Ariel Sharon ha ottenuto il condono per i crimini di guerra perché era bianco?

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REDAZIONE 15 GENNAIO 2014

 
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di Juan Cole

 

14 gennaio 2014

 

E’ una cosa vergognosa che il Vice presidente Joe Biden debba essere presente oggi al funerale di Ariel Sharon, dato che l’ex primo ministro israeliano è stato chiaramente colpevole di un mucchio di crimini di guerra. Deve essere ritenuto responsabile di gran parte dell’instabilità del Medio Oriente. Dal momento che un tipo  di crimini di guerra arriva a equipararsi a crimini contro l’umanità, è possibile che se fosse stato processato, è la seconda accusa che sarebbe stata considerata appropriata.

Sarebbe esattamente come mandare il Vice presidente Biden ad assistere al funerale del Primo ministro e icona dell’apartheid P.W. Botha (morto nel 2006). Era anche “discusso”, come la stampa degli Stati Uniti definisce Sharon (“discusso” è apparentemente la parola in codice che equivale a “ha commesso crimini di guerra”).

Ha anche combattuto per il suo paese nel senso che lui dava a quella espressione (cioè, per gli interessi degli Afrikaner, come Sharon aveva sostenuto quelli degli ebrei israeliani. Botha aveva ordinato azioni militari transnazionali in Angola e altrove, combattendo il “terrorismo” dei movimenti africani di liberazione. Ha tenuto in carcere Nelson Mandela ritenendolo comunista e terrorista. Botha era contrario al governo della maggioranza nera e sosteneva tutte i distretti abitati da bianchi, proprio come Sharon aveva promosso le colonie di soli ebrei nella Cisgiordania palestinese.

Il problema è come mai Sharon riceve ancora onori internazionali quando altri leader colpevoli di analoghe violazioni della legge internazionale sono stati ricusati o perfino incriminati presso la Corte Penale Internazionale (ICC, International Criminal Court)

Un leader etiopico, per esempio, ha accusato la ICC a L’Aia, di fare un “safari africano” sostenendo che il 99% dei leader incriminati per crimini di guerra dall’ICC erano africani.

Il presidente Obama non ha visitato il Kenya durante il suo viaggio in Africa precisamente perché il presidente Uhuru Kenyatta era stato incriminato all’ICC.

Lo Statuto di Roma che stabilisce la Corte Penale Internazionale è entrato in vigore  nel 2002. L’ICC ha la sue sede a L’Aia, in Olanda, ma può riunirsi dovunque. Circa 122 paesi sono diventati  stati parte della Corte.

Visibilmente, gli Stati Uniti, Israele e il Sudan sono tra i pochi paesi che hanno semplicemente ignorato del tutto lo Statuto di Roma, e hanno annunciato che non sarebbero stati parte dell’ICC (non hanno ratificato il trattato, n.d.t.). Dal momento che la corte può incriminare e condannare per crimini di guerra, sembra chiaro che il rifiuto di entrarvi è un segno dell’intenzione di  commetterli   e un desiderio di impunità.

L’ICC non può praticamente occuparsi del caso di un leader il cui paese non abbia  firmato e ratificato lo statuto. L’unico meccanismo per cui la Corte può intervenire negli stati non firmatari è se il Consiglio di Sicurezza dell’ONU invia il caso individuale all’ICC. Questo è stato fatto nel caso di Muammar Gheddafi.

La Siria, per esempio, non è un paese firmatario. Il suo presidente, Bashar al-Assad è colpevole di così tanti crimini di guerra, che certamente potrebbe essere dichiarato colpevole di crimini contro l’umanità, se venisse processato. Ma il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non può inviare il suo caso all’ICC perché la Russia e la Cina mettono il veto a qualsiasi passo del genere.

Anche Ariel Sharon, come ho detto prima, avrebbe potuto essere dichiarato colpevole. Ma proprio come la Russia e la Cina  hanno aiutato indirettamente  al-Assad, così gli Stati Uniti non avrebbero mai permesso al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di inviare il caso di Sharon all’ICC. In effetti questo succede anche per qualsiasi leader israeliano colpevole di crimini di guerra.

E quindi il solito argomento di conversazione della propaganda hasbara*, cioè che Israele  è considerata a un livello superiore rispetto agli “arabi”, in questo caso non si può applicare. E’ il contrario. Gheddafi è stato mandato all’ICC, ma Sharon no. La mia ipotesi è che Sharon era responsabile di morti più illegali rispetto a Gheddafi.

Alcuni tribunali in alcune nazioni hanno rivendicato occasionalmente una giurisdizione universale. Per un po’ negli anni ’90 e nei primi anni del 2000, il Belgio aveva una legge del genere. Era stata revocata nel 2003 perché la legislatura la percepiva come diplomazia belga intorbidita. Durante il periodo in cui era in atto, la legge era stata usata contro il dittatore del Chad Hissene Habre e contro Ariel Sharon. Il caso Sharon è stato respinto dalla Corte Internazionale di Giustizia che deliberava che gli ex leader importanti non possono essere processati da tribunali di un’altra nazione. Possono essere processati soltanto dalla stessa ICC o da tribunali nei loro paesi. Una corte d’appello belga ne ha convenuto. Invece, Habre, il cui  caso  è continuato dopo la revoca della giurisdizione universale, è stato condannato. E’ agli arresti domiciliari in Senegal e il Belgio ha ripetutamente cercato la sua estradizione.

Perché quindi il caso di Sahron è stato respinto in Belgio, mentre il caso Habre ha avuto come risultato una condanna? Perché Gheddafi è stato incriminato dall’ICC ma Sharon non lo hanno potuto incriminare?

Molti intellettuali africani sono stati disturbati dall’apparente propensione a perseguire leader africani in tribunali internazionali per crimini di guerra, mentre leader colpevoli di crimini analoghi  ( non parliamo necessariamente di grandezza) in altre parti del mondo, se la sono scampata.

Sembrerebbe che Ariel Sharon sia il referto A per la giustizia in questo caso. Ci sono chiaramente due pesi e due misure (cosa che peraltro è visibile riguardo ad Assad).

Alla fine, tuttavia, il problema per il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non sembra essere la razza, come suggeriscono spesso i critici africani. (Se la razza abbia avuto un ruolo negli esiti diversi dei casi di Habre e Sharon, non lo  so). E’ piuttosto una questione di vedere se un paese viene percepito come utile in campo geopolitico dai vincitori della II Guerra mondiale nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU. La Siria è utile per la Russia e per la Cina, Israele per gli Stati Uniti.

E’ degno di nota il fatto che durante la guerra tra Iran e Iraq, gli Stati Uniti abbiano protetto anche Saddam Hussein da qualsiasi indagine del Consiglio di Sicurezza dell’ONU riguardo al suo uso di armi chimiche contro l’Iran. L’amministrazione Reagan voleva che venisse contenuto l’Iran dell’Ayatollah Komeini che era anti-americano, e Saddam era utile in questo tentativo. L’uso delle armo chimiche era secondario.

Presumibilmente, se qualche paese dell’Africa Nera diventasse importante per il potere militare e politico americano, Washington  avrebbe aperto la strada anche al suo leader.

Quello che dovrebbe essere chiaro è che il mondo non può permettersi di avere due pesi e due misure, né per Israele né per la Siria. Se dobbiamo venir fuori dalla giungla, dobbiamo avere una norma giuridica negli affari internazionali e anche in campo nazionale. L’impunità per i criminali di guerra serve soltanto  a incoraggiare i crimini di guerra.

 

 

 

*http://www.cloroalclero.com/?p=6343

 

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

 

www.znetitaly.org

 

Fonte: http://www.zcommunications.org/did-ariel-sharon-get-a-pass-on-war-crimes-because-he-was-white-by-juan-cole

 

Originale: Informed Comment

 

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Traduzione © 2013  ZNET Italy – Licenza Creative Commons  CC  BY – NC-SA  3.0

 

Ariel Sharon ha ottenuto il condono per i crimini di guerra perché era bianco?

http://znetitaly.altervista.org/art/13868

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