il giorno dopo, la mattina di domenica 10 ottobre, quando 200 coloni israeliani armati hanno cominciato a costruire un avamposto sui terreni agricoli del villaggio di Al-Khader. I coloni hanno costretto la famiglia Ghnaim ad andarsene dalla loro terra e hanno usato i bulldozer per cominciare a scavare. Il villaggio è situato 5 chilometri a ovest di Bethlehem nella West Bank, e il luogo del nuovo avamposto è molto vicino alla colonia di Neve Daniel, che è a sud del villaggio. Non è chiaro se i coloni hanno intenzione di mettersi a costruire un nuovo avamposto o di espandere la colonia preesistente. Al-Khader, come molte altre località della zona, ha già perso diverse migliaia di dunam di terreno agricolo in occasione della costruzione del Muro israeliano, per il quale vennero utilizzati i terreni dello storico villaggio, separando gli agricoltori dalle loro terre. I residenti ora possono accedere alle proprie terre espropriate solo con un permesso rilasciato dall’autorità militare israeliana.
La costruzione della colonia ha avuto inizio immediatamente dopo lo scadere del congelamento delle colonie, avvenuto due settimane fa. Dato che i coloni hanno ripreso le loro attività di edificazione in modo aggressivo, probabilmente si verificheranno ulteriori furti di terre e atti di violenza contro le comunità palestinesi locali.
Associazione di Amicizia Italo-Palestinese, 31 Ottobre 2010
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