Posted on 1 gennaio 2013

Gaza 1.1.2013 – La delegazione italiana della Freedom Flotilla sta per lasciare Gaza. Ieri è stata una giornata intensa, iniziata con la partecipazione alla manifestazione per i prigionieri palestinesi, tenutasi davanti la sede della Croce Rossa Internazionale.
Nella stessa mattinata, abbiamo incontrato il Direttore del Palestinian Center for Human Rights e la segreteria del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, che ha organizzato una cerimonia di saluto nel pomeriggio, dedicata alla delegazione italiana ed a quella egiziana. In serata, abbiamo festeggiato l’inizio del nuovo anno insieme ad una famiglia di compagni palestinesi. Con noi ha iniziato l’anno anche Rosa, che manda i suoi saluti a tutti i compagni e le compagne che seguono il suo inestimabile lavoro a fianco dei contadini e dei pescatori palestinesi.
Lasciamo Gaza a malincuore, ma con la certezza che questi giorni sono stati utilissimi per rafforzare il legame fra i movimenti italiani e la resistenza del popolo palestinese. Con la Palestina nel cuore, fino alla vittoria.
Freedom Flotila Italia
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INSIEME AI BAMBINI, AI CONTADINI ED AI PESCATORI DI GAZA
Posted on 31 dicembre 2012

GAZA 30.12.2012 – Questa mattina la delegazione è andata in visita all’associazione Ghassan Kanafani, che è un’importante riferimento come fornitore di servizi per bambini, dirigendo anche diversi asili all’interno della striscia.
Sono 2 gli asili che hanno accolto i nove italiani, che sono stati salutati con i canti e i sorrisi di tantissimi bambini festosi.
Nel dettaglio il primo asilo accoglie 360 bambini in due turni, divisi in 2 gruppi da 180 al mattino e il pomeriggio. Il secondo, posto all’estemo nord in prossimità del confine, accoglie un gruppo di 260 bambini al mattino e 190 al pomeriggio. i turni sono necessitati dall’impossibilità di accogliere tutti i bamibini contemporaneamente. Lo spazio non è sufficiente.
tutte le strutture dell’associazione Kanafani soffrono in maniera più grave di un altro stesso problema: la carenza di risorse finanziarie che non permette lo sviluppo dell’idea di fondo su cui si basa l’attività di questa realtà. è infatti attraverso l’educazione che si attua il tentativo di formare le giovani menti a una società democratica, dove la cittandinanza partecipa attivamente alla vita civile. Una generazione che possa contrastare l’ideologia religiosa che sta dilagando nella Striscia.

Le poche finanze sono causate sia dalla crisi economica generale, ma anche dalla scelta, determinata e consapevole, di non accettare offerte da parte di chi – associazioni, ong o governi – è complice dell’occupazione e non si schiera a favore dell’obiettivo della liberazione.
Nonostante i limiti logistici di spazio e di risorse economiche comunque i risultati, anche se lentamente, si riescono a percepire. è per questo motivo che è nata, in Italia, l’associazione Dima, dal nome di Dima Al Zahal, una bambina di Gaza vittima dell’aggressione Piombo Fuso. L’obiettivo della visita è stato anche quello, da parte degli esponenti italiani dell’associazione Dima, di confermare la volontà di continuare il lavoro per la realizzazione di un asilo per bambini a Khan Younis che porterà il nome di Vittorio Arrigoni.
Con entusiasmo si va avanti con questo progetto.
Dopo gli asili gli attivisti italiani sono andati a portare la solidarietà ai contadini nella buffer zone, quella parte di territorio al confine con israele, che è stata spesso devastata, compromessa, dalle incursioni dell’esercito sionista, sul quale Israele impone un controllo mantenuto anche con armi -causando morti- per impendire ai palestinesi di andare nella propria terra. Abbiamo trovato la determinazione di un contadino che già 4 volte ha riniziato l’attività dopo le distruzioni Israeliane.
Dopo aver mostrato i buchi nel terreno e i tubi di irrigazione con fori causati da colpi d’artiglieria, il contadino ha confermato che lui continuerà a coltivare, e se ancora necessario a ricostruire tutto, mai andrà via dalla sua terra.
Conclusa la visita nella buffer zone, la delegazione si è spostata al porto ad incontrare un’altra categoria dei resistenti palestinesi: i pescatori.
Zakaria, il Responsabile del comitato dei pescatori di Gaza City ci ha portato le cifre della categoria: dei 4000 pescatori di Gaza la metà si trova nella City. 25000 le persone che l’attività sussiste con l’ausilio di 1700 barche che devono contendersi gli scarsi 37Km quadrati che sono imposti dal controllo Israeliano. In 7 anni sono stati 7 i pescatori uccisi . Dopo l’ultima tregua 35 pescatori son stati arrestati, 4 pescherecci sequestrati e 4 distrutti. Anche se la tregua ha diminuito l’oppressione allargando da 3 miglia a 6 miglia il limite invalicabile dai pescherecci palestinesi, i pescatori rimangono nelle stesse difficoltà dato che solo dopo l’ottavo miglio inizia
il fondale roccioso che è la zona più ricca di pesci.
L’invito di Zakaria a salire su un battello per un giro nel mare di Gaza è iniziato issando la bandiera della Freedom Flottilla, mentre la nave salpava.
Il pranzo si è tenuto alla Union of Agricolture Work Committees, dove il General Manager Mohammed Al Bakri ha illustrato il lavoro del sindacato che vuole creare le condizioni per una resistenza palestinese, con le braccia dei pescatori e agricoltori e anche cercando sostegno politico nella solidarietà internazionale.
http://www.freedomflotilla.it/2012/12/31/insieme-ai-bambini-ai-contadini-ed-ai-pescatori-di-gaza/
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