Gerusalemme Est, famiglia palestinese sotto sfratto a Silwan

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Wednesday, 16 November 2011 11:13 Emma Mancini (Alternative Information Center)

Silwan, quartiere palestinese a Gerusalemme Est (Foto: Emma Mancini, AIC)

Una famiglia palestinese residente da decenni nel quartiere di Silwan a Gerusalemme Est ha ricevuto l’ordine di lasciare la propria casa entro due settimane.

Dal 1991 la famiglia Sumarin vive nella costante minaccia di un trasferimento forzato. A lasciare senza un tetto i dodici membri della famiglia sarà Himnuta, braccio del Jewish National Fund (organizzazione semi-governativa fondata nel 1901 nell’obiettivo di acquistare e gestire le terre nella Palestina storica per la costruzione di colonie israeliane), giustificando lo sfratto con l’occupazione abusiva dell’edificio da parte dei Sumarin: quella casa apparterrebbe a Himnuta.

La popolazione palestinese di Silwan, circa 30mila persone, è costretta da decenni a subire demolizioni di case e sfratti, attacchi notturni da parte dell’esercito israeliano e arresti quotidiani. La ragione di una simile attenzione da parte delle autorità di Tel Aviv è la presenza della Città di Davide, sito archeologico costruito su terreni appartenenti al quartiere: un quarto delle terre comuni e delle abitazioni dei residenti di Silwan sono state confiscate dall’esercito.

E il progetto della Municipalità di Gerusalemme si spinge oltre: l’obiettivo è trasformare il 70% di Silwan in parcheggi, parchi e siti archeologici che celebrino l’antica presenza ebraica a Gerusalemme. A finanziare il piano di costruzione della Città di Davide è Elad, associazione dei coloni che hanno occupato parte degli edifici di proprietà palestinese nel quartiere.

Una casa del quartiere di Silwan occupata da coloni israeliani (Foto: Emma Mancini, AIC)

Il lungo caso legale della famiglia Sumarin altro non è che l’ennesimo caso di aggressione al martoriato quartiere di Silwan. L’ordine di evacuazione impone loro di lasciare volontariamente la propria casa entro il 28 novembre, in caso contrario saranno trasferiti con la forza. A ciò si aggiunge una sanzione amministrativa impossibile da pagare: due milioni di shekel (circa 400mila euro) come forma di compensazione per Himnuta.

Domenica scorsa, ufficiali giudiziari del comune di Gerusalemme hanno bussato alla porta di casa Sumarin alla ricerca di informazioni riguardanti l’abitazione. “Ci hanno chiesto quante stanze avesse la casa – spiega Ahmed Sumarin, 28 anni – dove fosse la porta sul retro e chi vivesse qui”. Un altro membro della famiglia racconta amareggiato che uno degli ufficiali ha aggiunto con disprezzo che tra due settimane in questa casa si celebrerà un mezuzah, festa di ingresso di un inquilino ebraico in una nuova casa.

La famiglia Sumarin ha paura. Non ha un altro posto dove andare, se non la propria casa, dove vive da decenni. Ieri il legale della famiglia, Muhammad Dahleh, ha preparato un rapporto per chiedere l’annullamento dell’ordine di sfratto, puntando su errori tecnici compiuti nel procedimento.

Una delle abitazioni palestinesi di Silwan demolita dai bulldozer dell’esercito israeliano perchè considerata abusiva (Foto: Emma Mancini, AIC)

Un procedimento partito vent’anni fa, quando la casa fu dichiarata confiscata secondo la Legge di Abbandonata Proprietà e trasferita all’Autorità statale per lo Sviluppo. Nello stesso periodo, l’Autorità ha stretto un accordo con Himnuta: l’agenzia avrebbe ricevuto terra palestinese e abitazioni a Silwan in cambio di una terra vicino Wadi Ara, consegnata dal Jewish National Fund allo Stato di Israele.

Una volta ottenuta ufficialmente la terra, Himnuta l’ha girata a Elad, l’associazione di coloni di Gerusalemme Est, la stessa organizzazione coinvolta nella costruzione della Città di Davide. Tra le abitazioni sotto minaccia di confisca anche quella della famiglia Sumarin, situata a pochi metri dall’ingresso del sito archeologico e già circondata da coloni israeliani. Negli anni si sono susseguiti numerosi verdetti, sia a favore sia contro la famiglia palestinese. Fino al 2005 quando Himnuta ha ottenuto l’ok finale all’evacuazione dei Sumarin, che secondo la sentenza della Corte di Gerusalemme avrebbero dovuto versare come risarcimento un milione di shekel (200mila euro).

Negli anni a seguire Himnuta non ha mai concretizzato l’ordine di sfratto. Fino ad oggi: la famiglia Sumarin deve lasciare la propria casa e pagare due milioni di shekel. L’ennesimo caso di trasferimento forzato giustificato con leggi senza alcuna legalità internazionale. E il quartiere di Silwan continua a subire la sua personale pulizia etnica.

http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/11-aic-projects/3266-gerusalemme-est-famiglia-palestinese-sotto-sfratto-a-silwan

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