Caro Vittorio, da Gaza ti scriviamo… “Possiamo solo considerarci morti vivi”

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Nelle stesse ore in cui Vittorio veniva catturato, alcuni amici di BoccheScucite ci inviavano le ultime parole di denuncia che eravamo abituati ad avere in tempo reale da Vittorio. Ma una cosa è certa: non ci fermeremo!

“Le ultime notizie da Gaza parlano di un aumento di tensione tra entrambe le parti: bombardamenti aerei da parte Israeliana, molti razzi sparati da parte palestinese. Molti martiri e feriti in pochi giorni. Io sono esausto per tutta questa situazione e profondamente frustrato. Incomincio persino ad augurarmi di essere uno dei martiri visto che non c’è nessuno spazio per la speranza. Non più solo in prigione, ma anche circondati dalla puzza del sangue e della morte; una situazione insicura senza nessuna speranza per il futuro.
Impossibile sognare. Non essere ambizioso se sei Palestinese! L’unica parentesi positiva è il mio lavoro: nel quale posso rifugiarmi, scappando dalla realtà che sta diventando così stressante e disgustosa.

Nessun’altra soluzione. I beni di consumo sono disponibili ma sempre più costosi: sembra di essere a Dubai!!!

Internet è sempre sconnesso, la TV non è visibile a causa dei droni (mini aerei telecomandati che sorvolano costantemente Gaza dotati di telecamere per il controllo della Striscia, n.d.r.), le strade non sono sicure per i bombardamenti aerei, non c’è più elettricità.

Sta diventando persino peggio di prima: una malattia cronica in continuo peggioramento…

Sembra che Gaza sia pesante, buia, spaventosa. No aria fresca, no libertà, solo restrizioni. Tutta questa è la sensazione, soprattutto ora che posso paragonare la vita di Gaza con quella Europea grazie al mio recente viaggio in Francia. (R. dopo anni è finalmente riuscito ad ottenere un permesso per lasciare brevemente la Striscia per recarsi ad un corso a Parigi, n.d.r.). Possiamo solo essere descritti come morti vivi. Questo è tutto per il momento. Grazie perché vi interessate a noi e ci avete a cuore.”

Questa è la voce di un amico di Gaza che già qualche mese fa ci aveva raccontato il suo malessere. Un amico carissimo ed estremamente intelligente. Sentirlo augurarsi di essere il prossimo martire fa venire la pelle d’oca. Sentirlo in queste ore in cui piangiamo Vittorio è terribile.

Per chi non conoscesse a fondo il linguaggio islamico, un martire è una vittima, sia essa civile o militare (o militante). Un amico intelligente che sta sperando di essere ilprossimo ad essere ucciso in un bombardamento aereo israeliano perché non vale più la pena sottostare ad una tortura cronica. Il gelo ti invade quando leggi che un amico si augura solo la morte. Come lui dice, si percepisce il buio, la pesantezza, la puzza,… l’assenza totale di ogni speranza. Dov’è la speranza di Gaza? Dei nostri amici chiusi là dentro? Io urlo: dov’è la speranza di un milione e mezzo di esseri umani? Anche Ahmed mi scrive, dolcissimo “fratello” mio: “Scusa se non ho scritto prima, ma sono davvero di pessimo umore. Niente a Gaza è stabile: la vita, lo studio, il futuro,… Gaza è di nuovo in guerra. L’esercito Israeliano bombarda ovunque. Già 18 persone sono state uccise da Mercoledì ad oggi (lunedì 11 aprile, n.d.r.) e tutto il mondo ci tratta solo come dei giocattoli.”

Devo aggiungere altro? Credo siano urla strazianti. Bocche scucite a cui continueremo a restituire la voce.

Letizia per Bocchescucite

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