14 AGO 2012
I soldati controllano le carte d’identità delle donne al checkpoint di Qalandiya, a Ramallah, venerdì 10 agosto 2012 (Foto: Thayer Hastings, AIC)
Durante il mese sacro del Ramadan, i possessori di una carta d’identità della Cisgiordania (eccetto “i soggetti pericolosi”, ovvero donne e uomini di età compresa tra 12 e 40 anni) sono autorizzati ad entrare a Gerusalemme per un giorno, per pregare alla Moschea Al Aqsa.
Alcune donne attendono di passare il checkpoint per raggiungere Gerusalemme (Foto: Thayer Hastings, AIC)
In ogni altro giorno dell’anno, palestinesi con carta d’identità cisgiordana non sono autorizzati a mettere piedi nella Gerusalemme occupata. In migliaia giungono alle prime ore dell’alba di tutti i venerdì di Ramadan al checkpoint così da avere tempo a disposizione per entrare a Gerusalemme e tornare prima del tramonto, quando i musulmani rompono il digiuno.
Uomini attendono che il checkpoint di Qalandiya apra (Foto: Thayer Hastings, AIC)
La gente comincia ad arrivare alle 5 del mattino.
Non ci sono strade per l’ingresso al checkpoint (Foto: Thayer Hastings, AIC)
Al checkpoint di Qalandiya, tra Ramallah e il Nord di Gerusalemme, si comincia separando gli uomini dalle donne. Israele considera le donne palestinesi meno pericolose degli uomini. E così per loro l’attraversamento del checkpoint è relativamente più veloce: 15 minuti circa, compreso la perquisizione delle borse.
Donne che entrano al checkpoint di Qalandiya (Foto: Thayer Hastings, AIC)
Per uomini e ragazzi il percorso è molto più lungo. Al mattino presto il tempo medio per attraversa è di circa un’ora.
Uomini camminano vicino alla parola “Gerusalemme”, scritta in arabo (Foto: Thayer Hastings, AIC)
Dopo essere passati attraverso il primo controllo, gli uomini attendono in lunghe file prima di poter passare il checkpoint principale. Un tetto sottile li ripara dai caldi raggi del sole. Gli uomini vengono fatti ammassare lungo corridoi stretti e chiusi da sbarre, uno in fila dopo l’altro per passare il tornello. Il tornello è controllato elettronicamente e si apre solo per pochi secondi ogni volta.
Quattro gabbie portano ad un solo tornello, “ingresso” al checkpoint (Foto: Thayer Hastings, AIC)
Poco dopo, gli uomini entrano in un’altra serie di gabbie e tornelli che conducono all’ultimo controllo. I soldati dietro vetri antiproiettile urlano ordini in ebraico. La voce è dura e amplificata dai megafoni, inframmezzata da comandi in un cattivo accento arabo: “Stop”, “Vieni qui”, “Documenti”.
Una lunga attesa (Foto: Thayer Hastings, AIC)
Molti uomini vengono rimandati indietro per documenti non corretti.
Prigioni (Foto: Thayer Hastings, AIC)
Dopo il passaggio attraverso il metal detector e lo scanner a raggi x, gli uomini escono finalmente dal checkpoint di Ramallah con a disposizione poche ore per restare a Gerusalemme. In attesa della folla, dozzine di autobus aspettano fuori i paseggeri.
Le donne attendono gli uomini uscire dal checkpoint, all’ombra di una torretta militare (Foto: Thayer Hastings, AIC)
I musulmani arrivano a Gerusalemme da ogni direzione per poter pregare ad Al Aqsa
I visitatori scendono le scale che portano alla Porta di Damasco (Foto: Thayer Hastings, AIC)
Nella Città Vecchia le strette stradine diventano affollate come il checkpoint. Ma l’umore è pacifico e di festa. Una massa tranquilla si riversa sulla Città Vecchia, mentre giunge il suono della chiamata alla preghiera.
I fedeli si ritrovano all’entrata del Monte del Tempio (Foto: Thayer Hastings, AIC)
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