admin | March 4th, 2011 – 9:58 am
E che non si dica più che la via digitale alla politica non abbia inciso sulla rivoluzione egiziana del 25 gennaio. L’immagine qui accanto è presa da Facebook, e fin qui non ci sarebbe nulla di strano. Più singolare, invece, è che si tratti del Comunicato numero 26 del Consiglio Supremo delle Forze Armate che sta governando l’Egitto dall’11 febbraio scorso, e che il Comunicato sia stato postato sulla bacheca dell’esercito egiziano, e abbia ricevuto circa 25mila commenti già alle cinque del pomeriggio, ora del Cairo.
Il comunicato numero 26 annuncia le dimissioni del premier Ahmed Shafiq, che aveva ricevuto l’incarico di presiedere il governo dal presidente Hosni Mubarak, nei primi giorni della rivoluzione. Dimissionato Shafiq, come chiedevano da giorni i ragazzi di Tahrir (e non solo loro), e subito sostituito con Essam Sharaf.
La politica egiziana, dunque, usa internet. Non solo i ragazzi, ma anche i generali di una certa età. Non è, però, questa la questione importante, nelle dimissioni di Shafiq. Perché è stata, invece, la vecchia televisione a segnare il punto di svolta. La vecchia, usurata televisione di stato o comunque filogovernativa, che ieri notte ha segnato un precedente. Quello che la blogger Zeinobia definisce “una notte indimenticabile” della storia della tv araba. I fatti: Ahmed Shafiq, e di questo si parlava al Cairo da giorni, voleva parlare in tv, e spiegare le sue ragioni. Certo, comunque, in una trasmissione blindata, con un contraddittorio morbido, quel tanto che basta per evitare troppi attacchi. E così è stato. Ieri sera, su uno dei talk show più famosi, va in onda un contraddittorio praticamente inesistente tra Shafiq, il tycoon Naguib Sawiris e Amr Hamzawy,politologo molto ascoltato negli States, l’unico che ha fatto qualche domanda un po’ più incisiva, ma che invece ha potuto parlare pochissimo. Nella trasmissione successiva, dovevano invece parlare due campioni dell’opposizione, Alaa al Aswani e Hamdi Qandil. Per un dietro le quinte che ancora non si conosce, Shafiq partecipa sia alla prima trasmissione, sia alla seconda. Dalle 10 di sera alle 2 di notte. Soltanto che nella seconda trasmissione va in onda ciò che non è mai andato in onda sulla tv di Stato. Un primo ministro viene attaccato, e molto duramente, da uno scrittore, il più noto dell’opposizione, Alaa al Aswani. E chi lo conosce sa che non le manda a dire. Shafiq esce in sostanza distrutto dalla trasmissione.
Il giorno dopo, si dimette. Viva la tv egiziana.
Un aggiunta del venerdì, un altro venerdì di manifestazioni al Cairo, per celebrare la caduta del primo ministro. Intanto, un aggiornamento dal settore dei ragazzi di Tahrir. Ci sono altre richieste politiche, dopo la richiesta di dimissioni di Ahmed Shafiq. Sandmonkey, blogger liberal, chiede che si possa votare nelle elezioni politiche e presidenziali con la sola carta d’identità, senza doversi registrare nelle liste degli elettori.
E poi un link con un profilo di Essam Sharaf, nuovo premier. Storia molto interessante la sua: uno spaccato del mondo delle professioni, mortificato in Egitto da quell’intreccio incredibile tra potere del regime, corruzione, clientelismo e imprenditoria legata a Gamal Mubarak. Sharaf, ingegnere, era stato sostanzialmente giubilato dal suo incarico di ministro dei trasporti, nel 2005. Eppure, era sostanzialmente un tecnocrate, e anche molto preparato…
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