10 APR 2012
L’annuncio su Facebook dei 200.000 “mi piace” della pagina ufficiale di Netanyahu
Ma non è che pure lui, il primo ministro, alla fine ha ceduto alle lusinghe del mercato degli amici su Facebook? Non è che, pure lui, s’è comprato i contatti? La domanda se l’è posta Shelly Yehimovich, ex volto del tg di Canale 2 e, soprattutto, leader del Labour, il partito israeliano di centrosinistra. Quindi l’opposizione all’attuale governo.
Ecco, scrive Yehimovich che grazie a un suo attivista ha fatto una scoperta molto interessante. Scoperta che, in sintesi, si potrebbe scrivere così: Benjamin Netanyahu, primo ministro d’Israele, ha un sacco di “amici” su Facebook che in realtà con lui non avrebbero nulla a che fare. Ergo: se li è comprati.
Tutto è iniziato quando Noga Katz, portavoce del Likud (il partito di centrodestra del premier), ha comunicato che «la pagina Facebook di Netanyahu ha raggiunto i 200mila “mi piace”». Non l’avesse mai fatto. Nel giro di poche ore ecco l’annuncio – sul sito ufficiale – della Yehimovich: Netanyahu? «Un primo ministro sì, ma a vedere i contatti dell’Indonesia e degli Stati Uniti».
Shelly Yehimovich, leader del Labour
E qui bisogna fare un passettino indietro. Un blogger, elettore laburista, ha scoperto che più di metà (52%) dei “mi piace” di Netanyahu è di utenti americani, il 17% è di simpatizzanti israeliani e il 3% di iscritti al social network indonesiani.
Ecco, a parte il fatto – secondo Yehimovich – che sembra improbabile che il primo ministro di un Paese abbia più preferenze in un altro Paese, com’è possibile «che ci siano tutti questi indonesiani a tifare per lui quando l’Indonesia è il più grande Stato musulmano e con il quale noi, Israele, non abbiamo nessun tipo di relazioni diplomatiche?». Scrive ancora, sarcastica, Yehimovich: «Mi sembra poco probabile che il nostro caro premier abbia fatto breccia nei cuori degl’indonesiani». A proposito: di “mi piace” sulla sua pagina Facebook, la leader laburista ne ha circa 20mila.
Dall’ufficio di Netanyahu non hanno ancora replicato alle insinuazioni. Ma è chiaro che questo post, sul web, segna l’inizio della campagna elettorale per le prossime elezioni politiche. Elezioni che dovrebbero svolgersi nel 2013 (nei primi mesi del prossimo anno, quindi), ma che – secondo molti – potrebbero essere anticipate, Iran permettendo, per permettere a Netanyahu di approfittare dei sondaggi che lo danno – ancora oggi – favorito per la rielezione.
© Leonard Berberi
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