Con il Libraio di Gerusalemme

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admin | April 2nd, 2011 – 11:36 am

Munther Fahmy è solo uno dei tanti. E se si vuole, con tutta la carica paradossale che una frase del genere può avere, uno dei più fortunati. Uno di quelli che, a oggi, ha ottenuto oltre 1800 firme di sostegno, alcune molto pesanti, come quelle di Amos Oz, David Grossman, e Ian Mc Ewan. Sostegno per cosa? Per non essere privato della possibilità di risiedere e lavorare a Gerusalemme – sua città natale – con un visto turistico. Lo stesso visto turistico che si fa rinnovare dal 1993 a oggi, nonostante lui – Munther Fahmy – sia palestinese, sia nato a Gerusalemme, appartenga a questa città così come questa città è parte integrante della sua storia e della sua cultura. E l’ultimo visto turistico che hanno apposto sul passaporto di Munther scade proprio oggi, 2 aprile. Visto turistico, e non visto di lavoro, come quello che invece può essere concesso agli stranieri che vengono a Gerusalemme, a esercitare la loro professione.

Padre preside di scuola, madre insegnante,  Munther Fahmy è nato e ha studiato a Gerusalemme, per poi trasferirsi negli Stati Uniti dove si è laureato. Tutto il contrario dello stereotipo (stereotipo, non realtà…) del palestinese, che vige in Italia. E’ stato privato della blue ID, che attesta per le  autorità israeliane la residenza permanente di un palestinese a Gerusalemme est, perché per sette anni ha vissuto all’estero. Lo stesso destino e lo stesso trattamento ricevuto da una schiera numerosa di palestinesi di Gerusalemme, che non hanno più per questi  motivi la blue ID, né – spesso – possono  mettere più piede nella loro città natale.

Per chi vive in città, Munther è semplicemente il Libraio, il Libraio di Gerusalemme. Non solo perché ha la sua piccola e fornitissima libreria in uno dei posti più magici e neutrali di Gerusalemme, l’American Colony. Ma anche perché la sua presenza – così come quella di Imad Muna, con  il suo Educational Bookshop, a poche centinaia di metri di distanza – fa sì che Gerusalemme est non muoia. Soprattutto dal punto di vista del tessuto culturale, sociale, morale.

Un libraio è importante, lo sappiamo tutti. Perché i libri cambiano la vita, incidono sulla politica, rompono gli stereotipi. E’ per questo che Munther fa così paura?

Per firmare la petizione a favore di Munther Fahmy, la petizione che chiede che Munther possa rimanere a Gerusalemme, basta fare un clic, e firmare la petizione online.

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