HEBRON. I coloni vincono il palazzo Al Rajabi

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12 mar 2014

La Corte Suprema ha riconosciuto i coloni legittimi proprietari dell’edificio conteso nella Città Vecchia. 65 famiglie palestinesi perderanno la loro casa. L’Hebron Rehabilitation Committee: “Ora una cintura di colonie”. 

 
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di Chiara Cruciati

Gerusalemme, 12 marzo 2014, Nena News – La famiglia Rajabi ha perso. Ieri la Corte Suprema israeliana ha riconosciuto i coloni israeliani come legittimi proprietari del palazzo conteso nella Città Vecchia di Hebron. Una disputa lunga sette anni, conclusasi ieri con un verdetto che permette ai coloni di impossessarsi di un edificio di 3.500 metri quadrati, quattro piani per venti appartamenti, nel quartiere di a-Ras, vicinissimo alla Moschea di Abramo e alla Tomba dei Patriarchi, luogo sacro per musulmani, cristiani ed ebrei, e anche alla imponente colonia di Kiryat Arba.

La Corte, oltre a riconoscere ai coloni la proprietà dell’edificio, ha imposto loro il pagamento di 217mila dollari come pagamento finale, mentre il Ministero della Difesa ha stabilito che la casa non potrà essere abitata per alcune settimane, fino a quando le forze militari non organizzeranno un sistema di sicurezza per i nuovi inquilini.

I coloni avevano occupato l’edificio Al Rajabi nel 2007, affermando di aver acquistato il palazzo dai proprietari palestinesi tre anni prima, nel 2004. Erano stati evacuati l’anno dopo su ordine della corte che non li autorizzava ad entrare nell’edificio fino a decisione definitiva del Ministero della Difesa, all’epoca guidato da Ehud Barak. In questi anni la famiglia Rajabi ha presentato petizioni e appelli ai tribunali israeliani, per impedire la confisca del palazzo e la sua consegna al movimento dei coloni di Hebron. Secondo la corte la vendita del palazzo attraverso un mediatore, Ayub Yosef Jabar, è valida, fatto contestato dalla famiglia Rajabi che da anni afferma di essere stata truffata dai coloni: i legittimi proprietari palestinesi non erano a conoscenza del fatto che dietro il presunto mediatore, ci fossero i coloni israeliani.

Che oggi festeggiano: “Siamo felici che la corte ci abbia dato ragione – ha commentato Neria Arnon, portavoce dei coloni – Stiamo aspettano l’approvazione finale del Ministero della Difesa, perché faccia il necessario per permetterci di vivere nel palazzo”. Diversa l’opinione del partito israeliano di sinistra Meretz, che vede nella sentenza un pericolo per la sicurezza e per i tentativi diplomatici di giungere ad un accordo di pace: “Si deve tenere a mente che ci sono 500 israeliani estremisti a Hebron che rendono al vita di 145mila palestinesi miserabile”, ha commentato Zehava Galon, leader di Meretz.

Pochi mesi fa l’Hebron Rehabilitation Committee, organizzazione creata nel 1996 per volere dell’Autorità Palestinese, che segue da anni il caso Al Rajabi, aveva avvertito del pericolo dell’eventuale occupazione del palazzo: “Se Israele occupa quell’edificio, lo stesso palazzo diventerà una colonia e collegherà l’insediamento di Kiryat Arba con quelli all’interno della Città Vecchia”, avevano detto il direttore dell’HRC, Emad Hamdan. Oggi, il palazzo è casa a 65 famiglie palestinesi che verranno cacciate dalla propria abitazione.

Destino simile a quello di centinaia di palestinesi residenti in Città Vecchia e costretti a lasciare l’area o perché costretti da ordini militari e occupazioni o perché impossibilitati a vivere una vita quotidiana fatta di aggressioni fisiche e psicologiche da parte di soldati e coloni.

Hebron (o Al Khalil, in arabo) è una delle più importanti città palestinesi in Cisgiordania. Per decenni, Hebron è stata una delle forze economiche trainanti in Cisgiordania, nel settore manifatturiero e tessile. E proprio tale centralità, economica e religiosa, ha trasformato Hebron in uno dei principali target dell’occupazione israeliana. Oggi la città vive una situazione unica: è la sola comunità della Cisgiordania dove i coloni israeliani vivono nella Città Vecchia. Una città divisa letteralmente a metà, tra palestinesi e coloni israeliani. Dopo il massacro del 1994 nella moschea di Abramo, quando il fanatico israeliano Baruch Goldstein uccise 29 palestinesi durante la preghiera del mattino, sopraggiunse il Protocollo di Hebron, parte degli accordi di Oslo del 1994. Così, la città è stata separata: H1, sotto controllo militare e civile palestinese, e H2, sotto quello israeliano.

Nel centro storico vivono oggi circa 500 coloni (protetti da oltre 2000 soldati israeliani) in cinque insediamenti che spezzano in due la città e impediscono il collegamento diretto tra i quartieri palestinesi a Nord e quelli a Sud. La Città Vecchia è divenuta così una vera e propria “città fantasma”: in H2, infatti, oltre mille abitazioni palestinesi sono ora vuote, il 41,9% del totale. Nena News

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