Tuesday, 12 July 2011 09:00 Emma Mancini
Sbarco a Tel Aviv di nuovi immigrati ebrei entrati con l’organizzazione Nefesh B’nefesh
In arrivo in Palestina un’orda di ebrei americani e inglesi. È il piano dell’organizzazione sionista Nefesh B’nefesh che ha recentemente lanciato un piano per l’immigrazione in Israele di 2500 ebrei provenienti dal Nord America, dal Canada e dal Regno Unito.
I primi 245 nuovi coloni sono attesi per oggi all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, ha fatto sapere l’organizzazione israeliana. Ad attenderli al Terminal 1 ci sarà una cerimonia di benvenuto a cui parteciperà anche il ministro dell’Immigrazione , Sofa Landver, e il presidente dell’Agenzia Ebraica, Natan Sharansky. L’obiettivo del piano battezzato “Go North” è fare arrivare gli altri 2.250 entro l’estate e di dirottarli a Nord di Israele, nelle zone dove sono più numerosi i residenti palestinesi, nell’obiettivo di modificare i tassi demografici dell’area. Galilea e Golan, quindi, lasciando fuori le città miste di Haifa e Acco, dove la presenza israeliana pare sufficiente.
Nefesh B’nefesh, che da tempo incoraggia una simile immigrazione da America, Canada e Regno Unito, ha detto che coopererà con l’Agenzia Ebraica per Israele, il Ministero dell’Immigrazione e il Ministero per lo Sviluppo di Negev e Galilea per attuare il piano. Un piano il cui costo finale toccherà quota 10 milioni di dollari. Quest’estate l’organizzazione israeliana festeggia i dieci anni di attività e vorrebbe celebrare il decimo anniversario facendo entrare l’aliyah (ebreo immigrato in Israele) numero 30.000. “È una grande soddisfazione per noi vedere che sempre più ebrei dal Nord America decidono di divenire aliyah e di vivere nello Stato di Israele- ha detto Tony Gelbart, fondatore e presidente della Nefesh B’nefesh – Ognuno di loro dà un enorme contributo a Israele e lascia il segno”.
Nella homepage del sito dell’organizzazione si leggono gli strumenti che il piano “Go North” metterà sul tavolo: aiuti finanziari, esenzioni dalle tasse, assistenza nella ricerca di un lavoro, sussidi per i trasporti e abitazioni confortevoli al fine di spingere verso Israele un numero sempre maggiore di ebrei residenti all’estero.
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