Wednesday, 12 October 2011 10:19 Silvia Todeschini, dal sito http://libera-palestina.blogspot.com/
Ieri mattina è stato il momento delle donne: circa 30 di esse si sono unite allo sciopero della fame. Ogni lunedì madri sorelle e mogli dei prigionieri si trovano alla croce rossa per mantenere alta l’attenzione sui loro cari.
Ieri, l’usuale sit-in era particolarmente popolato, ed in 30 hanno deciso di cominciare lo sciopero della fame. Tra queste c’è Taragi, il cui marito è in carcere da quasi 6 anni. Viene da Khuza’a, la sua casa si trova a poche centinaia di metri dal confine, ed ha allevato da sola le sue 5 figlie.
Adesso una è sposata e tra qualche mese avrà un bambino, un’altra si sposerà a giugno quando il padre uscirà di galera, e le altre vanno a scuola con ottimi risultati. Racconta che, quando era ancora autorizzata ad andarlo a trovare, nel 2005, era costretta a passare attraverso numerosi ed umilianti controlli, le sue figlie dovevano spogliarsi completamente di fronte alle soldatesse “mi faceva sentir male vedere le mie figlie nude di fronte alle militari israeliane, te come ti sentiresti?”.
Passato Erez dovevano attraversare altri interminabili check point, dove dovevano aspettare per ore sotto il sole, “non venivamo trattate come esseri umani”. Una volta arrivata alla prigione, dopo tutte queste traversìe, si trovava a poter vedere il marito solo attraverso un vetro, e potergli parlare solo attraverso un telefono, ovviamente controllato, la cui linea veniva tagliata a piacere dei secondini.
“Mio marito veniva picchiato di fronte ai nostri occhi, di fronte agli occhi delle mie figlie. Immagina come dovevano sentirsi questa bambine!”
La cosa bella di chi sciopera è che non esplicita l’appartenenza a nessun partito politico. La maggior parte di essi sono dal Pronte Popolare, ma ci sono anche persone del Fronte Democratico, di Fatah e della Jihad Islamica; nonostante ciò nessuno porta addosso simboli del proprio partito, o sciarpe o oggetti facenti riferimento alla propria appartenenza politica.
A chi non segue queste regole vengono temporaneamente sequestrate le bandiere all’ingresso e restituite all’uscita. Ieri c’è stata anche un’accesa discussione su delle magliette che qualcuno avrebbe dovuto regalarci: voleva metterci la foto di Akhmad Sa’adat, però i ragazzi si sono rifiutati chiedendo che venisse messa la foto di tutti i leader in carcere, di tutti i partiti.
Dal sito http://libera-palestina.blogspot.com/
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