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Israele blocca cooperante italiano a Gaza

Oggi cooperanti al Consolato d’Italia per discutere della questione di Luca Ricciardi, da 10 giorni chiuso nella Striscia. Una palese violazione dei suoi diritti.

adminSito

 venerdì 12 luglio 2013 15:08

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dalla redazione

Gerusalemme, 12 luglio 2013, Nena News – Questa mattina un gruppo di cooperanti italiani attivi in Palestina si è ritrovato al Consolato d’Italia a Gerusalemme per fare pressioni in merito alla questione di un cooperante dell’ong italiana Educaid, Luca Ricciardi, bloccato a Gaza da oltre 10 giorni.

Le autorità israeliane gli impediscono di uscire e la cooperazione italiana si è subito attivata. Dopo aver raccolto oltre trenta firme per chiedere al Consolato italiano di intervenire, oggi ha discusso del caso con il console italiano a Gerusalemme, Davide La Cecilia. Al termine dell’incontro, il console La Cecilia si è impegnato con i cooperanti ad attivarsi da subito per risolvere nel più breve tempo possibile la questione. Non è la prima volta che le autorità israeliane respingono un cooperante ma è sicuramente la prima volta che costringono un operatore umanitario a rimanere bloccato a Gaza.

La storia di Luca inizia a gennaio quando le autorità israeliane rifiutano la concessione del visto di lavoro. Luca ricorre immediatamente in appello contro la decisione e da febbraio è in attesa di una risposta da parte del Ministero degli Interni israeliano. Raggiunto telefonicamente, Luca racconta a Nena News: “È una situazione ai limiti dell’assurdo. Mi sono recato diverse volte presso il Ministero degli Interni per sollecitare una risposta al mio ricorso. Ogni volta mi dicevano di aspettare una loro notifica e mi è sempre stato garantito di poter stare nel Paese e lavorare al progetto di cui sono responsabile. Sono stato diverse volte a Gaza, dato che il progetto si divide tra la Cisgiordania e la Striscia”.

“L’ultimo ingresso risale al 2 luglio, accompagnato da una formatrice della Uisp-PeaceGames per due giorni di formazione agli educatori del Ludobus sull’importanza del gioco nell’educazione dei bambini – prosegue Luca – Una volta tornato al confine di Erez le autorità israeliane di frontiera mi hanno trattenuto per diverse ore per poi comunicarmi che il mio ingresso in Israele era stato rifiutato. Senza che mi fosse data alcune giustificazione, sono stato scortato da quattro guardie della sicurezza, con tanto di mitra, fuori dal terminal di Erez”.

Il Consolato Italiano, in contatto con l’avvocato di Luca, Emily Schaeffer, si sta muovendo perché Luca possa uscire dalla Striscia.Inizialmente le autorità israeliane hanno proposto un visto di 24-48 ore perché Luca potesse essere rimpatriato in Italia, soluzione che il diretto interessato ha immediatamente rifiutato: “Non posso accettare una simile soluzione. Significherebbe rinunciare totalmente ai miei diritti, sia come cittadino italiano sia come operatore umanitario, ed accettare una decisione arbitraria e priva di qualsiasi fondamento legale”.

Le autorità israeliane infatti hanno comunicato al Consolato che la decisione sul ricorso di Luca sarebbe stata presa lo scorso 16 giugno. Come fatto notare dall’avvocato Schaeffer, “non c’è stata nessuna notifica di tale decisione. Il Sig. Ricciardi non ha mai ricevuto nessuna telefonata da un rappresentante del Ministero degli Interni o di qualsiasi altro ufficiale governativo israeliano in cui si comunicasse tale decisione. Inoltre la notifica di rigetto del ricorso del Sig. Ricciardi sarebbe dovuta avvenire in maniera adeguata, il che significa via posta e non telefonicamente”. Nena News

 

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