admin | October 2nd, 2011 – 9:52 am
Domani si apre il terzo meeting dei blogger arabi, a due anni dal precedente, che si era tenuto a Beirut nel 2009. I numeri e le date dicono, già da subito, che i blogger non sono nati quando i giornalisti (italiani) se ne sono accorti, e cioì nel 2011. I numeri e le date dicono anche che la riflessione interna, sul ruolo e sulle prospettive della comunità dei blogger, data da almeno tre anni. Dal primo meeting dei blogger della regione. Conclusione: una (piccola) società politica c’era già, prima delle rivoluzioni del 2011. E ora deve ragionare proprio sulla Primavera araba, sull’epopea e ora sulle sempre più evidenti difficoltà di tradurre l’epopea rivoluzionaria nelle democrazie nazionali. Due anni fa il loro meeting di Beirut fu importante per loro, e per quei pochi aficionados che li seguivano a distanza. Ora, ciò che uscirà dal meeting sarà importante per la democrazia in fieri dei propri paesi.
Difficoltà a parte, di cui i blogger mi sembra siano i primi a essere ben coscienti, è senza dubbio bello che il congresso si tenga a Tunisi. Come se tutto fosse tornato al luogo originario, al paese in cui – primo tra tutti i paesi arabi – una comunità di internauti/dissidenti si è sviluppata all’ombra dell’autocrazia di Ben Ali. Quando intervistai Sami Ben Gharbia col mio questionario sui blog arabi, nel 2005, era in esilio in Europa, e il suo sito era oscurato in patria, in Tunisia. Ora mi sembra di capire che sia tra gli organizzatori… Un cambio epocale, non solo del suo destino individuale. E il cambiamento è ancor più evidente nel rapporto con la sponda nord e la comunità internazionale: sotto l’autocrazia di Ben Ali venne infatti organizzato, proprio a Tunisi il WSIS, il summit mondiale sull’ICT, sull’information technology, che l’Onu volle pervicacemente tenere nel novembre del 2005. Nonostante la richiesta di boicottaggio del vertice, proprio in considerazione della stretta censura del web esercitata dal regime tunisino (ne fece le spese anche la mia Lettera22, tanto per confermare – anche – da quanto tempo ci occupiamo di queste cose…). Ospitare il summit sull’information technology, in un paese dove la censura bloccava internet, non sembrava proprio un modo per spingere Ben Ali a più miti consigli, nei confronti della sua dissidenza e di quel mondo che cercava nel web la propria agorà politica.
Sono passati sei anni, mese più mese meno, da quel novembre 2005. La tempesta del Secondo Risveglio arabo, di una nahda versione Terzo Millennio, ha spazzato via il regime di Zine el Abidine Ben Ali e della famiglia Trabelsi. La Tunisia è alla vigilia delle elezioni più importanti degli ultimi decenni, con tutte le difficoltà che porta una transizione. Non sembra, dunque, casuale che i blogger arabi si riuniscano a conclave proprio a Tunisi e proprio ora. E che solo la prima sessione, quella di domani, sia pubblica. E’ un vero e proprio conclave, della nuova società politica araba. Bisognerebbe ascoltarli, e capire cosa vogliono per il futuro loro e dei loro paesi. Forse, ancora una volta, qualche nostro stereotipo cadrà, si scioglierà al sole del Nord Africa. Almeno, me lo auguro.
Intanto, seguite il meeting su twitter. Il tag è semplice, efficace, come lo sono sempre questi ragazzi. #AB11
Un titolo per la playlist? Stamattina è difficile. E allora diamone due. Una, sicuramente a sorpresa è The Way the Were, Barbra Streisand. E’ un brano della mia generazione, in onore degli idealisti senza pre-giudizi, di quelli che vengono tacciati di essere visionari e ingenui. E poi una canzone egiziana (sdolcinata?) con le immagini epocali della rivoluzione del 25 gennaio. Ehlam maaya. Tanto per non dimenticare che gli internauti sono di carne e ossa, e non stavano a casa davanti al computer. E infine, il master, Rayes LeBled di El General, un brano che il rapper tunisino ha scritto, cantato e messo in rete prima della rivoluzione… Un rap contro Ben Ali, quando Ben Ali era ancora al potere. Rayes Lebled, il rais del paese.
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