Israele demolisce case e aule scolastiche in un villaggio della West Bank

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Asssociazione di Amicizia Italo-Palestinese, 18 Gennaio 2011

Guardian.co.uk

14.01.2011

Si insegna ai bambini all’aperto dopo che i bulldozer hanno ridotto in macerie gli edifici non autorizzati

In un paesaggio desolato ma bellissimo di pietrose colline ondulate, ieri ho visto un gruppo di scolari palestinesi prendere lezioni a cielo aperto accanto a un cumulo di macerie che, fino a questa settimana, era la loro aula.

Questo è il villaggio di Dkaika, nel punto più a sud della West Bank. E’ una comunità di circa 300 persone, senza elettricità o acqua corrente, che passano le giornate badando alle mandrie di capre e pecore e cercando di non attirare l’attenzione dei coloni ebrei che stanno lì vicino. 

Mercoledì scorso, verso le 7.30, un convoglio di veicoli militari e bulldozer è arrivato ad abbattere 16 case, un recinto per animali, un negozio e una delle aule della scuola di villaggio. Tutti erano soggetti ad ordini di demolizione, emessi perché le strutture erano state costruite senza permesso, quasi impossibile da ottenere qui per i palestinesi. Dkaika è in Area C, come lo è il 60% della Cisgiordania, ed è sotto il pieno controllo militare e civile israeliano.

In quel momento c’erano decine di bambini all’interno della scuola. I soldati hanno cercato di impedire ai tre insegnanti di entrare nell’edificio. Sulaima Najadah, 38 anni, che insegna inglese dal settembre scorso, mi ha detto di essersi introdotto di nascosto per rassicurare i bambini che piangevano.

“Ero in questa classe”, ha detto, indicando il mucchio di lamiere contorte e calcinacci. “I soldati ci hanno portato fuori con la forza.”

Gli insegnanti sono stati ammanettati e bendati di fronte agli alunni, prima che le ruspe iniziassero a muoversi. Una ragazza, Mariam Odeh, 13 anni, ha detto di aver avuto paura che l’aula sarebbe stata loro abbattuta sulla testa.

Nayfeh Ka’abneh, dodici anni, ha perso la casa così come l’aula. Quella notte ha dormito in una tenda. “Non è confortevole”, ha detto, timidamente torcendo il velo. “Vogliamo ricostruire la casa”.

In un’altra tenda, con un tappeto sopra al nudo terreno sassoso e un piccolo fuoco che brucia in un angolo, Fida Najada, 24 ani, ha detto di non avere soldi per ricostruire la casa. Suo marito, che pascola le mandrie lontano dal villaggio, non sapeva ancora che era stata demolita. In stato di gravidanza e con un bambino piccolo aggrappato alle gambe, Najada non ha idea di quanto tempo dovrà vivere in tenda.

Tra 50 e 60 persone sono rimaste senza casa a causa delle demolizioni di mercoledì, e vanno ad aggiungersi ai 478 – molti dei quali bambini – allontanati dalla loro abitazione in Area C nel corso del 2010, secondo i dati dell’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA). Nel 2009 erano stati 319.

I residenti avevano creduto gli ordini di demolizione fossero sospesi, mentre le autorità israeliane prendevano in considerazione un piano per regolarizzare il villaggio.

Non hanno negato che gli edifici fossero stati costruiti senza permesso. Le costruzioni palestinesi vengono approvate raramente in zona C, in contrasto con quanto avviene per le licenze per espandere gli insediamenti.

La zona è abitata dai palestinesi fin dall’epoca ottomana, ha riferito gente del posto. La popolazione crebbe quando famiglie si spostarono dal Negev oltre la Linea Verde, dopo la guerra del 1948.

Un portavoce dell’esercito israeliano mi ha dichiarato, ieri pomeriggio, che si sarebbe informato circa le demolizioni.  Aggiungerò qui sotto tutti i commenti dell’esercito quando arrivano.

Testo originale inglese in http://www.guardian.co.uk/world/view-from-jerusalem-with-harriet-sherwood/2011/jan/14/palestinian-territories-israel – tradotto da Barbara Gagliardi

http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&view=article&id=2478:israele-demolisce-case-e-scuole-a-dkaika&catid=25:dalla-palestina&Itemid=75

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