di P. Rafiq Khoury, sacedote palestinese
Geries Sa’ed Khoury, presidente del centro Al-Liqa, è nato in Galilea nel 1952 ed è morto improvvisamente a Roma, il mattino del 3 gennaio 2016, nella Piazza di San Pietro. La sua morte in tali circostanze è stata un fulmine a ciel sereno per i suoi familiari, conoscenti, amici e collaboratori, in Palestina, nel mondo arabo e in diverse parti del mondo.
Il Dott. Geries Khoury si è impegnato con tutte le sue forze nella vita pubblica palestinese per circa 40 anni ed è diventato una figura incontestabile sulla scena nazionale, ecclesiale e culturale palestinese, lasciando la sua impronta nei diversi campi del suo impegno, soprattutto nel campo delle relazioni islamo-cristiane.
Era una personalità ricca di moltissime qualità.
Era un uomo di altissimo livello di integrità morale, incomparabile per la sua gentilezza, la sua apertura, la sua saggezza e il suo grande cuore.
Era il fratello e l’amico fedele, sincero, discreto e con un grande senso di umorismo.
Era il compagno di strada, che ascoltava, discuteva, dialogava, per arrivare con i suoi collaboratori alle migliori linee di azione.
Era il palestinese autentico, col suo senso nazionale, la sua appartenenza che non mollava mai e il suo impegno instancabile per tutto quello che riguarda la vita del suo popolo.
Era il pioniere del dialogo, che ha creduto nei ponti e non nei muri di separazione, andando all’incontro dell’altro con sincerità, amicizia, apertura e pazienza.
Era il pensatore che non lasciava nessun problema del suo popolo senza metterlo sul tappeto della riflessione per arrivare assieme ai suoi collaboratori a delle iniziative opportune.
Era il credente, con una fede profonda, una fede che era, nello stesso tempo, la sua via verso Dio e verso l’uomo.
Era il cristiano, che non immaginava la sua fede se non incarnata e radicata nel suo ambiente palestinese e che non vedeva la sua fede che al servizio della Chiesa e della suo popolo.
Era il ricercatore, che sapeva mettersi seriamente al lavoro, cercando, comparando, analizzando, sempre alla ricerca della verità.
Era l’uomo di azione e di iniziativa, che non si è mai rifugiato tranquillo nella sua torre d’avorio, ma è andato sulla pubblica piazza, prendendo un’iniziativa dopo l’altra senza mai fermarsi, nonostante ostacoli e difficoltà.
Geries Khoury era tutto questo e anche di più. Ha lasciato un vuoto difficile da colmare.
Era nato a Fassouta, nell’alta Galilea, in una famiglia e un ambiente povero. Quando ha aperto gli occhi alla vita, intorno a lui si raccontavano storie di espulsione, di carovane di profughi, di espropriazione, dopo l’occupazione israeliana e la fondazione dello stato israeliano nel 1948. La nakba l’ha profondamente segnato. La stessa sua famiglia è stata colpita da questi tragici avvenimenti, ma ha cercato in ogni modo e con amore di rimanere attaccata alla propria terra. Dopo gli studi elementari nella scuola del paese, è stato mandato a Nazareth per i suoi studi secondari. Ed è lì che è stato scelto dal vescovo della Galilea per continuare i suoi studi universitari a Roma nella speranza poi di farsi sacerdote. Ha fatto degli studi di filosofia, di teologia e studi orientali, per poi iscriversi nell’Università di Roma per continuare i suoi studi sull’Islam. Ha poi scoperto che la sua missione consisteva nel rimanere laico impegnato nella vita della Chiesa e del suo popolo.
Tornando in Terra santa e munito dalla sua fede e della sua scienza, si è impegnato nella nuova Università di Betlemme, fondata dalla Santa Sede, per insegnare nel dipartimento dipartimento di Studi Culturali. Ed è lì che si è legato da amicizia con acluni professori, cristiani e musulmani, e con loro ha fondato nel 1982 il centro Al-Liqa (che vuol dire ”Incontro”) per la promozione delle relazioni islamo-cristiane in Palestina, attraverso delle conferenze annuali su un tema che interessava musulmani e cristiani. Questa iniziativa non si è mai fermata, nonostante tutte le difficoltà e gli ostacoli. Gli Atti di queste conferenze erano stati pubblicati regolarmente ogni anno.
Nel 1985 Geries Khoury ha fondato la rivista “Al-Liqa” (quattro numeri all’anno) in arabo e più tardi anche in inglese, che non ha mai cessato di uscire regolarmente. Era soprattutto specializzata negli studi delle relazioni islamo-cristiane in Palestina, nel mondo arabo e nel mondo. Accanto a questa rivista, ha fondato “Le pubblicazioni del centro Al-Liqa”, dove ha pubblicato degli studi di autori musulmani e cristiani.
Ne 1987 ha fondato un altro ramo del centro Al-Liqa sotto il nome “teologia e Chiesa Locale”, nell’intento di sviluppare una teologia contestuale palestinese. A questo scopo ha organizzato delle conferenze annuali su temi riguardanti la teologia locale palestinese, volti a sviluppare un pensiero cristiano palestinese a partire dalla realtà e dalla cultura palestinese.
Nonostante tutti questi impegni ha trovato il tempo di scrivere alcuni libri importanti – accanto alle innumervoli conferenze nelle diverse parti del mondo – tra cui “L’Intifada del Cielo e della Terra”, “Cristiani Arabi”, “Arabi Cristiani e Musulmani”, “San Sofronio, Patriarca di Gerusalemme nel Settimo Secolo” (tutti in arabo). Ha anche pubblicato un libro in italiano sotto il titolo “Un Palestinese porta la croce”.
Il 3 Gennaio 2016 Geries si trovava in Piazza San Pietro a Roma nella fila dei pellegrini, per incontrare il papa Francesco, felice di incontrarlo con una delegazione palestinese di cristiani e musulmani. Tra le mani aveva con una lettera per il Pontefice e un regalo dalla Terra santa, quando, improvvisamente, è caduto morendo. E stata la sua ultima iniziativa per il suo popolo e la sua Chiesa, il gesto riassuntivo di tutta la sua vita.
Ha vissuto in piedi ed è morto in piedi.
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