Assedio a Latakia, oltre 27 morti “Siamo bersagliati da terra e mare”

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Seconda giornata di scontri nella città siriana, dove da ieri sono intervenute unità della marina con i loro cannoni. Il porto della città è da decenni controllato direttamente e indirettamente da Jamal al Assad, zio del presidente Bashar. Si combatte anche a Homs: “L’esercito procede a perquisizioni e arresti”

Latakia durante i bombardamenti dai carrarmati e dalle navi

BEIRUT – Nella città costiera siriana di Latakia “si spara su qualunque cosa si muova”: lo ha affermato un testimone residente, mentre fonti dell’opposizione dicono che il bombardamento di Latakia da terra e da mare – ieri sono intervenute unità della marina 1 siriana con i loro cannoni – si intensifica: almeno 27 persone sono morte e molte sono rimaste ferite mentre cercavano di fuggire proprio dal quartiere di Raml al Janubi.

“Veniamo bersagliati da terra e da mare. Il fuoco è intenso. Non possiamo uscire”, ha detto il testimone spiegando che esercito e forze di sicurezza “attaccano e irrompono nelle abitazioni”. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), tra le vittime (tutti abitanti di quartieri a maggioranza sunniti, Sleibe, Raml Filastini, Bustan Saydawi, al Shaab e Raml Janubi) ci sarebbe anche un bambino.

Nel tentativo di reprimere le proteste popolari in corso da cinque mesi, il regime di Damasco da ieri ha calato anche la carta della marina militare. Quartieri sunniti di Latakia, il principale porto del Paese e capoluogo della regione a maggioranza alawita (branca dello sciismo) a cui appartengono anche la famiglia presidenziale e i clan alleati al potere da 41 anni, sono stati raggiunti da colpi di cannone sparati da almeno tre navi da guerra, per la prima volta impiegate direttamente nella repressione dopo che a

maggio alcuni pattugliatori erano stati schierati a largo di Banias, a nord del confine col Libano. Lo stesso porto di Latakia è da decenni controllato direttamente e indirettamente da Jamal al Assad, zio del presidente Bashar, dai suoi figli e dai nipoti, da più parti indicati come i veri arbitri dei traffici, legali e illegali, verso Cipro, il Libano e l’Europa.

Secondo la tv di Stato siriana le operazioni congiunte esercito-marina sono state effettuate in seguito agli atti di terrorismo commessi da bande armate in alcune zone di Latakia. I “terroristi”, afferma la tv, hanno ucciso quattro agenti, e ne hanno feriti altri 41. Negli scontri – prosegue l’emittente – sono morti anche quattro “miliziani” non identificati. I carri armati dell’esercito avevano già da ieri circondato le aree e protetto i rastrellamenti casa per casa effettuati dagli shabbiha. Si tratta di bande di lealisti armati, alawiti e i cui comandanti provengono per lo più proprio dall’entroterra della regione nord-occidentale, roccaforte dei potenti clan degli al-Asad, dei Makhluf, dei Khayr Bek, degli Shalish, tutti rappresentati ai vertici del potere.

La nuova offensiva contro Latakia giunge a due settimane esatte dall’inizio di Ramadan, il mese islamico del digiuno (uno dei cinque pilastri dell’Islam), dopo che già Hama, Dayr az Zor, la regione di Idlib, quella di Homs e i sobborghi di Damasco sono stati vittime in appena dieci giorni di violenze. L’esercito siriano con l’appoggio di carri armati è entrato infatti pesantemente anche a Homs, dove si segnala un fuoco intenso. La cittadina di Hula, alle porte di Homs: “E’ assediata. L’esercito procede a perquisizioni e arresti sotto la copertura di un fuoco intenso”, ha dichiarato in un comunicato l’Ong d’opposizione Osservatorio siriano sui diritti umani. Un’altra Ong siriana parla di “un gran numero di carri armati a Hula questa mattina” e di “fuoco di mitragliatrici”.

Secondo i Comitati di coordinamento locali, più di 250 civili sono stati uccisi durante il Ramadan, periodo sacro per i musulmani, con una media di un morto ogni cinquanta minuti. Dal 18 marzo a oggi, secondo fonti Onu, più di 2.000 siriani sono morti nella repressione. Damasco smentisce queste cifre e parla di oltre 500 tra soldati e agenti uccisi dai terroristi.

(15 agosto 2011)

http://frammentivocalimo.blogspot.com/2011/08/assedio-latakia-oltre-27-morti-siamo.html

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