GERUSALEMME EST, CENSURATI LIBRI PALESTINESI

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Le autorità israeliane sbianchettano i testi scolastici nelle scuole private palestinesi per depurarli delle parti che ritengono non allineate alla versione ufficiale della storia contemporanea e della geografia.

MICHELE GIORGIO

Roma, 26 ottobre 2011, Nena News – Libri di testo censurati nelle scuole  private palestinesi a Gerusalemme Est, la zona araba della città  occupata da Israele nel 1967. E’ la volta dei palestinesi di puntare  l’indice contro le autorità israeliane che in questi ultimi anni hanno  più volte messo sotto accusa il ministero dell’istruzione dell’Autorità  nazionale di Ramallah per i libri «politicamente scorretti» nei  confronti di Israele, adottati dalle scuole in Cisgiordania e Gaza.  Jalal Abukhater, commentatore palestinese ed una delle penne più  taglienti del sito arabo-ebraico 972mag.com, ha ottenuto una copia del  rapporto presentato dal Comitato per l’educazione (formato da esperti  della municipalità di Gerusalemme e del ministero dell’istruzione  israeliano) che riferisce in modo dettagliato quali parti sono state  sbianchettate dei libri di testo in uso nelle scuole palestinesi nella  città Santa. Ispiratore delle censure sarebbe il deputato Alex Miller,  del partito ultra-nazionalista Yisrael Beitenu, che presiede la  commissione istruzione della Knesset. Miller insiste da tempo affinché  il programma delle scuole private palestinesi rispetti alla lettera le  direttive del ministero dell’istruzione israeliano, così come sono già  costrette a fare le scuole pubbliche arabe. Jalal Abukhater sottolinea  che la censura attuata da Israele è una violazione della Quarta  convenzione di Ginevra che tutela la cultura e il sistema educativo dei  popoli sotto occupazione.

Il commentatore palestinese ci ha detto su  quali parti è passato il bianchetto del censore. Se fa notizia fino ad  un certo punto l’eliminazione dai libri palestinesi del logo dell’Anp e i  capitoli che raccontano la prima e la seconda Intifada, è invece molto  significativo il fatto che da un testo della prima elementare sia stata  cancellata la storia di una prigioniera palestinese che fa ritorno a  casa. Oppure che siano sparite vicende storiche dei secoli passati. In  un libro destinato alla quarta elementare è stato eliminato il capitolo  riguardante la vittoria del Saladino nella battaglia di Hittin, così  come l’assedio di San Giovanni d’Acri da parte di Napoleone. Da un testo  per la seconda elementare è svanito il racconto di una gita nella città  vecchia di Gerusalemme. Il bianchetto è passato anche su di una pagina  di un libro di geografia per le scuole medie nella quale, a proposito  del problema dell’inquinamento, si fa riferimento agli scarichi di fogna  di alcune colonie israeliane in Cisgiordania verso i villaggi  palestinesi. E’ inoltre sparito dal capitolo che descrive il problema  della siccità nella regione, il riferimento alla quantità di acqua  potabile a disposizione degli insediamenti colonici della Valle del  Giordano, largamente superiore rispetto a quella destinata ai civili  palestinesi. Infine il censore ha eliminato dai libri di storia per le  scuole superiori parti del capitolo relativo alla storia palestinese  dalla Dichiarazione di Balfour (1917) fino alla nascita di Israele  (1948) e la Nakba.
A Jalal Abukhater ha risposto il Jerusalem Post.  Le parti censurate erano soltanto una normale espressione del  nazionalismo palestinese o un serio tentativo di delegittimare lo Stato  ebraico, chiede il quotidiano israeliano. Per il Comitato per  l’educazione a Gerusalemme non ci sono dubbi: l’uso del bianchetto è  stato necessario per eliminare quelle parti dei libri che «incitavano  alla violenza e all’intolleranza». E in ogni caso i suoi membri ha detto  precisato di aver agito seguendo le direttive giunte dalla Knesset  tralasciando il particolare, certo non secondario, che il ministero  dell’istruzione israeliano non ha autorità sulle scuole private  palestinesi. Yohanan Manor, presidente di Impact, un’organizzazione che  fa il monitoraggio dei contenuti dei libri di testo, invece ha  denunciato «la crescente islamizzazione dei testi scolastici  palestinesi». Risultato inevitabile di queste misure israeliane è stato  l’abbandono da parte di molti insegnanti delle scuole private di  Gerusalemme Est dei libri censurati, sostituiti con testi ugualmente non  in linea con l’orientamento storico-politico del ministero  dell’istruzione. Nena News
Questo articolo e’ stato pubblicato il 26 ottobre 2011 dal quotidiano Il Manifesto

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