Gaza: “Free the holy land sea”

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I pescatori hanno allestito una tenda al porto di Gaza City dove sono state esposte immagini delle aggressioni in mare e striscioni con messaggi di solidarietà.

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martedì 17 dicembre 2013 17:20

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di Rosa Schiano

Gaza, 17 dicembre 2013, Nena News – “Free the holy land sea” è una tre giorni di protesta dei pescatori di Gaza che è iniziata oggi e terminerà giovedì 19 dicembre. I pescatori, supportati dai principali centri per i diritti umani di Gaza (Palestinian Center for Human Rights e Mezan Center for Human Rights), hanno allestito una tenda al porto di Gaza city ella quale sono state esposte fotografie riportanti violazioni che subiscono, scattate durante le aggressioni in mare e striscioni con messaggi di solidarietà.

La tre giorni è una protesta contro il blocco navale sulla Striscia di Gaza rafforzato da Israele attraverso i constanti attacchi contro i pescatori palestinesi.

Nella struttura questa mattina erano presenti pescatori, attivisti internazionali e palestinesi per i diritti dei pescatori e dei detenuti politici, le organizzazioni per i diritti umani. Esponenti politici sono venuti a dare il loro saluto ed esprimere solidarietà ai pescatori.

“Dallo scorso anno l’ attacco massiccio contro i pescatori palestinesi è diventata una prassi delle forze navali israeliane.L’attacco sui diritti fondamentali dei pescatori, sui loro mezzi di sostentamento, rende impossibile la vita a migliaia di pescatori”, ci ha detto Khalil Shaheen, Direttore del dipartimento di Economia e Diritti Sociali del Palestinian Centre for Human Rights (PCHR).

“Dal settembre 2009 fino al giorno corrente, due pescatori palestinesi sono stati uccisi, 24 sono i pescatori feriti, almeno 150 i pescatori arrestati, 49 le barche confiscate dalle forze israeliane, ed almeno 120 barche sono state ditrutte parzialmente o totalmente, compreso durante l’ultima operazione militare israeliana Pilastro di Difesa, durante la quale anche i porti della Striscia di Gaza sono stati colpiti”, ha proseguito Shaheen. “I pescatori palestinesi stanno perdendo l’ 85% del loro introito annuale a causa delle restrizioni sull’area marittima e del blocco navale. Penso sia molto importante inviare un chiaro messaggio in sostegno dei pescatori. Per Natale ed il nuovo anno, i pescatori chiedono ai loro amici e fratelli nel resto del mondo di convincere l’occupazione israeliana a porre fine al blocco illegale sulle acque di Gaza e di liberare il mare della Terra Santa, di concedere ai pescatori i loro diritti”, ha concluso Shaheen.

Tra i pescatori presenti questa mattina, anche Salim Al Faseh, 57 anni, ferito dal fuoco dell’esercito israeliano nel mese di settembre mentre pescava su un peschereccio a circa 6 miglia dalla costa. I proiettili avevano tranciato il mignolo della sua mano destra e distrutto parte del tessuto interno. Salim dovrà aspettare il mese di febbraio, quando il fissatore interno all’arto verrà rimosso, per sapere se potrà usare nuovamente le dita. “A Dio piacendo questo evento aiuterà i pescatori”, ci ha detto Salim.

“Il settore ittico è quello che soffre maggiormente a Gaza – ha aggiunto – Soffriamo per la mancanza di carburante, per i limiti imposti sull’area marittima, i materiali non adatti. Tutto ciò sta facendo morire la professione della pesca”.

Nel porto si respirava un’area serena, dopo i terribili giorni di tempesta incessante di pioggia che aveva allagato strade ed abitazioni della Striscia, il sole è tornato a splendere. Alcuni pescatori raccoglievano il pesce dalle reti delle loro piccolo barche, altri sedevano al sole accanto a noi e si parlava delle enormi difficoltà quotidiane, soprattutto delle difficoltà economiche che affliggono i pescatori di Gaza

. L’assedio che Israele impone sulla Striscia di Gaza incide tragicamente sulle condizioni economiche e sociali dei palestinesi. Sono piu’ di 75.000 le persone che dipendono dal settore della pesca come principale fonte di sussistenza. Israele ha progressivamente imposto restrizioni ai pescatori palestinesi sull’accesso al mare. Le 20 miglia nautiche stabilite sotto gli accordi di Jericho nel 1994 tra Israele e l’Organizzazione di Liberazione della Palestina (OLP), sono state ridotte a 12 miglia sotto l’Accordo Bertini nel 2002. Nel 2006, l’area acconsentita alla pesca è stata ridotta a 6 miglia nautiche dalla costa. A seguito della offensiva militare israeliana “Piombo Fuso” (2008-2009) Israele ha imposto un limite di 3 miglia nautiche dalla costa, impedendo ai palestinesi l’accesso all’ 85% delle acque a cui hanno diritto secondo gli accordi di Jericho del 1994.

Gli accordi raggiunti tra Israele e la resistenza palestinese dopo l’offensiva militare israeliana di novembre 2012, “Pilastro di Difesa”, hanno acconsentio ai pescatori di Gaza di raggiungere nuovamente le 6 miglia nautiche dalla costa. Nonostante questi accordi, la marina militare israeliana non ha cessato gli attacchi contro i pescatori di Gaza, anche all’interno di questo limite. A Marzo 2013, Israele ha imposto nuovamente un limite di 3 miglia nautiche dalla costa, affermando che tale decisione era stata presa a seguito dell’invio di alcuni razzi palestinesi verso il sul di Israele. Mercoledi’ 22 maggio, le autorità militari israeliane hanno diffuso attraverso alcuni media la decisione di estendere nuovamente il limite a 6 miglia nautiche dalla costa.

Le forze militari israeliane continuano ad attaccare i pescatori palestinesi anche all’ interno dell’ultimo limite imposto all’interno delle acque di Gaza. Soltanto nel mese di novembre, riporta il Pchr, si sono verificati 12 attacchi, nel corso di uno dei quali un pescatore è rimasto ferito da arma da fuoco, e 6 pescatori sono stati arrestati e tre barche confiscate. Questi attacchi costituiscono una violazione del diritto umanitario internazionale.

La campagna “Free the Holy Land Sea” è sostenuta dal PCHR (Palestinian Center for Human Rights), al-Mezan Center for Human Rights, attivisti per i detenuti palestinesi, l’Unione Generale dei Pescatori, l’ International Solidarity Movement, il Palestinian Press Network, sostenitoridei diritti dei pescatori, e l’Associazione Unadikum.

La tenda rimarrà allestita dalle 10 alle 14.00 fino a giovedi, quando si terrà una marcia verso gli uffici delle Nazioni Unite. Nena News

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=93455&typeb=0&Gaza–Free-the-holy-land-sea-

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