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GIÙ LE MANI DALLA SCUOLA DI GOMME – di Nandino Capovilla

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20 luglio 2018

GIÙ LE MANI DALLA SCUOLA DI GOMME.

Maestra, non ho dormito neanche stanotte… Domattina ci sarà ancora la nostra scuola?“ Ma il tempo è scaduto. Il tempo necessario a fermare la mano criminale di uno stato responsabile di questa incredibile decisione, non c’è più.

Il piano di deportazione dei beduini jahalin dal loro villaggio di Kan-al-amar è chiaro: bambini e insegnanti non verranno arrestati come in queste ore gli attivisti israeliani e internazionali ma spostati in una terra privata palestinese da anni destinata a discarica della grande città di Gerusalemme.

La visita stamattina dell’ennesimo ministro dell’AnP, dopo decenni di totale disinteresse, si mescola alla nostra di pellegrini di giustizia di Pax Christi.

Le donne ci portano il the mescolato all’amarezza di ogni volto sconvolto dalla paura: “suora, sai che i coloni scendono spesso di notte tutti incappucciati seminando il terrore? Chi mi darà una mano?” Suor Agnese, che teme l’effetto domino per cui demolito questo villaggio Israele potrebbe abbatterli tutti, ci propone di appoggiare il palmo della nostra mano sul muro della scuola, per impegnarci a custodire la lotta di Kahn-al-Amar. Sono mani che dicono sgomento e impegno. Ma potrebbero essere le ultime foto dopo una distruzione totale.

Per non impazzire, mentre ripetiamo al vento del deserto GIÙ LE MANI DALLA SCUOLA DI GOMME, offriamo le nostre mani per non dire un giorno “io non sapevo“.

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GIÙ LE MANI DALLA SCUOLA DI GOMME – di Nandino Capovilla

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