VALIGIA, COMODINO, CESTINO, CELLULARE
Cosa porteremo con noi in valigia, alla fine del nostro peregrinare in questa terra santa e insanguinata? Cosa metteremo da parte, per pensarci un po’? Cosa butteremo di queste giornate? E chi chiameremo… a raccolta?
Noi pellegrini di giustizia 2015 abbiamo detto così.
IN VALIGIA
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L’amore per questa terra e per i palestinesi
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la loro capacità di perdono, di resistenza, di perdono e di speranza
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le suore e il loro rosario che non demorde
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tutte le testimonianze straordinarie. Gli occhi, gli sguardi, le persone, le cose capite.
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la creatività della resistenza, la tenerezza di bambini e adulti
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lo spirito di gruppo, che si è rivelato fortissimo.
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Questo viaggio tutto, anche se con i suoi momenti difficile
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tutti gli ‘welcome’ e le condivisioni tra noi
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il checkpoint di notte, la camminata per arrivarci, i colori, le voci
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l’acqua, il cibo, l’accoglienza che ci hanno offerto sempre e ovunque.
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L’accoglienza nel nostro gruppo, il nostro spirito di collaborazione, la condivisione dei disagi
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la tristezza e la disperazione di certi sguardi
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l’umanità incontrata.
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Un popolo in piedi
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un’esperienza grandissima vissuta dal di dentro
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la solidarietà e la pazienza dei palestinesi
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la loro lotta nonviolenta ma ferma, l’ospitalità cordiale
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il braccialetto Palestina con il popolo palestinese tutto
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il valore della libertà
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un sogno che si è avverato, esserci!
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Tante domande ancora.
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Le famiglie di Hebron
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il rapporto diretto con le persone
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l’andare in Palestina non con qualcuno, ma per l’andare
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anche le cose dure
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daoud e il suo alzarsi in piedi. Che si fa stile di vita
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le nostre diversità che diventano ricchezza condivisa
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la lezione di vita
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l’ingiustizia, nella ‘non miseria’
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lo stupore, l’indignazione del gruppo
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il grande Norbi
NEL COMODINO
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i progetti prossimi
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il taccuino degli appunti
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le amicizie nate qui
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gli articoli e le ricerche da pubblicare
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la responsabilità individuale
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i collegamenti con Libera
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l’impegno ad allargare le conoscenze personali
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gli appunti e gli spunti storici
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il gruppo e le prospettive di impegno comune
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l’impegno a diffondere le notizie
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che il viaggio durasse di più
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l’entusiasmo da lasciar decantare
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le riflessioni non fatte. Il tempo del silenzio. I momenti di pausa
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la voglia di render nota la situazione
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tutte le info ricevute
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le letture prossime
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la giornata in Galilea, da vivere in modo più disteso
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i farmaci da consegnare subito
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il pernottamento nei campi e a Hebron. Meglio dormire nelle parrocchie. Le comodità maggiori permettono maggiori energie
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la voglia di capire di più i giovani israeliani
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l’ascolto dell’altra parte.
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Il tempo in più da trovare per stare con le persone
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I soldati
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i luoghi sacri, da vivere meglio
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il ‘voi dovete proteggerci’
NEL CESTINO
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il sionismo, le bugie, il muro
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nulla
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il pessimismo personale
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i muri del cuore
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niente se non me stesso, le banalità e i luoghi comuni su tutto questo
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i troppi incontri in poco tempo
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niente, nonostante le fatiche drammatiche di Hebron
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il generale italiano
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la paura di partire
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il fucile dei soldati
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le paure, la fatica, la stanchezza
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la rabbia e la poca fede
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gli anni che ho perso senza ascoltare mio marito
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la stanchezza, la fatica di non saper vivere nello sporco
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la mia cautela passata a non saper discutere con certe persone
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il muro
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l’equidistanza
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Anche le cose più difficili vanno portate a casa.
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La troppa velocità. Ma ci stava. Cosa potevamo mai togliere?
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La mancanza di speranza
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i luoghi santi tradizionali
AL CELLULARE
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i pellegrinaggi tradizionali
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i vescovi nelle loro diocesi
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le persone a me vicine che si dicono di sinistra e che parlano di sicurezza
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i giovani all’università
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gli amici e chi non comprende e banalizza
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Renzi, Obama, Hollande… che hanno il potere ma prendono decisioni impotenti
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Non si può invitare qui chi non ha voglia di capire
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il parroco del mio paese
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gli zii, che verrebbero volentieri
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le persone intelligenti che stanno dalla parte di Israele
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gli amici che possono condividere
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il gruppo giovani dell’oratorio
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i padri somaschi
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l’AC, per condividere nuovi riferimenti
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qualche giovane magari da ‘sponsorizzare’
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la realtà parrocchiale
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chi dice ‘sì però anche loro hanno le loro ragioni’
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due amici preti del ‘sì però’
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i numeri del nostro staff per continuare insieme
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