Wednesday, 31 August 2011 12:39 Marta Fortunato per l’Alternative Information Center
Donne palestinesi preparano i dolci in occasione dell’Eid al-Fitr (foto: washingtonpost.com)
“Non ho soldi da dare ai miei figli in occasione dell’Eid” ha raccontato Mohammad, un pescatore di Gaza. Dal 2006 Israele ha posto Gaza sotto assedio e da quel momento le attività economiche hanno avuto vita sempre più difficile. In particolare a risentirne sono stati i pescatori, che si sono visti restringere sempre più lo spazio a disposizione per la pesca: dalle 20 miglia marine degli accordi di Oslo, si è passati alle 3 miglia del 2009. Di conseguenza le coste si sono prosciugate e i pescatori si sono trovati senza lavoro. “Quando pesco, guadagno 25 NIS (l’equivalente di 5 euro) al giorno. Con questi soldi riesco a mala pena a comprare il cibo per la famiglia” ha continuato Mohammad.
Stessa situazione per Hassan, dipendente pubblico nel ministero dell’agricoltura: da oltre due mesi non riceve lo stipendio, e come lui migliaia di impiegati in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. E’ di oggi la notizia pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz che il ministro israeliano delle finanze Yuval Steinitz ha rifiutato la richiesta dell’Autorità Palestinese di trasferire 380 milioni di shekel derivanti dalle entrate erariali in modo da permettere all’AP di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici. In base agli accordi di Oslo infatti Israele raccoglie i dazi doganali per conto dell’AP e trasferisce il denaro all’AP ogni mese. Tuttavia chi decide e permette questi trasferimenti di denaro risiede è il ministero delle finanze: “Non vogliamo dare ai palestinesi regali per la festa, in un momento in cui ci stanno sparando missili” ha dichiarato Stigitz per motivare il suo rifiuto di firmare il trasferimento di denaro.
Una crisi che dilaga e che già nei mesi scorsi aveva costretto l’AP a chiedere dei prestiti di breve periodo per pagare gli stipendi dei palestinesi.
Oltre al peggioramento della situazione economica, i palestinesi convivono con problemi ancora più gravi causati soprattutto dall’occupazione israeliana e dai soprusi dell’esercito.
Umm Hasan, di Hebron, è madre di dieci figli ma durante la festa dell’Eid è sola: due dei suoi figli sono stati uccisi dall’esercito israeliano, sette sono stati arrestati e uno studia all’estero.
Le previsioni per l futuro non sono rosee: secondo Jaber Ibrahim, sottosegretario del ministero dell’economia di Gaza, intervistato da dall’agenzia di stampa Infopal, “se l’assedio continuerà, la situazione non potrà che deteriorare progressivamente. L’economia sarà distrutta alla base e la produzione interna sarà piegata del tutto”.
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