Caro Nasser,
certamente non avrai visto quel bellissimo film che per qualche giorno ha scosso la nostre coscienze facendoci vedere sui grandi schermi quel muro che ruba le terre, distrugge le coltivazioni e la dignità a migliaia di palestinesi. Ma purtroppo non è un film quello sta accadendo in queste ore nella tua proprietà, a Beit Jala.
Le ruspe sono tornate nel giardino di limoni, i tuoi limoni, che con la tua famiglia, sulla tua terra, coltivi insieme alle arance e alle nespole, all’uva e agli ulivi dalle radici profondissime. Dall’antichità, dal tempo dei romani, alcune di queste piante, hanno resistito. Nessuno è riuscito finora a metterci le mani, nemmeno l’impero romano. Sono cresciuti sotto la benedizione di Dio, che non fa mancare ai suoi figli il sole e l’acqua, ed ora verranno distrutti dalla maledizione di quella violenza che da sessant’anni sta lentamente distruggendo il tuo popolo.
Nasser, dieci giorni fa hai ricevuto una lettera dall’esercito israeliano, un avviso di “lavori in corso”. L’esercito ti ha semplicemente comunicato la decisione: fare piazza pulita di tutto quello che si trova proprio lì, su quella proprietà che tu hai acquistato fin dal 1979 e che l’anno seguente l’esercito aveva illegalmente requisito per costruire il tunnel illegale che permette ad una illegale superstrada riservata ai coloni di occupare illegalmente migliaia di metri quadrati di terra palestinese.
Qualche mattina fa, all’alba, sono arrivati con i bulldozer, dicendoti che avrebbero abbattuto solo due dei tuoi alberi. E tu hai potuto solo gridare a Dio la tua disperazione quando hai visto sradicare più di dieci piante. E il tuo grido si è mescolato alle lacrime di tutta la tua famiglia quando prima di andarsene ti hanno avvisato: la decisione è irrevocabile: per motivi di sicurezza nel giardino di limoni deve passare il Muro dell’apartheid.
L’ Autorità palestinese ha affidato il caso ad un avvocato che voi però non avete ancora visto e per ora le vostre proteste hanno ottenuto la sospensione dei “lavori” per 45 giorni.
Allargando lo sguardo, poi, ci si rende conto che il piano di distruzione è più vasto del tuo giardino: tutto intorno le ruspe hanno scavato fossati, abbattuto piante, crepato i muri e… anche le altalene dei piccoli sono state divelte… E così, anche quest’angolo straordinario della Terra Santa è stato violato. L’antichissimo villaggio sulla collina di Beit Jala, perla di bellezza che sovrasta Betlemme, è stato violentato dall’insaziabile conquista dell’esercito di occupazione. Anche stavolta nell’indifferenza del mondo.
Con una delegazione di Pax Christi Italia siamo venuti a trovarti, carissimo Nasser, perché questo silenzio colpevole è pesante più delle pale dei bulldozer israeliani. E se siamo tristemente abituati a scandalizzarci prima di tutto dei nostri silenzi, vogliamo farti sentire la nostra solidarietà. Con un gesto semplice…
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