martedì 7 marzo 2017
Haaretz : Israel’s Ugly New Travel Ban Tells the World: Stay Away if You Don’t Agree with us
Sintesi personale
Il divieto di Israele contro gli attivisti del BDS, approvata dalla Knesset nella notte di Lunedì, apparentemente non cambia sostanzialmente nulla. Le autorità alle frontiere di Israele e negli aeroporti già hanno piena discrezionalità per tenere fuori chi vogliono, numerosi potenziali visitatori sono nella lista nera e allontanati perché si crede siano ostili a Israele.
Non hanno bisogno di questa legge per bloccare l’ingresso al visitatore, ma, in realtà, cambia tutto. La dichiarazione trasmette un chiaro messaggio a coloro che si oppongono all’occupazione e scelgono di non acquistare i prodotti degli insediamenti: “Non sei più il benvenuto“
E’ un cambiamento drastico nel rapporto di Israele con il mondo esterno.
mentre, coloro che credono nel valore di Israele, hanno sempre predicato di visitare il Paese per verificare.
Io stessa quando ho incontrato all’estero persone disposte a discutere le politiche di Israele, anche quelle che si oppongono alla stessa esistenza dello stato a seguito dell’occupazione, la mia risposta è sempre la stessa: un invito a visitarlo. “Beh, sei stato di Israele?” Chiedo loro al momento opportuno. La risposta è quasi sempre negativa e così io dico loro: “bene, vieni a vedere di persona. Poi deciderai”
Il mio pregiudizio è che solo osservando direttamente questo agonizzante e complessa nazione, si può raggiungere una conclusione. Finora il governo di Israele e coloro che lo sostengono hanno condiviso questo approccio. Il governo israeliano e organizzazioni non governative hanno investito milioni – probabilmente miliardi – a questo fine. Birthright Israel ha investito fondi governativi per organizzare viaggi per opinion maker, per celebrità dello spettacolo e dello sport. Lo stesso obiettivo se lo pongono le organizzazioni ebraiche americane: AIPAC, federazioni ebraiche e J Street: portare mediatori di potere da Washington a visitare il paese, a parlare con la gente, a partecipare ai dibattiti liberi, aperti e dinamici della società di Israele.
La nuova legge, rivolta a ebrei e non ebrei, avrà conseguenze sul rapporto Israele.
Diaspora Ora, per la prima volta, Israele rifiuta gli ebrei della diaspora che sono impegnati, che hanno un rapporto con Israele, che hanno a cuore il suo destino così profondamente che stanno cercando di fare qualcosa scegliendo attivamente di non sostenere gli insediamenti. Con questa nuova legge il messaggio ai giovani ebrei e al resto del mondo non è più: “Venite a vedere di persona, discutiamo, cercate di cambiare le vostre opinioni. Sappiamo che è complicato, ma cerchiamo di non porre fine al nostro rapporto “. Invece ora è: “Stay away. Se non sei d’accordo con noi, non c’è posto per te qui.“
Allison Kaplan Sommer Haaretz Correspondent
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