Benvenuti in Giudea e Samaria!  

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“Se non proprio un boom, l’aumento in queste settimane dei pellegrini in Israele, in Giudea e Samaria, è senz’altro un’iniezione di fiducia per la Terra santa”.
Chi legge la notizia sul giornale cattolico Avvenire, oltre che rallegrarsi non può certo rendersi conto della situazione sempre più drammatica della terra e della popolazione palestinese, visto che fin dalla scelta dei nomi si evita accuratamente anche solo di intuire l’abisso di ingiustizia che si sta consumando attraverso l’oppressione israeliana, sui villaggi distrutti dalla colonizzazione e su milioni di persone ridotte a vivere in gabbia nella loro terra. Le organizzazioni di pellegrinaggi sono spesso purtroppo impegnate in quest’opera di mascheramento delle precise responsabilità di uno Stato nei confronti di un intero popolo, fingendo di non sapere che i cristiani che si intendono visitare sono arabi e palestinesi e soprattutto garantendo alle potenti e generose agenzie turistiche israeliane che si farà tutto il possibile -nonostante l’obbligata visita alla palestinese Betlemme- per non mostrare ai pellegrini le città palestinesi e…l’esistenza stessa della Palestina.
“Un’iniezione di fiducia per la Terra santa” viene piuttosto dalla continua denuncia che tanti israeliani continuano a fare.  Accade così che, mentre migliaia di inconsapevoli italiani collezionano t-shirt sulla grandezza dello “stato ebraico” e aprono la Bibbia senza che nessuno chiarisca loro che il popolo biblico di Israele nulla ha a che fare con lo Stato di Israele, il giornalista ebreo israeliano Uri Avnery scrive: “E’ tempo di smascherare il dogma di Israele ‘Stato del popolo ebraico’. Oggi il sionismo è saldamente nelle mani dell’estrema destra, dai fanatici religiosi ai coloni. Per amore del sionismo in queste settimane i beduini vengono deportati dalla terra che hanno abitato per secoli e un collegio costruito illegalmente nel cuore dei Territori Occupati diventa ufficialmente ‘Università statale’. E’ per il sionismo che si continua a rubare terra palestinese per le colonie, che la Corte suprema ha finalmente deciso che sono tutte legali”.
Nessuno si scandalizza se i nostri devoti pellegrini trovano nello zainetto dell’agenzia una “Mappa di Israele” che fa letteralmente sparire l’intera Palestina; ma i lettori israeliani di Haarez hanno trovato in prima pagina la fortissima denuncia di quel folle pronunciamento del massimo esperto della Corte, intitolata: “Puff. E l’occupazione non c’è più!”
Ai pellegrini può accadere che candidamente il frate francescano, dopo averli guidati nella visita alla chiesa della moltiplicazione di pani, li rassicuri dicendo: “per fortuna che Betlemme non è più sotto occupazione militare”! Invece è chiarissimo il finale dell’articolo di Avnery: “Non lo diciamo in TV, ma per noi l’unica via d’uscita dal conflitto sarebbe solo una pulizia etnica su vasta scala. E in certe aree ci stiamo già provando. I nostri leader fuggono dalla realtà con il semplice dispositivo del non pensarci. Don’t talk about it”.
 
Insomma, ce ne vuole a leggere l’attuale situazione con “una vera iniezione di fiducia”.
 
L’unica via secondo noi è ripartire ancora una volta con destinazione i campi profughi e le case murate, perché altre persone vedano con i loro occhi la Palestina che resiste indefessamente sotto occupazione. Lasciare per una settimana questa nostra Italia dove accade che, invece di scandalizzarsi e protestare, un deputato del Partito Democratico, Daniele Marantelli, esulti per l’ennesima confermata alleanza di morte tra Israele e Italia: Finmeccanica venderà allo Stato d’Israele 30 caccia M-346 che permetteranno ad un prossimo Piombo Fuso di essere ancora più micidiale sulla gente di Gaza, e in cambio Israele ci doterà di un nuovo sistema satellitare perché il nostro Paese possa colpire “obiettivi nemici” anche da una quota di 600 km.
Volete sapere cosa ha dichiarato il nostro deputato di sinistra? “Nel pieno di una crisi finanziaria, questo accordo militare Israele-Italia è finalmente una potente iniezione di fiducia per tutti coloro che credono nel valore del lavoro”.
 
BoccheScucite

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