Come il virus di un computer – ha scritto Gideon Levy su Haaretz– Ehud Barak per 15 anni è penetrato nella sinistra di Israele ed ha cominciato a distruggerla dall’interno.
DI ILARIA DE BONIS
Gerusalemme, 20 gennaio 2011, Nena News – Sono ancora “sbalorditi”, si dicono “turbati”, ma anche risoluti a prender in mano le redini di quel che rimane del Labor dimezzato, gli otto deputati della Knesset ancora nel partito dopo l’addio del suo leader Ehud Barak. E in queste ore di attesa e di incertezza fanno mea culpa. “Entrare a far parte del governo (per il Labor ndr.) è stata la madre di tutti i peccati- dichiara ad Haaretz la deputata Shelly Yachimovich – E’ stato innaturale e ha forzato il partito a comportarsi in un modo contrario al proprio Dna”.
Ma gli 8 su 13 (quattro di loro hanno invece seguito Barak e fonderanno con lui il nuovo partito, Atzmaut), appaiono anche determinati a dare una svolta in senso positivo alla formazione che per troppo tempo, a sentir loro, ha dovuto assecondare appetiti e decisioni della destra.
A quattro giorni dalla decisione dell’uomo che ha spiazzato, spaccando i laburisti ed indebolendone la rappresentanza numerica alla Knesset, sentono di essersi liberati di una innaturale alleanza con Netanyahu e Lieberman. E parlano di “una chance”, dopo mesi di incomprensioni e di bagarre interne. Insomma, la dipartita di Barak appare a molti come l’occasione giusta e a lungo attesa di dare nuova spinta ad un’opposizione infiacchita. Bisogna “formare un’opposizione ideologica affilata come un rasoio, che possa riabilitare il Labor”, ha detto la Yachimovich.
“Oggi è un giorno positivo per il Labor – ha dichiarato Yithak Herzog, l’ex ministro laburista degli Affari sociali, che ha dato le dimissioni subito dopo ‘il tradimento’ di Barak – ci consente di rinnovare il partito e volgerlo ad un’azione sociale. Metterò assieme forze nuove e ringiovanite e lo trasformerò in una alternativa politica vera”.
Sta di fatto che i quattro ministri che hanno lasciato il governo verranno rimpiazzati presto da quattro membri della nuova formazione guidata da Barak. Sono Shalom Simhon che diventerà il nuovo Ministro delle Infrastrutture Nazionali al posto di Benjamin Ben-Eliezer, Matan Vilnai che riceverà la poltrona degli Affari delle Minoranze, rimpiazzando Avishay Braverman e Orit Noked, nominato ministro dell’agricoltura, incarico precedentemente ricoperto da Simhon. Per il momento Netanyahu assume anche il dicastero del Welfare.
Amir Peretz, uno dei quattro senior dche non hanno seguito il leader (gli altri tre sono Eitan Cabel, Raleb Majadele and Daniel Ben-Simon) ha dichiarato che “gli interessi di Barak hanno prevalso su quelli nazionali”.
Ma al di là dei buoni propositi e della forte determinazione a non lasciare andare il ruolo di opposizione politica, molti dubbi rimangono e il rischio concreto è che ora il governo del premier Benjamin Netanyahu, potendo contare su una maggioranza più esigua ma anche più stabile, si rafforzi su posizioni ancora più conservatrici e ultranazionaliste.
Al di là, dunque, dei necessari entusiasmi di chi non può mollare e deve mostrare risolutezza e volontà di recupero, rimane lo scetticismo e l’amarezza dei molti analisti che nell’azione di Barak, durata anni, vedono l’irrecuperabile fine di un centro sinistra e di un’opposizione oramai inesistenti: “come il virus di un computer – scrive profeticamente Gideon Levy su Haaretz– lui per 15 anni è penetrato nella sinistra di Israele ed ha cominciato a distruggerla dall’interno. (…) Ha ufficialmente trasformato Israele nel solo stato occidentale, senza considerare gli Usa, che non possiede un Labor party, un partito social-democratico o una formazione di sinistra. Tutti i paesi europei possiedono partiti del genere. La situazione ci irrita, – ora siamo più simili al terzo mondo – siamo uno Stato che ha circa un partito e mezzo. Quasi tutto quel che c’è in Israele è una destra ultra-nazionalista, composta di partiti che hanno vari nomi: Likud, Kadima, Shas, Yisrael Beiteinu, National Union e da ieri, Atzmaut si è aggiunto a loro”. Nena News
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