Abla Sa’adat, la moglie del detenuto segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (PFLP), domenica scorsa ha potuto visitare il marito, per la prima volta dopo tre anni di isolamento.
Abla ha dichiarato che suo marito ha il morale alto, nonostante sia stato provato dall’ultimo sciopero della fame.
Sa’adat è stato recentemente rilasciato dalla cella di isolamento dopo lo sciopero “degli stomaci vuoti” condotto da oltre 2.000 detenuti che richiedono il rispetto dei loro legittimi diritti garantiti dal diritto internazionale, compreso il diritto alle visite dei familiari.
Sua moglie ha detto che il corpo di Sa’adat è debole, e la sua condizione di salute è in declino, ma ha aggiunto che è pieno di determinazione ed orgoglio.
Il segretario generale del FPLP è stato in sciopero della fame per due volte nel corso degli ultimi tre anni, una volta per 22 giorni e, più recentemente insieme a migliaia di altri detenuti, per 28 giorni.
Abla Sa’adat ha dichiarato che il marito le è sembrato molto felice per il successo dello sciopero della fame che ha portato alla destituzione del suo isolamento.
Sa’adat è stato tenuto in isolamento e privato dalla comunicazione con il resto dei detenuti e del mondo. Gli era solo permesso di vedere i suoi avvocati di rado e, in molti casi, gli è stato negato anche questo diritto.
Ahmad Sa’adat è un rifugiato palestinese che ha trascorso quasi metà della sua vita dietro le sbarre delle carceri israeliane.
Nel 2006, Sa’adat è stato rapito dalle truppe israeliane dalla prigione palestinese di Gerico dove era stato confinato, insieme a diverse altre figure politiche, in un carcere sorvegliato da guardie americane e britanniche che hanno lasciato la prigione appena prima che Israele invadesse Jericho e prendesse i prigionieri.
Il leader della sinistra era stato imprigionato nel 2004 dopo essersi insediato presso la sede del defunto presidente Yasser Arafat, allora assediata dalle truppe israeliane. Egli è stato accusato, insieme a molti altri, di aver organizzato l’assassinio del ministro israeliano del Turismo Rehavam Zeevi, ucciso il 17 ottobre 2001.
Oltre a Sa’adat, sono stati accusati anche Majdi Ar-Reemawi, Hamdi Qor’aan e Ahed Abu Ghalama, capo dell’ala militare del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.
Israele ha accusato Ar-Reemawi di aver rifornito Qor’aan, la persona che si ritiene abbia compiuto l’assassinio, con una falsa carta d’identità israeliana, e con una foto di ministro del Turismo Rehavam Zeevi, oltre ad avergli fornito i dettagli della stanza in cui risiedeva Ze’evi e il suo programma.
Il 25 dicembre 2008, Israele ha condannato Sa’adat a 30 anni di carcere per aver progettato l’assassinio di Rehavam Zeevi.
Secondo i dati pubblicati dalla Ad-Dameer Prisoner Support Association il 17 aprile in occasione della Giornata dei prigionieri palestinesi, ci sono più di 4.600 prigionieri politici arabi detenuti da Israele.
La stragrande maggioranza proviene dalla Cisgiordania, mentre circa 475 sono della Striscia di Gaza, e 360 sono originari della città occupata di Gerusalemme Est e dei territori dei 1948.
Israele detiene inoltre sei donne, 183 bambini e 27 legislatori palestinesi democraticamente eletti, tra cui il leader di Fatah Marwan Barghouthi, condannato a più di cinque ergastoli, e il legislatore Jamal Terawi, condannato a 30 anni. Inoltre, 24 legislatori sono attualmente trattenuti in detenzione amministrativa senza accuse.
120 detenuti palestinesi sono stati imprigionati prima del primo accordo di pace di Oslo firmato tra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina nel 1993; 23 di loro sono stati imprigionati per più di 25 anni.
Nota della redazione: nell’articolo si parla della fne dell’isolamento di Sa’adat: traduciamo letteralmente, anche se non c’è ancora ufficialità rispetto alla notizia.
LIBERTA’ per il Segretario Generale del FPLP!
Fonte: IMEMC Traduzione a cura di PalestinaRossa
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