Saturday, 28 January 2012 08:16 Operazine Colomba
Scolari palestinesi in Cisgiordania, provenienti dal villaggio di Tubas. Essi sono soggetti alla violenza dei coloni ogni volta che si dirigono a scuola. L’esercito israeliano dovrebbe scortarli ma viene spesso meno al proprio dovere (foto: flickr)
Secondo un nuovo rapporto redatto da Operazione Colomba, le autorità israeliane sono sempre più intransigenti nel loro obbligo di proteggere i bambini palestinesi dalla violenza dei coloni nelle colline a Sud di Hebron durante l’anno scolastico.
La scorta militare israeliana obbligatoria che dovrebbe garantire ai bambini palestinesi di arrivare a scuola sani e salvi ha fallito nel 95% dei casi da quando è iniziata la scuola a settembre. Anche i soldati e la polizia si sono comportati in modo aggressivo nei confronti dei palestinesi, per esempio costringendo una donna incinta ad aspettare per mezz’ora ad un check-point, o permettendo il maltrattamento dei palestinesi da parte dei coloni.
Il mese di dicembre si è caratterizzato per un aumento delle azioni dei militari israeliani e della polizia contro le comunità palestinesi nelle colline a Sud di Hebron. Molti ordini di demolizione sono stati consegnati alla comunità di Susya, anche per una scuola, per alcuni tank di acqua ed per degli alberi. Durante una manifestazione non violenta nel villaggio, un bambino palestinese è stato arrestato. In molti casi, come ad esempio nel villaggio di at-Tuwani, i soldati hanno maltrattato i palestinesi, minacciando e proibendo loro di chiamare i volontari di Operazione Colomba. Sono stati posti check-point volanti e sono state fatte ispezioni, a volte nel mezzo della notte, come è avvenuto ad Umm Fagarah. In un’occasione i soldati hanno fermato un’automobile con a bordo una donna incinta e il figlio malato presso un check-point volante appena fuori di at-Tuwani; i soldati hanno costretto la famiglia a rimanere ferma per più di trenta minuti. In questo mese inoltre i coloni israeliani hanno fatto uso della violenza contro le proprietà palestinesi, ed hanno distrutto sei alberi di olivo.
Problemi con la scorta militare per gli scolaretti palestinesi, da Tuba a Maghayr Al-Abeed
A dicembre il team di Operazione Colomba ha registrato 20 giorni di scuola. Anche se la scorta è arrivata in orario, solo in pochi casi i soldati hanno accompagnato i bambini, come di dovere.
Inoltre, da settembre 2011, la scorta è arrivata in ritardo nel 54% dei casi e ciò ha fatto sì che gli scolari palestinesi perdessero più di 13 ore di scuola. I soldati non hanno accompagnato i bambini nel 95% dei casi, pertanto la sicurezza dei bambini non è stata garantita. Dall’inizio di quest’anno, i soldati si sono rifiutati di accompagnare gli scolari nel 73% dei casi. In più, i soldati non hanno scortato i bambini fin dall’inizio del percorso in oltre il 47% delle volte, ed hanno invece atteso che gli scolari si avvicinassero a loro.
Di pomeriggio i bambini sono stati obbligati ad aspettare la scorta verso casa per un totale di 4 ore e 32 minuti. In nove casi gli scolari hanno dovuto aspettare più di cinque minuti, in tre casi per più di mezz’ora ed una volta per più di un’ora. Dall’inizio di quest’anno, la metà delle volte la scorta ha costretto i bambini ad aspettare per poter tornare a casa. I soldati hanno rifiutato di camminare coi bambini nel 75% dei casi e non hanno completato la scorta nell’80% delle volte, lasciandoli da sola su un pezzo di strada pericoloso. (Il rimanente 20% dei dati è andato perduto)
Il pomeriggio del 1 dicembre 2011, mentre i bambini stavano camminando verso scuola, un colono ha attraversato la strada con la propria pecora e ha costretto i bambini a fermarsi. Il soldato ha lasciato la jeep e ha parlato con il colono. Dopo pochi minuti, il soldato ha fatto ritorno alla jeep, ed i bambini hanno ripreso a camminare, seguiti dalla scorta.
Il 20 dicembre, molte jeep hanno monitorato l’area durante lo svolgimento di una maratona sulla strada 317. Dopo la fine della gara, con un’ora in ritardo, la scorta militare è arrivata al cancello per accompagnare i bambini. Poco dopo i militari hanno fatto ritorno, molto probabilmente lasciando i bambini senza scorta completa.
Nel pomeriggio del 27 dicembre, due soldati sono arrivati per la scorta pomeridiana a piedi e senza jeep. Hanno aspettato che i bambini fossero in cima alla collina obbligandoli a camminare senza protezione su un pezzo di strada molto pericoloso.
Aggressione da parte dei soldati e della polizia
La mattina del 3 dicembre durante una manifestazione a Susya, organizzata dagli abitanti del villaggio e dai palestinesi dei villaggi vicini, un ragazzo palestinese è stato arrestato. Circa 50 persone, tra cui uomini, donne, bambini, ed attivisti per la pace, internazionali ed israeliani, hanno marciato con bandiere palestinesi e cantato slogan di pace lungo una strada che era stata bloccata dall’esercito israeliano. Il tentativo di sgomberare la strada portato avanti dai palestinesi è considerato illegale dall’amministrazione israeliana. Gli attivisti sono arrivati al blocco di terra che impediva il movimento sulla strada ed hanno iniziato i lavori per sgomberare la strada, accompagnati da canti di protesta intonati da donne e bambini.
Con l’arrivo dell’esercito israeliano, molti bambini si sono diretti verso i soldati, cantando e sventolando bandiere. I soldati hanno arrestato un bambino palestinese, il quale – secondo quanto affermato dall’esercito- aveva danneggiato un camion con una bandiera. Nel tentativo di evitare un arresto, un attivista internazionale è stato colpito in faccia dal gomito di un poliziotto. Il ragazzo palestinese è stato afferrato da tre ufficiali di polizia e portato via in un camion militare che si è diretto in accelerazione verso una donna che ha cercato di fermare l’arresto. In più, una donna anziana è stata spinta via da un soldato.
Il 6 dicembre, il DCO (District Coordination Office) ha consegnato 14 ordini di demolizione per 14 strutture nel villaggio di Susya, tra cui abitazioni e due tank per l’acqua. L’ordine dis top dei lavori per la scuola (che include la strada che porta alla scuola, 4 bagni, un tank per l’acqua e molti alberi) è diventato un ordine di demolizione il 25 dicembre.
La sera del 7 dicembre alle 9.30 di sera, una famiglia del villaggio di al-Rakiz ha chiamato i volontari di Operazione Colomba. Due volontari sono arrivati ed hanno trovato sei soldati israeliani che stavano perlustrando una casa vuota vicino al villaggio. I sei soldati si sono poi avvicinati alla casa, ispezionando le strutture circostanti e hanno cercando i quattro proprietari, due dei quali erano donne. Dopo aver ispezionato una casa vicina, i soldati si sono diretti verso il villaggio abbandonato sulla collina dietro ad al Rakiz. I soldati israeliani alla fine si sono diretti verso il villaggio palestinese di Umm Faragah dove hanno ispezionato la moschea in costruzione e poi sono andata da una famiglia per controllare l’area circostante la casa. I soldati israeliani hanno parlato con un palestinese della zona e alla fine sono andati via intorno alle 11 di sera. I soldati hanno detto al palestinese che stavano cercando armi e droghe.
Il 10 dicembre , alle 11 circa, i palestinesi hanno chiamato Operazione Colomba dopo che sei coloni del vicino insediamento di Havat Ma’on sono arrivati a casa loro.
Quattro soldati hanno maltrattato i palestinesi, minacciandoli di arrestarli nel caso in cui non fosse stato permesso loro di entrare in casa. In seguito sono arrivate una jeep della polizia di frontiera ed un’automobile del DCO. Un colono si è avvicinato al villaggio e un poliziotto di frontiera gli ha parlato. I soldati israeliani hanno fatto entrare i coloni nell’avamposto di Havat Ma’on. Alle 11:04 una jeep della polizia è arrivata e anche tre attivisti israeliani che hanno parlato con i soldati israeliani. Quando la situazione si è calmata, la polizia ha lasciato at-Tuwani.
Nel pomeriggio del 16 dicembre, gli internazionali hanno visto una jeep dell’esercito israeliano ed una jeep della polizia dirigersi verso il villaggio palestinese di Umm al-Fagarah. Sulla strada hanno fermato un’auto con due persone a bordo, chiedendo lor i documenti. Dopo alcuni minuti se ne sono andati e si sono fermati vicino alla moschea del villaggio di Umm Fagarah. I poliziotti hanno controllato un’auto parcheggiata vicino ad una tenda-casa, chiedendo all’autista i documenti di d’identità.
Il 20 dicembre a mezzogiorno l’esercito israeliano ha chiuso la strada che collega at-Tuwani con la città palestinese di Yatta all’incrocio con la strada 317 per una gara di corsa per israeliani dalla colonia di Karmel alla colonia di Susya su una strada israeliana. Quattro poliziotti di frontiera si sono fermati in mezzo alla strada all’entrata del villaggio di at-Tuwani mentre due soldati hanno messo dei massi sulla strada verso al-Birqueh. Dopo alcuni minuti, una jeep militare ha raggiunto i due soldati. Alle 12:30 quattro donne di at-Tuwani hanno attraversato la strada e i soldati le hanno fermate e hanno ispezionato i loro pacchi. Dopo poco, i soldati hanno fermato un camion, un’automobile ed un trattore (10 persone ed un bambino) ed un’altra macchina con due persone a bordo. Alle 2:10, i corridori hanno terminato la corsa e i soldati sono andati via.
(Dato che questo rapporto comprende solo le persone che sono state identificate con foto e video, il numero totale delle persone controllate dall’esercito israeliano è più elevato di quanto dichiarato qui).
Infine, alle 14:07, una jeep militare è andata a scortare fino a casa i bambini da Tuba a Magyar al-Abid, che attendevano la scorta dalle 13:15.
Posti di blocco
Nel mese di dicembre l’esercito israeliano ha posto una serie di check-point volanti nel punto in cui la strada che porta ad at-Tuwani interseca la strada 317.
Il 9 dicembre i soldati hanno messo un segnale di stop sulla strada, hanno atteso 20 minuti ma non sono arrivate auto, e poi se ne sono andati. Lo stesso è avvenuto la mattina del 10 dicembre.
L’11 dicembre i soldati hanno fermato una macchina con 5 persone a bordo (2 uomini, una donna incinta e 2 bambini). Tutti, fuorchè un bambino che era malato, sono stati fatti scendere dall’auto. I soldati hanno affermato che stavano aspettando la polizia israeliana perchè l’auto non aveva il permesso di transito. Mentre la famiglia era ferma sul ciglio della strada, i soldati hanno fermato altre due auto, entrambe con a bordo due uomini, solo per controllarle. Due internazionali ed un palestinese di Bet’selem hanno parlato con i soldati e alla fine, alle 16:07, dopo più di mezz’ora, la famiglia è stata lasciata andare.
Vedi inoltre il sovra-citato incidente durante il quale i soldati hanno chiuso la strada e messo un check-point volante in modo che gli israeliani potessero fare una gara di corsa da un insediamento all’altro.
Maltrattamento ed aggressioni dei coloni
La mattina del 2 dicembre, i coloni hanno tagliato 6 alberi di olivo di proprietà palestinese lungo la by-pass raod 317.
Tradotto in italiano da Marta Fortunato per l’Alternative Information Center
http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/news/3392-esercito-israeliano-negligente-nel-proteggere-scolarii-palestinesi
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