Gerusalemme occupata: l’esercito chiude la Moschea Al-Aqsa alla preghiera

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La Moschea Al-Aqsa nel Monte del Tempio, durante un venerdì di preghiera

Nel venerdì di preghiera, la più importante celebrazione settimanale per l’Islam, le forze di sicurezza israeliane hanno chiuso le porte della Moschea Al-Aqsa a Gerusalemme ai palestinesi di età inferiore ai 45 anni.

Un divieto improvvisato, ma comune che impedisce ai fedeli musulmani di raggiungere il terzo luogo sacro dell’Islam, la bellissima Cupola della Roccia che si erge al centro della Spianata delle Moschee, nella Città Vecchia di Gerusalemme.

Ieri i soldati hanno trasformato l’area in una zona militare, con un ingente dispiegamento di forze: tutti gli ingressi alla Città Vecchia sono stati chiusi, con controlli più intensi nei pressi della Moschea Al-Aqsa. Secondo un portavoce della Municipalità di Gerusalemme, la ragione di tale limitazione è stata dovuta agli scontri che il giorno prima si sono registrati nei quartieri di Gerusalemme Est. “Questo venerdì stiamo impedendo l’accesso alla Spianata ai musulmani sotto i 45 anni”, ha detto il portavoce della polizia, Luba Samri, citato dall’agenzia Associated Press. Contraddicendo il collega: secondo la poliziotta, la restrizione non è stata affatto dovuta alle violenze di giovedì.

Giovedì notte un palestinese è rimasto ferito negli scontri con la polizia di frontiera all’ingresso del campo profughi di Shuafat a Gerusalemme Est: le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco per disperdere un gruppo di manifestanti che ha lanciato pietre e Molotov.

Secondo associazioni e organizzazioni palestinesi, simili restrizioni sono in realtà legate al piano di giudaizzazione di Gerusalemme: l’obiettivo è ebraicizzare i siti islamici e arabi per completare il progetto israeliano di una Grande Gerusalemme priva di palestinesi.

Citata dall’agenzia italiana Infopal (http://www.infopal.it/leggi.php?id=18652), la Fondazione Al-Aqsa ha lanciato un nuovo allarme pochi giorni fa. Il nuovo target della Municipalità di Gerusalemme è il palazzo dei Califfi omayyadi, nel lato meridionale della Moschea Al-Aqsa. “Tutta l’area dell’Haram Sharif è stata destinata dalle autorità di occupazione israeliane a diventare un giardino biblico – ha detto un portavoce del’associazione – Oltre ad essere un progetto che sfigura l’architettura originaria della Città santa, si tratta anche di manovre molto pericolose in quanto contengono messaggi di violenza nei confronti dei palestinesi gerosolimitani. La Moschea di Al-Aqsa e tutta la Gerusalemme occupata subiscono quotidiani attacchi da parte di estremisti israeliani, polizia e militari”.

“L’intenzione israeliana – ha proseguito – potrebbe essere quella di collegare il palazzo in questione con il cuore della Gerusalemme antica, attraverso numerose aree storiche palestinesi da ‘Essawiyah fino alla Moschea di Al-Aqsa, passando da Wadi al-Joz fino al palazzo dei Califfi”.

Il quartiere palestinese di Silwan a Gerusalemme Est

Numerosi sono i piani israeliani di costruzione della propria storia a scapito dei quartieri di Gerusalemme Est. È il caso di Silwan, che sorge sotto le mura della Città Vecchia e che è minacciato da tempo dalla costruzione di un parco archeologico e della famosa City of David, sito con cui la Municipalità intende promuovere la storia e le origini delle comunità ebraiche in Palestina.

http://www.alternativenews.org/italiano/

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