E’ la quarta incursione dell’esercito israeliano nel villaggio della Cisgiordania di Bilin, negli ultimi tre giorni. A denunciarlo, è il comitato popolare del villaggio, diventato simbolo della lotta nonviolenta palestinese contro il muro e l’espansione delle colonie israeliane. L’esercito, già entrato nella notte tra il 9 e il 10 novembre, ha fatto incursione tra i vicoli di Bilin alle 8 di ieri sera, in cerca di attivisti “sospetti”. Come nell’incursione precedente, i soldati israeliani erano alla ricerca di Ashaf-al Khatib, attivista del comitato: anche ieri sera i soldati sono entrati nella sua casa, danneggiando la porta e diversi mobili, puntando le armi drettamente sul volto dei residenti del villaggio. La stessa cosa è avvenuta la notte precedente: oltre 50 soldati hanno fatto incursione prima in una casa vicina, mettendo sottosopra l’abitazione e minacciando la famiglia. Poi irrompendo nell’abitazione di suo fratello, Haytham al-Khatib, che collabora con il gruppo pacifista israeliano B’Tselem, e a cui è stato impedito di filmare le immagini del raid. Cinque anni di lotta non violenta hanno reso i residenti attivi nel comitato, come accade in altri villaggi della Cisgiordania, uno degli obiettivi delle incursioni notturne dell’esercito e della campagna di arresti: come è accaduto ad Abdallah Abu Rahme, uno dei leader della lotta popolare e nonviolenta di Bilin, recentemente condannato ad un anno di detenzione da una corte militare israeliana.
Nena News
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