ANALISI / Così l’Iran sta portando uomini e armi in Siria e Libano per affrontare Israele

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21 SET 2012

 Una fase delle esercitazioni a sorpresa nel Golan da parte dell’esercito israeliano (foto Idf)

Avevano considerato anche l’ipotesi più estrema: spedire i caccia a bombardare i tre aerei in volo. Bastava soltanto l’ok del premier Benjamin Netanyahu. Ma quell’ok non è mai arrivato. Nessuno poteva davvero giurare su cosa ci fosse dentro quei velivoli in quel preciso istante: armi o civili inermi? «Era la tipica situazione 51-49», racconta un giornalista israeliano che ha avuto informazioni di prima mano. «E comunque, anche se ci fossero stati solo militari e armi, Teheran avrebbe fatto passare la cosa come attentato d’Israele contro voli civili per infiammare il mondo islamico e scatenare la guerra».

La notizia è che ci sono due Boeing 747 – uno dell’Iran Air con numero EP-ICD, l’altro di Mahan Air con l’identificativo EP-MNE – e un altro aereo della Yas Air (altra compagnia iraniana) che da giorni viaggiano tra l’Iran e la Siria, sorvolando lo spazio aereo iracheno tra Mosul e Kirkuk e spesso spengono qualsiasi dispositivo di tracciamento. Quei tre aerei civili della Repubblica islamica da mesi non trasportano più passeggeri o turisti. Spediscono uomini dell’esercito dei pasdaran e munizioni per il regime siriano di Assad.

Fonti da Gerusalemme spiegano che il più attivo tra i velivoli, da ormai un anno, è quello della Yas Air. Si tratta di un Ilyshin IL-76TD con marchio EP-GOL. La sua base è lo scalo Mehrabad di Teheran. E ogni settimana, da ottobre 2011, compie almeno tre voli settimanali verso l’aeroporto di Aleppo. Trasporterebbe di tutto. Munizioni, in particolar modo, e granate.

Le fonti locali, in Iran, avevano raccontato tutto questo al Mossad già ad aprile. E il Mossad aveva deciso di monitorare la situazione. Scoprendo che, sì, con cadenza praticamente giornaliera in Siria arrivavano uomini delle Guardie rivoluzionarie di Teheran e decine di tonnellate di armi per rafforzare i lealisti di Damasco.

Due settimane fa la conferma delle agenzie d’intelligence europee – compresa quella italiana – sulla vera missione di quei tre bolidi dei cieli. Quindi il dossier riservato è piombato al Palazzo di Vetro, a New York, dove ora gl’israeliani vogliono discutere. E cercare di spingere l’Iran all’angolo.

«Gli iraniani hanno cambiato modus operandi», scrive il dossier. «I velivoli di Teheran volano praticamente ogni giorno verso la Siria trasportando uomini delle Guardie rivoluzionarie e decine di tonnellate di armi per rafforzare l’arsenale dell’esercito di Assad e combattere al meglio la milizia dei ribelli».

 Una fase delle esercitazioni a sorpresa nel Golan da parte dell’esercito israeliano (foto Idf)

Le conclusioni europee sono le stesse del Mossad. Tranne che per gli obiettivi. Perché se nel Vecchio Continente pensano che il tentativo di Ahmadinejad sia quello di far durare il più possibile il regime siriano, a Gerusalemme sono convinti che il tutto serva soltanto a preparare l’offensiva ad Israele da più fronti. Uno di questi dovrebbe essere proprio la Siria. L’altro – ne sono convinti di analisti del Mossad – non potrà che essere il Libano. Del resto è stato Mohammed Ali Jafari, capo delle Guardie rivoluzionarie armate dell’Iran, a sostenere pubblicamente : «I nostri uomini stanno fornendo supporto logistico non-militare alla Siria e al Libano». Quelle parole sono state smentite, il giorno dopo, dal ministro degli Esteri di Teheran. Ma la smentita, secondo Gerusalemme, è stata soltanto una seconda conferma.

E mentre nel governo sta dando buoni frutti la minaccia del premier Netanyahu di sottoporre alla macchina della verità i funzionari e i ministri così da capire chi sia la gola profonda che fornisce notizie riservate ai giornalisti, l’esercito dello Stato ebraico questa settimana ha richiamato tutti i riservisti per una maxi-esercitazione militare non prevista nelle Alture del Golan. Guarda caso l’area da dove, secondo il Mossad, potrebbero tentare di attaccare iraniani, siriani e libanesi di Hezbollah. E guarda caso, la stessa area – con una delle stesse brigade, la famosa Golani – dove anche la scorsa settimana si erano addestrati centinaia d’israeliani con la divisa.

«È ovvio che l’Idf, l’esercito ebraico, sta cercando di tenere in forma i suoi uomini», hanno spiegato alcuni analisti ai giornali israeliani. Lasciando intendere che, se l’andazzo dovesse essere questo, una guerra con l’Iran diventerebbe inevitabile.

© Leonard Berberi

http://falafelcafe.wordpress.com/2012/09/21/analisi-cosi-liran-sta-portando-uomini-e-armi-in-siria-e-libano-per-affrontare-israele

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