GERUSALEMME. UNA NUOVA COLONIA ISRAELIANA PRIMA CHE TRUMP SE NE VADA

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tratto da: http://nena-news.it/gerusalemme-una-nuova-colonia-israeliana-prima-che-trump-se-ne-vada/

16 nov 2020

A due mesi dall’ingresso alla Casa Bianca di Joe Biden, Israele procede con la costruzione di un nuovo insediamento nella Città Santa, il primo in 20 anni, capace di separare definitivamente Betlemme e la Cisgiordania. Si allarga anche la colonia di Ramat Shlomo, al centro dello scontro tra Netanyahu e Obama nel 2010

In rosso la nuova colonia di Givat Hamatos (Fonte: Peace Now)

In rosso la nuova colonia di Givat Hamatos (Fonte: Peace Now)

di Chiara Cruciati

Roma, 16 novembre 2020, Nena News – La denuncia arriva da Ir Amin, organizzazione israeliana che monitora le violazioni compiute dalle autorità israeliane e l’avanzamento della colonizzazione: Tel Aviv ha deciso di procedere con la realizzazione di una nuova colonia a Gerusalemme est, territorio occupato nel 1967 e così considerato dal diritto internazionale. Il primo insediamento nuovo di zecca a Gerusalemme in due decenni.

Un passo in qualche modo atteso e temuto, vista la prossima uscita del presidente Donald Trump dalla Casa Bianca: le luci verdi finora concesse con estrema facilità dall’attuale amministrazione verrebbero a mancare con una presidenza democratica. Non che questo in passato abbia fermato o frenato la colonizzazione israeliana dei Territori Occupati, ma che di certo non garantisce a Israele il necessario silenzio internazionale (alla fine del 2016 l’allora amministrazione Obama fu protagonista di un’astensione storica alla mozione di condanna del colonialismo israeliano).

Il nuovo piano riguarda la costruzione di un nuovo quartiere-insediamento, Givat Hamatos, vicino al quartiere palestinese di Beit Safafa, a poca distanza da Betlemme e dal muro di separazione, una mossa che permetterebbe alle aziende costruttrici di partecipare alla gara d’appalto da subito, così da avere un vincitore pochi giorni prima dell’insediamento di Joe Biden.

Un quartiere, Beit Safafa, già spezzato in due negli ultimi anni dalla costruzione di un pezzo di autostrada che collega Tel Aviv alle colonie a sud della Cisgiordania. Identico l’obiettivo di Givat Hamatos, ma più “efficace”: separare la Cisgiordania da Gerusalemme est, Betlemme da Gerusalemme, eliminando quella continuità territoriale necessaria a parlare in futuro di uno Stato palestinese effettivo. Non a caso l’Autorità nazionale palestinese, il cui riferimento politico è da decenni uno Stato palestinese accanto allo Stato israeliano – ha parlato ieri di tentativo “che uccide la soluzione internazionalmente sostenuta dei due Stati”.

Già a febbraio il premier israeliano Netanyahu aveva annunciato la creazione di 3mila case a Givat Hamatos, di cui – aveva aggiunto – mille sarebbe state assegnate ai palestinesi di Beit Safafa e 2mila ai coloni israeliani. La scorsa settimana l’Autorità della Terra israeliana ha dato il via libera alla costruzione delle prime 1.200 unità abitative per coloni. E ieri è arrivata la denuncia di Ir Amin che ha definito i prossimi due mesi – quelli che dividono dall’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca – “un periodo critico”.

“Siamo convinti che Israele tenterà di usare questo tempo per portare avanti mosse che la futura amministrazione potrebbe opporre”, si legge in una nota dell’organizzazione. La mossa giunge a pochi giorni dall’approvazione della costruzione di 96 unità abitative nella colonia di Ramat Shlomo, sempre a Gerusalemme, insediamento che nel 2010 portò a uno scontro significativo tra l’allora presidente Obama (e il suo vice Biden) con il governo Netanyahu.

E a metà ottobre, nelle stesse ore in cui la Knesset ratificava l’Accordo di Abramo (la normalizzazione dei rapporti con Emirati Arabi, Bahrain e Sudan), l’Amministrazione civile israeliana approvava la costruzione di 5mila case per coloni in insediamenti in Cisgiordania, portando così a 12.159 il numero di nuove unità abitative per coloni approvate nel solo 2020, record dal 1967.

Di scontri non ce ne saranno questa settimana quando il segretario di Stato Mike Pompeo visiterà la regione e arriverà in Israele mercoledì. Qui visiterà una colonia israeliana, illegale per il diritto internazionale, Psagot, segnando un precedente pericoloso, come lo ha definito il primo ministro dell’Anp, Mohammad Shtayyeh. Nena News

 

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