FRIDAY, 30 MARCH 2012 13:11 EMMA MANCINI (ALTERNATIVE INFORMATION CENTER)
Il cordone di poliziotti palestinesi impedisce il passaggio della marcia verso il checkpoint 300 di Betlemme (Foto: Emma Mancini, AIC)
Nella Giornata della Terra, il popolo palestinese si mette in marcia. Decine di manifestazioni in tutta la Cisgiordania e ai confini tra Israele, Libano e Giordania. Al checkpoint 300 di Betlemme, la marcia su Gerusalemme comincia a mezzogiorno.
Circa 400 i manifestanti presenti, palestinesi e internazionali, di ogni età. Tante le bandiere palestinesi e quelle di partito. I bambini si uniscono ai giovani e ai leader dei Comitati Popolari di Resistenza dei villaggi del distretto di Betlemme.
I manifestanti bloccati a circa 500 metri dal checkpoint di Betlemme (Foto: Emma Mancini, AIC)
A mezzogiorno, parte la camminata verso il checkpoint 300, subito chiuso dall’esercito israeliano. Subito, due cellulari della polizia palestinese giungono sulla strada che conduce al Muro di Separazione. Dai mezzi militari scendono una ventina di poliziotti che formano un cordone per impedire alla marcia di proseguire.
I dimostranti si siedono a terra e ascoltano i comizi dei leader dei Comitati Popolari (Foto: Emma Mancini, AIC)
Per circa un’ora, i manifestanti restano di fronte al cordone. Membri dei Comitati Popolari tengono comizi, i bambini sventolano bandiere, i giovani cantano slogan.
Solidarietà internazionale a Betlemme (Foto: Emma Mancini, AIC)
Un gruppo di ragazzi con i volti coperti dalle kefiah arriva marciando verso il cordone di poliziotti palestinesi. Molti di loro, insieme ad un gruppo di internazionali, si siedono a terra e ascoltano le parole degli organizzatori della manifestazione.
Soldati israeliani controllano la manifestazione dalla torretta alle spalle dei dimostranti (Foto: Emma Mancini, AIC)
Al momento della preghiera, gli uomini si alzano in piedi, si rivolgono verso la Mecca e pregano per qualche minuto. Al termine, i manifestanti sfondano il cordone di poliziotti, che tenta di fermarli. Senza successo. I dimostranti si incamminano con le bandiere verso il checkpoint.
La polizia palestinese a protezione del checkpoint israeliano di Betlemme (Foto: Emma Mancini, AIC)
Inizia il lancio di sassi. Una fitta sassaiola che va avanti per quasi un’ora, contro la torretta di controllo e contro il Muro e il passaggio che separa Betlemme dalla città santa. Alcuni giovani rompono pietre trovate in un campo vicino, altri lanciano un paio di molotov contro la torretta.
Il momento della preghiera durante la marcia da Betlemme al checkpoitn 300 (Foto: Emma Mancini, AIC)
Mentre i paramedici della Mezza Luna Palestinese si preparano a soccorrere eventuali feriti, i poliziotti palestinesi si appostano dietro il muro di un’abitazione, a circa 500 metri dal checkpoint.
Bambini palestinesi sopra i caschi dei poliziotti (Foto: Emma Mancini, AIC)
Il lancio di sassi prosegue, alcuni ragazzi staccano dal Muro di Separazione l’ironico cartello “Benvenuti a Gerusalemme”. Una beffa. A Betlemme, i feriti sarebbero 20: sette sono stati portati in ospedale. Dopo il lancio di pietre da parte dei manifestanti, l’esercito israeliano ha risposto con il lancio di gas lacrimogeni e bombe sonore. Tra i feriti un residente di Betlemme, Yousef Sharqawi, e un attivista americano colpito alla testa da un candelotto.
I manifestanti rompono il cordone della polizia palestinese e si dirigono verso il checkpoint 300 (Foto: Emma Mancini, AIC)
Nell’aria resta l’amarezza per il ruolo svolto dall’Autorità Palestinese, la collaborazione con le forze di sicurezza israeliane per impedire alla popolazione di Betlemme di gridare il proprio diritto di riprendersi una terra rubata dall’occupante israeliano.
Il più giovane manifestante palestinese oggi a Betlemme (Foto: Emma Mancini, AIC)
Oggi, 30 marzo, si commemora la Giornata della Terra in ricordo dei fatti avvenuti nel 1976: durante un’ampia confisca di terre palestinesi in Cisgiordania da parte delle autorità israeliane, sei ragazzi palestinesi furono uccisi dal’esercito mentre difendevano la propria terra dall’espropriazione.
Lancio di pietre contro il Muro di Separazione tra Betlemme e Gerusalemme (Foto: Emma Mancini, AIC)
In tutto il mondo e in Palestina si è unita oggi la Giornata della Terra all’iniziativa “Marcia Globale su Gerusalemme”. Manifestazioni in oltre 60 Paesi del mondo e marce dei profughi palestinesi della Nakba ’48 verso il confine tra Israele e Libano e Israele e Giordania. In Libano, alcuni rifugiati palestinesi hanno tentato di passare il confine ma sono state le stesse forze di sicurezza libanesi a respingerli.
Hassan Bregya, uno dei leader del Comitato Popolare del villaggio di Al Ma’sara (Foto: Emma Mancini, AIC)
In Palestina, si sono tenute marce e manifestazioni nelle principali città della Cisgiordania (Betlemme, Hebron, Ramallah), a Gerusalemme in prossimità della Spianata delle Moschee e nella buffer zone tra Gaza e Israele. Decine i feriti per il lancio di gas lacrimogeni e bombe sonore da parte dell’esercito israeliano.
Pietre colpiscono la torretta di controllo israeliana (Foto: Emma Mancini, AIC)
Al checkpoint di Qalandiya a Ramallah, ferito alla testa il leader palestinese Mustafa Barghouti. Secondo testimoni, a Gaza un manifestante palestinese è stato ucciso dalle forze di occupazione israeliane. In una Gerusalemme blindata, l’esercito a cavallo ha aggredito i manifestanti.
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