Un’importante, e purtroppo sottaciuta, risoluzione del Parlamento Europeo è stata emanata nei giorni scorsi. Ne diamo di seguito un estratto, sottolineando ancora una volta come, almeno a parole e concetti, la comunità internazionale sembri sapere con grande chiarezza dove stia la legalità. Coraggio allora! Che la forza del diritto prevalga davvero, nei fatti, sul diritto alla forza violenta e indiscriminata!
RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
del 5 luglio 2012
Il Parlamento Europeo
esprime profonda preoccupazione per gli sviluppi sul terreno nel settore C della Cisgiordania e a Gerusalemme Est e sottolinea l’importanza di proteggere la popolazione palestinese e i suoi diritti nel settore C e a Gerusalemme Est, fattore essenziale per preservare la fattibilità della soluzione fondata su due Stati;
ribadisce che tutti gli insediamenti sono illegali in base al diritto internazionale e invita il governo israeliano a sospendere completamente la loro costruzione ed estensione in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, nonché a smantellare tutti gli avamposti costruiti dal marzo 2001;
condanna con fermezza tutti gli atti di estremismo, violenza e molestia commessi dai coloni contro la popolazione civile palestinese e invita il governo e le autorità israeliani ad assicurare i colpevoli alla giustizia e a renderli responsabili delle loro azioni;
Chiede allo stato d’Israele di:
– garantire l’immediata cessazione delle demolizioni di edifici, degli sfratti e dei trasferimenti forzati dei palestinesi,
– agevolare le attività palestinesi di pianificazione e costruzione e la realizzazione dei progetti di sviluppo palestinesi,
– agevolare l’accesso e la circolazione, e l’accesso dei palestinesi ai terreni agricoli e ai pascoli,
– garantire un’equa distribuzione delle risorse idriche per soddisfare le esigenze della popolazione palestinese,
– migliorare l’accesso della popolazione palestinese a servizi sociali e di assistenza adeguati, in particolare nei settori dell’istruzione e della sanità pubblica, nonché
chiede che sia messa fine alla detenzione amministrativa senza accuse formali o processo da parte delle autorità israeliane nei confronti dei palestinesi, che sia garantito l’accesso a un processo equo per tutti i detenuti palestinesi e che siano rilasciati i prigionieri politici palestinesi, in particolare i membri del Consiglio legislativo palestinese, tra cui Marwan Barghouti, e le persone sottoposte a misure di detenzione amministrativa; chiede inoltre l’immediata liberazione di Nabil Al-Raee, direttore artistico del teatro Libertà del campo profughi di Jenin, arrestato il 6 giugno 2012 e da allora detenuto; accoglie favorevolmente l’accordo raggiunto il 14 maggio 2012, che ha portato alla conclusione dello sciopero della fame dei prigionieri palestinesi, e ne chiede la piena e immediata attuazione;
chiede la protezione delle comunità beduine della Cisgiordania e del Negev nonché il pieno rispetto dei loro diritti da parte delle autorità israeliane, e ne condanna ogni violazione (ad esempio la demolizione di abitazioni, i trasferimenti forzati, le limitazioni del servizio pubblico); chiede inoltre, in tale contesto, il ritiro del piano Prawer da parte del governo israeliano;
Esorta nuovamente l’UE e gli Stati membri a svolgere un ruolo politico più attivo, anche in seno al Quartetto, nell’ambito degli sforzi volti a conseguire una pace giusta e duratura tra israeliani e palestinesi; sottolinea ancora una volta il ruolo centrale del Quartetto e continua a sostenere gli sforzi dell’Alto rappresentate volti a dar vita a una prospettiva credibile per il rilancio del processo di pace;
Ribadisce il suo appello per la cessazione immediata, duratura e incondizionata del blocco della Striscia di Gaza per quanto concerne le persone e il flusso di aiuti umanitari e di merci, come pure per l’adozione di misure che consentano la ricostruzione e la ripresa economica della regione.
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