Come Israele alimenta la violenza di Ben Ehrenreich

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La notizia è di quelle purtroppo consuete , ma non per questo meno allarmante per il brutto déjà vu : quattro israeliani uccisi nella notte di Mercoledì (08/06/16) da uomini armati palestinesi nel cuore di Tel Aviv. Il governo di Israele, il più di destra nella storia del paese, ha risposto con misure che l’ONU ha prontamente etichettato come “ punizioni collettive”: ha invaso la Cisgiordania di militari, sigillando la Cisgiordania e Gaza, e revocando permessi di ingresso che aveva già concesso a 83.000 palestinesi per entrare in Israele per lavoro, per culto o per problemi sanitari. Giovedì, il giorno dopo la sparatoria di Tel Aviv, Ron Huldai, sindaco della città, ha trovato il coraggio di affermare l’ovvio: che la violenza persisterà fino a che non finisce l’occupazione. “Israele”- ha detto Huldai- “è forse l’unico paese al mondo, che tiene un’altra nazione sotto occupazione, senza diritti civili”.
Di questi tempi una affermazione così può sembrare coraggiosa ma anche Huldai sta minimizzando la verità. Non è solo l’occupazione militare della Palestina , che provoca tali attacchi. Da oltre Atlantico o anche dalla tranquilla Tel Aviv può essere difficile da comprendere, ma l’occupazione, come ho altre volte scritto nei resoconti che faccio dalla Cisgiordania dal 2011, funziona come un enorme meccanismo capace di creare incertezza, spoliazione e sistematica umiliazione. Non è solo una questione di soldati e pistole, ma una struttura di vasta portata che affligge tutti gli aspetti della vita dei palestinesi: una complessa rete di posti di blocco, mobilità negata , umilianti permessi, muri e recinzioni, tribunali e prigioni, vincoli infiniti sulle iniziative economiche, demolizioni di case, espropri di terra, furto delle risorse naturali, e, troppo spesso, esecuzioni sommarie. Nessuna repressione preventiva ne punizione collettiva potrà mai essere abbastanza per porre fine al bagno di sangue a Tel Aviv o altrove. Fino a quando questo sistema oppressivo rimane in piedi, e gli Stati Uniti continuano a sostenerlo con miliardi di dollari all’anno in aiuti militari, la disperazione si diffonderà, e con essa la morte.

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