Scritto da Associazione Mercoledì 02 Gennaio 2013 07:58
Haaretz.com
24.12.2012
http://www.haaretz.com/news/features/the-shin-bet-s-murky-world-of-delegitimization.premium-1.489521
Kobi Snitz, foto dal Van Leer Jerusalem Institute
Il torbido mondo della “delegittimazione” dello Shin Bet.
La settimana scorsa, un matematico israeliano è stato chiamato per un interrogatorio da parte del servizio di sicurezza interna e gli è stata promessa per la prossima volta una sessione molto meno piacevole.
di Amira Hass
Tra le sue attività il servizio di sicurezza Shin Bet comprende un qualcosa che prende in nome di “delegittimazione”. Almeno questo è ciò che si può dedurre dalle dichiarazioni fatte da un agente dello Shin Bet a un attivista di sinistra, il Dr. Kobi Snitz, che mercoledì era stato convocato per un interrogatorio. Lo Shin Bet non ha risposto alla richiesta di Haaretz di definire in che cosa consiste la “delegittimazione” o di indicare in che modo delle attività al riguardo rientrino nel suo ambito o in quale paragrafo di quale legge.
Snitz, è un matematico di 41 anni impiegato presso in Weizmann Institute of Science di Rehovot. Egli venne convocato dallo Shin Bet per un interrogatorio per la prima volta due anni fa. Questa volta, “presso la stazione di polizia di Rehovot c’era la stessa Rona della volta precedente”, ha dichiarato Snitz, riferendosi ad un’investigatrice dello Shin Bet che aveva interrogato e /o ammonito diversi altri attivisti di sinistra.
Snitz ha preso parte, per più di 13 anni, a manifestazioni contro la barriera di separazione della West Bank organizzate dai residenti dei villaggi palestinesi. Egli è anche un membro attivo dell’organizzazione israeliana Boicotta dall’Interno che appoggia l’appello palestinese per un boicottaggio di Israele, il disinvestimento e le sanzioni.
“Con Rona c’era anche un altro chiamato, se non erro, Mati e disse di essere un direttore o capo di un dipartimento. Non disse di quale dipartimento, ma presumo che fosse il dipartimento ebraico. Affermò che al momento lavorava sull’estrema sinistra e sulla delegittimazione.
“Il loro comportamento, per quanto riguarda la mia esperienza e quella degli altri attivisti che mi hanno riferito dei loro interrogatori è abbastanza normale. La sola nuova svolta che notai riguardò l’inserimento della “delegittimazione”. Non chiesi che cosa significasse in quanto in precedenza avevo detto che con loro non avrei parlato e non avrei affrontato alcun tipo di discussione. Mati non fece riferimento a Boicotta dall’Interno ma parlò di manifestazioni in genere e del fatto che esse richiedono un permesso.
“Affermò che dei soldati erano stati feriti e che, a quanto si diceva, partecipavo a manifestazioni violente. Mi minacciò dicendo, più o meno, che stava sentendo il mio nome troppo spesso e che se non avessi smesso avrebbe usato maniere molto meno piacevoli – e che mi avrebbe messo sotto processo.”
A differenza di Mati, Rona leggeva da un foglio stampato, “come stesse leggendo la Torah”, ha raccontato Snitz. Lei scrisse a mano su un foglio e me lo lesse: “Allo Shin Bet stiamo seguendo le tue attività; questa è una democrazia, ma se uno viola la legge….non ti permetteremo di violare la legge.”
Nella sua risposta rilasciata ad Haaretz, lo Shin Bet ha sostenuto di possedere “informazioni dalle quali risulta che il Dr. Kobi Snitz è coinvolto nell’organizzazione di raduni illegali e di ingresso illegale in aree della West Bank ad accesso riservato. Il Dr. Snitz è stato convocato presso la stazione di polizia di Rehovot per essere interrogato riguardo alle sue attività.”
Secondo lo Shin Bet, “In quell’occasione, il Dr: Snitz venne avvertito della gravità delle attività illegali che gli erano state attribuite e venne ammonito che sarebbero stati messi in atto nei suoi confronti provvedimenti di ordine pubblico qualora continuasse a comportarsi illegalmente, come precedentemente menzionato. La condotta dello Shin Bet è stata assolta ai sensi dell’autorità e della missione conferitegli dalla legge.”
Il sito web di Boicotta dall’Interno contiene una lunga lista di domande e di risposte, compresa la seguente: “Questa è un’iniziativa svolta da attivisti israeliani che per molti anni si sono dati da fare per cercare di cambiare la situazione tramite svariate attività e campagne. Abbiamo deciso di sostenere l’appello palestinese per un boicottaggio quando ci siamo resi contro che gli altri nostri sforzi, pure importanti e necessari, non erano stati sufficienti a portare a un cambiamento reale. L’opinione pubblica israeliana e il programma politico del paese cambieranno solo quando il prezzo per conservare lo status quo diverrà troppo alto. Speriamo che la campagna BDS conseguirà alla fine tali effetti.”
Secondo Boicotta dall’Interno, “In Israele, sociologi ed economisti (ad esempio Yagil Levy e Shlomo Swirsky) hanno fatto notare ripetutamente che l’estrema militarizzazione di Israele – presumibilmente giustificata dal protrarsi del conflitto e perpetuata, il larga misura, dall’occupazione – ha svolto la funzione di distrarre l’attenzione pubblica, precorrendo la protesta pubblica contro, dal processo di neo-liberalizzazione incontrollata dell’economia israeliana fin dai primi anni ’90, con il conseguente aumento dei profitti per i molto ricchi e l’ulteriore depauperamento delle classi più povere.”
A detta del gruppo, “Noi riteniamo che la fine dell’occupazione e lo stabilirsi di accordi politici giusti e paritetici in Israele/Palestina siano pure nel nostro interesse in quanto israeliani.
“Chiediamo al mondo di intervenire non solo perché la brutalità e l’illegalità dell’occupazione in continua crescita lo giustificano, ma anche perché gli attuali livelli di indifferenza nella nostra società rendono necessario tale passo.”
A proposito di indifferenza, permettetemi di occuparmi dei titoli dei giornali della settimana scorsa che non sono stati mai insabbiati o che lo sono stati immediatamente, che riguardano le nove aggressioni di palestinesi compiute dai coloni: sette feriti, tre auto incendiate e graffiti con slogan in ebraico. Ancora, 200 alberi di ulivo sono stati sradicati, che portano il numero totale degli alberi divelti o danneggiati da mani ignote da gennaio a 8.200, senza contare i 450 alberi rimossi dalle autorità israeliane a Nahalin con la scusa che si trovavano su terra dello stato.
Senza prendere in considerazione anche gli arresti, le dispersioni di manifestazioni, i dimostranti feriti, le 313.000 persone in 113 comunità che non hanno alcun accesso all’acqua a causa delle diffide di costruzione israeliane, la demolizione della scuola di Beit Nuba e gli altri ordini di demolizione, lo sparare dell’IDF ai pescatori di Gaza e la confisca dei loro battelli, e il far fuoco su gente che si mantiene in vita raccogliendo pezzi di metallo a 500 metri dal muro che circonda la Striscia di Gaza, due sono stati i feriti.
(tradotto da mariano mingarelli)
http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&view=article&id=4095:il-torbido-mondo-della-qdelegittimazioneq-dello-shin-bet&catid=41:reportage&Itemid=81
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