Associazione di Amicizia Italo-Palestinese, 22 Giugno 2011
Invito descrive Deir Yassin come “villaggio arabo abbandonato”
Si sorvola sul massacro da parte di organizzazioni paramilitari ebraiche di circa 100 abitanti del villaggio: un caso di memoria selettiva.
di Akiva Eldar
Nell’invito a commemorare il 60° anniversario della fondazione dell’ospedale psichiatrico Kfar Shaul istituito sui resti del villaggio di Deir Yassin, il villaggio arabo viene descritto in questo modo: “Nella periferia di Gerusalemme, nascosto alla vista, se ne sta isolato il villaggio arabo abbandonato di Deir Yassin; un vero tesoro per i servizi sanitari e sociali alla ricerca di alloggi per le centinaia di persone che hanno bisogno di guarire fisicamente e mentalmente.”
Deir Yassin fu il luogo in cui membri delle organizzazioni paramilitari Irgun e Lehi massacrarono circa 100 abitanti del villaggio.
Sotto la fotografia di una delle case di pietra “abbandonate” utilizzate dall’ospedale, una didascalia ricorda che venne realizzato velocemente un “villaggio per il ‘lavoro protetto’, destinato a residenza temporanea, alla formazione professionale e alla cura fisica e mentale.”
La persona che ha firmato l’invito a partecipare all’evento, “Kfar Shaul: ieri, oggi, domani” – in programma per la fine di questo mese al Begin Heritage Center – è il dottor Alexander Teitelbaum, che presiede la sezione di Gerusalemme dell’Associazione di Psichiatria in Israele, ed è capo dipartimento presso l’ospedale Kfar Shaul.
Tra coloro di cui è in programma un intervento vi sono il Vice Ministro della Sanità Yaakov Litzman, il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat, la deputata Rachel Adatto (Kadima) e il Dr. Gad Lubin, che dirige la divisione di salute mentale al Ministero della Sanità.
Non tutti hanno ritenuto l’invito di buon gusto. In una lettera a Teitelbaum, il Dr. Yehuda Abramovitch, capo reparto al Centro per la Salute Mentale Be’er Yaakov-Nes Aziona, ha scritto di essere turbato perchè non si fa cenno al massacro di Deir Yassin. In risposta, i rappresentanti dell’amministrazione dell’ospedale hanno dichiarato: “dopo seria riflessione, l’ospedale ha deciso di essere ‘intelligente’ e non ‘giusto’ nella questione, quando è chiaro a tutti noi che ci saranno quelli che si opporranno all’essere ‘intelligenti’ e all’essere ‘giusti’.”
L’ospedale ha aggiunto che l’intenzione era quella di celebrare un anniversario riguardante la formazione medica, la ricerca e la cura, e che questo non rendeva necessario “portare alla luce” vecchie ferite.
Abramovitch ha comunicato ad Haaretz che non sarà presente all’evento in quanto aveva progettato di essere all’estero in quel giorno, ma che, anche se si fosse trovato in Israele, non vi avrebbe preso parte.
Nella lettera, Abramovitch ha scritto: “in qualità di esperti in salute mentale cerchiamo di ampliare la consapevolezza tra le popolazioni che trattiamo, contrastando rimozioni, incoraggiando coloro che chiedono il nostro parere ad avere coraggio nell’assumersi la responsabilità per la loro situazione. Non è opportuno, quindi, nel 60° anniversario dell’Ospedale Kfar Shaul, ricordare il passato e la sofferenza dell’altro, e guardare con onestà al nostro passato condiviso?”
Testo inglese in http://www.haaretz.com/invite-describes-deir-yassin-as-abandoned-arab-village-1.368686
Tradotto da Mariano Mingarelli
http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2777:deir-yassin-qvillaggio-arabo-abbandonatoq&catid=25:dalla-palestina&Itemid=75
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