MERCOLEDÌ 18 APRILE 2012
Traduzione a cura di Renato Tretola
Non c’è stato bisogno di mostrare ai nostri 1500 visitatori il razzismo, l’arroganza e le violazioni dei diritti umani israeliani; a mostrarli, a loro e al mondo intero, è stato il governo israeliano. Dopo essersi autodefinito “democrazia”, questo stato fuorilegge ha negato il diritto a cittadini di tutto il mondo di venire a farci visita e vedere coi propri occhi la realtà della vita sotto occupazione.
Noi, popolo palestinese, siamo 11 milioni di normali esseri umani, 7 milioni dei quali sono rifugiati o deportati, semplicemente perché nati in una terra molto ambita per farci uno stato ebraico. Cinque milioni di noi vivono in ghetti sempre più ristretti su una minuscola porzione della nostra terra. Noi restiamo qui, nonostante un’occupazione illegale e brutale che prevede confisca di terre, limitazioni di movimento, demolizioni di abitazioni, carcerazioni illegali di migliaia di persone (molte delle quali attualmente sono in sciopero della fame) e altre innumerevoli situazioni disumane. Noi di certo non ci aspettavamo che tale regime di occupazione, che quotidianamente viola i diritti umani, permettesse a noi, prigionieri sotto il suo giogo, di ricevere apertamente e tranquillamente dei visitatori.
Questi visitatori, che volevano venire a vedere com’è davvero la realtà qui, di sicuro sono rimasti scioccati dal comportamento israeliano, mentre coloro che volevano accoglierli, e che sono stati brutalmente aggrediti, ricorderanno a lungo come la stessa polizia israeliana ha lasciato che fanatici di destra cantassero e mettessero liberamente a soqquadro l’aeroporto. Ora tutto il mondo sta vedendo Israele per quello che è: uno stato di polizia con tutte le carte in regola per essere considerato uno stato di apartheid e di paria ai sensi della Convenzione internazionale sull’eliminazione e la repressione del crimine di Apartheid del 1973.
Anche nei paesi che una volta sostenevano l’apartheid in Sudafrica c’erano persone che si mobilitavano per contrastarlo. Allo stesso modo oggi le persone di coscienza si mobilitano per contestare questo apartheid così chiaramente manifesto.
Le compagnie aeree e i governi che hanno agito da prestatori d’opera per conto del regime israeliano di apartheid sono stati contestati dalla loro stessa gente. Nel negare l’imbarco a una propria passeggera, la Air France ha dichiarato che non poteva procedere all’imbarco perché non era né ebrea né israeliana! (si veda il documento in francese:http://wtp2france.palestinejn.org o in inglese: http://palestinianspring.palestinejn.org)
Avendo sostenuto per iscritto che noi stessimo preparandoci a creare disordini e a sfidare “la sicurezza” di Israele, il governo israeliano si è esposto in tutta la sua falsità. Avendo costretto un passeggero svedese (estraneo alla nostra campagna) a firmare che non avrebbe incontrato alcun individuo o gruppo “filopalestinese”, il governo israeliano ha dimostrato di essere razzista. Pensate se una richiesta simile, magari relativa ad andare a far visita o ad incontrare individui o organizzazioni “pro-black“, fosse stata avanzata a visitatori diretti verso qualsiasi altro paese. Avendo mandato una lettera nella quale si sostiene che gli attivisti dovrebbero preoccuparsi dell’Iran e della Siria prima di preoccuparsi del sistema di apartheid, il governo israeliano ha mostrato tutto il fallimento delle sue argomentazioni. Avendoci negato il diritto ad essere visitati, il governo israeliano ha mostrato al mondo che ha molto da nascondere.
Per vedere i profili di alcuni partecipanti a cui è stato negato il diritto a venirci a trovare in Palestina, si vada al sito: http://www.welcometopalestine.info/index.php/participant-profiles-uk-us
Al termine della nostra conferenza stampa di Betlemme, abbiamo distribuito le nostre uova di pasqua colorate. Noi palestinesi cristiani e musulmani siamo grati a tutti coloro che agiscono secondo la propria coscienza e ai volontari internazionali, israeliani e palestinesi. Siamo in migliaia a dirlo forte e chiaro: non ci metteranno a tacere, continueremo ad organizzare campagne finché non otterremo la libertà e finché Israele non si conformerà ai diritti umani e a tutte le leggi internazionali.
link all comunicato in inglese di Mazin Qumsiyeh
http://rough-moleskin.blogspot.it/2012/04/comunicato-stampa-della-campagna.html
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