Appello Onu per indagini su ragazzi palestinesi uccisi da Israele

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Michele Giorgio, GERUSALEMME

 

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Palestina. Dopo il filmato diffuso da Defence for Children International anche gli Usa chiedono chiarezza sull’uccisione il 15 maggio a Ofer di Nadim Nuwara e Muhammah Abu al Thahir, di 15 e 17 anni

Israele ha messo in dub­bio l’autenticità del fil­mato distri­buito da Defence for Chil­dren Inter­na­tio­nal (Dci) — e dif­fuso dai media inter­na­zio­nali, incluso il New York Times — che mostra l’uccisione, di fatto a san­gue freddo, di due ragaz­zini pale­sti­nesi il 15 mag­gio a Ofer (Ramal­lah) durante le com­me­mo­ra­zioni della Nakba. Auten­ti­cità di cui non dubita il resto del mondo visto che per­sino gli alleati ame­ri­cani, per bocca della por­ta­voce del Dipar­ti­mento di Stato, Jen Psaki, hanno fatto sapere che «seguono da vicino» gli svi­luppi della vicenda e si aspet­tano da Israele un’indagine «spe­dita e tra­spa­rente» sulla morte di Nadim Nuwara e Muham­mah Abu al Tha­hir, di 15 e 17 anni, col­piti men­tre non rap­pre­sen­ta­vano alcun peri­colo per i sol­dati. Il secondo, anzi, dava loro le spalle. Una ulte­riore ferma rispo­sta alle “per­ples­sità” dei comandi israe­liani, secondo i quali i due ragazzi uccisi sta­vano lan­ciando pie­tre (che sem­pre pie­tre sono, mica bombe), è giunta anche da Sarit Michaeli, del cen­tro israe­liano per i diritti umani nei Ter­ri­tori occu­pati “B’Tselem, che ha comu­ni­cato che esi­stono fil­mati di quat­tro diverse tele­ca­mere, per 12 ore com­ples­sive. Anche Oscar Fer­nan­dez Taranco, un assi­stente del Segre­ta­rio gene­rale dell’Onu Ban ki-moon, ha fatto appello ad Israele affin­chè com­pia un’indagine appro­fon­dita e veri­fi­chi il com­por­ta­mento delle sue forze armate, dicen­dosi pre­oc­cu­pato dalle infor­ma­zioni ini­ziali «che mostrano come i due pale­sti­nesi uccisi fos­sero entrambi disar­mati e non rap­pre­sen­ta­vano una minac­cia diretta».

Tel Aviv invece con­ti­nua a par­lare di imma­gini mani­po­late, afferma che i sol­dati impe­gnati quel giorno a Ofer non hanno uti­liz­zato muni­zioni vere, ma solo pro­iet­tili rive­stiti di gomma e lacri­mo­geni. Dichiara di non essere nem­meno in grado di sta­bi­lire con asso­luta cer­tezza che negli scon­tri siano effet­ti­va­mente morti due ado­le­scenti pale­sti­nesi. Ma B’Tselem avva­lora la denun­cia del Dci e con­ferma in pieno, a dispetto delle smen­tite, l’uso di pro­iet­tili veri che oltre a cau­sare la morte dei due gio­vani, ne avreb­bero ferito almeno altri due. Il cen­tro israe­liano per i diritti umani parla di spari ad altezza uomo e di omi­cidi “inten­zio­nali” ed esige accer­ta­menti indi­pen­denti per fare luce fino in fondo.

Qual­cosa si muove. Certo non ser­virà a resti­tuire due ragazzi a madri deva­state dal dolore, ma final­mente qual­cosa si sta muo­vendo sul piano inter­na­zio­nale. Non per i media ita­liani che in que­sti giorni si occu­pano di Israele e Ter­ri­tori occu­pati solo per rife­rire dei pre­pa­ra­tivi della visita di papa Fran­ce­sco in Terra Santa, a con­ferma della gene­rale indif­fe­renza che regna nei con­fronti delle ucci­sioni di pale­sti­nesi, in gran parte dei casi civili inno­centi. Eppure la ten­denza a spa­rare con troppa faci­lità dei sol­dati israe­liani è stata ben docu­men­tata di recente da Amne­sty Inter­na­tio­nal. In un rap­porto pub­bli­cato a feb­braio dal titolo “Trig­ger Happy”, gril­letto facile, l’organizzazione per i diritti umani aveva accu­sato Israele di aver ucciso decine di civili pale­sti­nesi in Cisgior­da­nia negli ultimi tre anni «in disprezzo della vita umana…quando non rap­pre­sen­ta­vano una minac­cia imme­diata e diretta per i sol­dati israe­liani». Pro­prio come mostrano le imma­gini fil­mate, cir­co­late in rete nelle ultime ore, sull’uccisione a Ofer dei due ado­le­scenti. Il rap­porto pre­sen­tava in par­ti­co­lare le prove del ripe­tersi di inci­denti mor­tali e di ucci­sioni ingiu­sti­fi­cate di civili e cri­ti­cava Israele «per non aver con­dotto inda­gini indi­pen­denti sod­di­sfa­centi per gli stan­dard inter­na­zio­nali» allo scopo di garan­tire l’impunità alle sue forze armate. Amne­sty ha peral­tro invi­tato gli Stati Uniti, l’Unione euro­pea e il resto della comu­nità inter­na­zio­nale a sospen­dere tutte le for­ni­ture di muni­zioni, armi e altre attrez­za­ture mili­tari a Israele.

«Con­dan­niamo nei ter­mini più fermi pos­si­bili la deli­be­rata ese­cu­zione dei due ado­le­scenti», ha pro­te­stato Hanan Ash­rawi del Comi­tato ese­cu­tivo dell’Olp. «Il ricorso a pro­iet­tili veri con­tro dimo­stranti non vio­lenti pale­sti­nesi – ha denun­ciato — costi­tui­sce un cri­mine di guerra ed un cri­mine con­tro l’umanità secondo la legge internazionale».

 

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