La piccola irachena, nata con una malformazione congenita, è stata operata dal dottor Stefano Luisi a Massa Carrara. A sostenere l’intervento l’associazione Palestine Children’s Relief Fund. E se le missioni italiane nei Territori Palestinesi Occupati continuano, i fondi pubblici per la cooperazione scarseggiano.
DI EMMA MANCINI
Roma, 23 luglio 2011, Nena News (nella foto, il dottor Stefano Luisi con un piccolo paziente) – Sana ha quattro anni e vive a Alambar, in Iraq. Soffre di una forma particolare di Tetralogia di Fallot, una malformazione cardiaca congenita: Sana è nata senza il tronco dell’arteria polmonare.
Ma qualche giorno fa, per Sana Hatem Shakir è iniziato un percorso nuovo. È atterrata in Italia, grazie al Palestine Children’s Relief Fund, organizzazione umanitaria no profit che da 20 anni fornisce cure specializzate a bambini arabi malati, che non possono essere curati nei Paesi di origine. Il 17 luglio è stata operata dal cardiochirurgo Stefano Luisi, dell’equipe chirurgica pediatrica dell’Ospedale del Cuore di Massa Carrara. Un medico particolare, che da anni mette le mani nei piccoli cuori di bambini palestinesi, iracheni, siriani e li “riaggiusta”.
“Quello che abbiamo compiuto su Sana domenica scorsa – ha spiegato a Nena News il dottor Luisi – è stato un intervento preliminare, non definitivo. L’obiettivo è unifocalizzare le arterie polmonari (ovvero, connettere quelle centrali ai vasi collaterali) e ricreare un letto polmonare, farlo crescere e poi compiere l’operazione definitiva”.
Seppur Sana sia in età già avanzata, il primo intervento è andato molto bene. “Abbiamo messo un condotto tra il ventricolo destro e l’arteria polmonare – ha continuato il dottor Luisi – e poi abbiamo compiuto la unifocalizzazione. Nella prossima operazione, che probabilmente verrà svolta in Giordania, affronteremo una nuova tappa”.
Prima di dimetterla, infatti, verrà effettuato su Sana un cateterismo cardiaco per capire se la nuova operazione andrà programmata subito o sia più conveniente aspettare. In ogni caso, il cardiologo italiano continuerà a seguirla, mantenendo stretti contatti con i medici che Sana troverà in Iraq.
Ad accogliere Sana e la madre Ameerah la calda comunità palestinese di Massa. “Sana è stata fortunata – ha spiegato a Nena il dottor Luisi – In realtà il Palestine Children’s Relief Fund aveva finanziato l’operazione di un’altra ragazzina, operazione che poi è saltata. E allora i soldi sono stati utilizzati per operare Sana. La situazione dell’ospedale non è ottimale da questo punto di vista: i fondi per la cooperazione scarseggiano, la Regione Toscana ha abbassato il livello dei finanziamenti. Riusciamo ad operare casi di questo tipo solo grazie a donazioni, come nel caso del Palestine Fund”.
Bambini palestinesi nella sala giochi di un ospedale
E sono stati tanti i bambini arabi passati sotto i ferri di Luisi: quattordici i palestinesi, molti siriani, tanti iracheni. E tanti anche quelli curati nei loro Paesi di origine, nelle missioni che il Palestine Children’s Relief Fund finanzia. “Ho fatto 18 missioni in Palestina con il PCRF – ha continuato Luisi – Nel 2010 le missioni sono state sei. Il mio ospedale, il Pasquinucci di Massa, ha fornito gratuitamente il personale medico e ausiliare (circa 40 persone dal 2007 ad oggi) per sostenere l’attività dell’ospedale Al Makassed, un ospedale palestinese a Gerusalemme Est. Alcuni medici, infermieri, tecnici di circolazione extracorporea, ingegneri clinici ed informatici palestinesi sono venuti a Massa per periodi di apprendimento. Tutto questo nell’ambito del Progetto della regione Toscana ‘Cardiochirurgia pediatrica in Palestina’”.
In questo momento Martina Luisi, dipendente del Centro Mondialità di Livorno ed ideatrice del progetto attuale, sta lavorando per allargare la collaborazione con il PCRF anche ad altre discipline ed altri ospedali toscani, come il Meyer di Firenze e la ASL di Lucca, nell’ambito di un più ampio progetto della Regione Toscana rivolto alla cura dei bambini palestinesi.
Dal 1990 ad oggi, il PCRF ha permesso a mille bambini di ricevere cure in Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Australia, Inghilterra, Belgio, Arabia Saudita e Emirati Arabi. Inoltre, organizza missioni in Palestina e nei campi profughi di Libano e Siria, durante le quali equipe di esperti provenienti da tutto il mondo si impegnano nella formazione del personale locale e nella specializzazione in settori come la chirurgia, la pediatria, l’ortopedia.
Senza dimenticare, appunto, il reparto di Cardiochirurgia Pediatrica aperto in Palestina al Makassed Hospital di Gerusalemme Est e sostenuto dai finanziamenti della Regione Toscana e del PCRF. Solo nel 2011, il Palestine Fund ha organizzato dieci missioni al Makassed, una delle quali italiana: lo scorso 17 giugno, tre medici italiani di Bergamo, il chirurgo Giancarlo Crupi, e i dottori Federico Brunelli e Lorenzo Grazioli, hanno trascorso una settimana nell’ospedale di Gerusalemme Est effettuando numerose operazioni su bambini affetti da malformazioni cardiache.
Ma non solo: missioni vengono organizzate a Nablus, Betlemme, Ramallah: i bambini palestinesi residenti in Cisgiordania non hanno la possibilità di accedere a Gerusalemme per ricevere le cure necessarie. Sono centinaia i minori che vivono nei Territori Palestinesi Occupati a cui sono state diagnosticate forme tumorali. A causa dell’occupazione militare della Cisgiordania e dell’assedio della Striscia di Gaza, è quasi impossibile per i genitori portarli in Israele a Gerusalemme Est. E i bambini restano senza cure. Nena News
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