Angela Davis e il premio revocato. Un’intervista da seguire – di Paola Caridi

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Ho passato un’ora ad ascoltare Angela Davis, ed è stata un’ora rara per la densità di quello che l’icona dell’attivismo nero americano ha detto su antisemitismo, razzismo, BDS, giustizia sociale e civile.

Studiosa di altissimo livello, professoressa emerita all’Università di California Santa Cruz, allieva di Theodor Adorno, Angela Davis è al centro di una polemica durissima per la decisione del Birmingham Civil Rights Institute (BCRI) di revocarle (con una breve e anodina telefonata, ha raccontato dr. Davis) il premio che le era stato assegnato già lo scorso settembre.

Un premio importante, dedicato a Fred Shuttleworth, noto attivista per i diritti civili di Birmingham, la città dell’Alabama in cui Angela Davis è nata e cresciuta.

La revoca è stata decisa, secondo una procedura ancora confusa, dal comitato direttivo dell’istituto, dopo le pressioni di alcune associazioni ebraiche. In pochi, forse, si attendevano però un boomerang di tali proporzioni. un vero e proprio terremoto.

Il sostegno ad Angela Davis è stato corale, nazionale: 350 accademici hanno firmato una lettera del Jewish Voice for Peace contro la decisione del BCRI, centinaia le telefonate e le prese di posizione.

Il sindaco di Birmingham ha reso pubblica una durissima dichiarazione contro i vertici del BCRI, chiedendo conto e ragione della procedura seguita. Tre membri del board si sono già dimessi e la serata di gala del 16 febbraio è stata annullata.

L’appuntamento del 16 febbraio con Angela Davis a Birmingham è stato, invece, confermato: sarà nella sua città natale invitata da associazioni di base che si sono immediatamente dissociate dalla decisione del BCRI e, anzi, stanno organizzando eventi in città per parlare di quello che è successo.

Angela Davis, nel frattempo, sottolinea come sia stata messa in campo una strategia contro l’attivismo nero di sostegno alla giustizia per i palestinesi, contro l’occupazione e la segregazione dei palestinesi.

Dopo l’attacco a Marc Lamont Hill, ora è toccato ad Angela Davis. Con ben altre conseguenze. Mentre il professore della Temple University ha perso il suo contratto con la CNN per le accuse di antisemitismo, Angela Davis esce rafforzata da quello che tutti considerano un affronto all’icona dell’attivismo per i diritti civili negli USA.

E il suo caso diventa un modo per discutere, in una dimensione pubblica, di razzismo, antisemitismo, diritti civili, boicottaggio.

Chi ha tempo e voglia, ascolti Angela Davis su Democracy Now. Avevo avuto la fortuna di sentirla al congresso della Middle East Studies Association, un anno fa a Washington. In questa intervista Angela Davis è stata addirittura più incisiva.

 

Angela Davis e il premio revocato. Un’intervista da seguire – di Paola Caridi

Angela Davis e il premio revocato. Un’intervista da seguire

 

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