Dalla “zona cuscinetto” ai 4000 pescatori: basta con l’embargo di Gaza! La Croce Rossa va oltre l’emergenza umanitaria

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La Croce Rossa torna a chiedere con forza ad Israele la fine dell’embargo a Gaza con un documento in cui ripercorre i tre anni di assedio e l’emergenza umanitaria che ne è seguita

Nel Rapporto la situazione umanitaria nella Striscia viene definita “una punizione collettiva dell’intera popolazione di Gaza imposta in chiara violazione da parte di Israele degli obblighi del diritto umanitario internazionale. Sebbene sia consentito l’ingresso di circa 80 tipi di beni – spiega il documento – prima dell’embargo erano 4000 i beni importati nella Striscia. Inoltre, i prezzi sono aumentati a fronte di un abbassamento della qualità… le terre fertili lungo il confine sono state abbandonate a causa delle ostilità con gravi conseguenze per le capacità di sostentamento delle comunità rurali”. La Croce Rossa sottolinea inoltre come la cosiddetta ‘zona cuscinetto’ imposta da Israele, sottrae un’area di circa 50 chilometri quadrati corrispondenti a un terzo delle terre arabili della Striscia e limita di fatto le attività agricole. “L’imposizione di questa zona cuscinetto – continua il documento – e i frequenti scontri armati hanno causato non soltanto vittime tra i civili e distruzioni, ma hanno anche determinato l’impoverimento e il forzoso trasferimento di numerose famiglie”. L’analisi della Croce Rossa si allarga anche ai pescatori di Gaza (circa 4000) cui è impedito allontanarsi se non di poche miglia in mare aperto, lontano quindi dalle aree più pescose. La carenza di beni di prima necessità riguarda anche gli ospedali e la possibilità di accedere a farmaci e attrezzature. E quando queste ci sono, possono essere le frequenti interruzioni della distribuzione di corrente elettrica a mettere a repentaglio vite umane. “Chiediamo a Israele di sollevare l’embargo – dice Beatrice Megevand-Roggo, capo delle operazioni Icrc in Medio Oriente – e invitiamo chiunque possa esercitare pressioni, Hamas inclusa, a fare del suo meglio per aiutare la popolazione di Gaza”.
(Misna)

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