Israele legalizza avamposto in Cisgiordania

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FRIDAY, 09 MARCH 2012 07:58 ELENA VIOLA (ALTERNATIVE INFORMATION CENTER)

 

Shvut Rachel, il più grande e antico tra gli avamposti israeliani in Cisgiordania, è stato recentemente legalizzato dalle autorità israeliane. Una mossa ampliamente criticata da attivisti palestinesi e israeliani alla vigilia dell’incontro tra il premier israeliano Netanyahu e il presidente Usa Obama.

Shvut Rachel, dimora per 95 famiglie israeliane, è stato stabilito 21 anni fa su un’altura nel cuore della Cisgiordania – un’area che Israele dovrebbe evacuare qualora si costituisse uno Stato palestinese. I fondatori di Shvut Rachel si sono appropriati di terra palestinese senza possedere alcuna autorizzazione dalle autorità israeliane e contando invece “sul supporto di diversi ministeri statali, dell’esercito e dell’amministrazione pubblica,” come riporta BT’selem.

La gran maggioranza degli avamposti israeliani sono composti da poche famiglie o da giovani coloni che vivono all’interno di container mobili o rifugi temporanei. I fondi e il supporto garantiti dai donatori privati e dal governo israeliano attraverso i consigli regionali della Cisgiordania permettono loro di costruire le infrastrutture necessarie e, in alcuni casi, di trasformare gli avamposti in vere e proprie colonie.

A differenza delle colonie che sono autorizzate dal governo israeliano ma violano la legge internazionale, gli avamposti israeliani sono illegali perfino secondo la stessa legge israeliana poiché non sono stati pianificati dalle autorità designate.

Secondo ciò che riportano gli ufficiali statali e Yaakov Moshe, sindaco di Shvut Rachel, la scorsa settimana la commissione israeliana addetta alla pianificazione del territorio ha legalizzato retroattivamente 115 appartamenti che erano già, o in procinto di, essere costruiti nell’avamposto.

Gli attivisti di Peace Now al momento stanno spingendo affinché questa mozione, che rovescerebbe la politica ufficiale israeliana secondo cui non si può trasformare un avamposto in colonia, sia sottoposta alle dovute investigazioni. Il Ministro della Difesa ha replicato alle accuse sollevatagli dicendo all’agenzia AP che, “Shvut Rachel non è un avamposto isolato bensì parte del circondario della colonia di Shilo.”

Le due colonie di Shvut Rachel e Shilo si trovano ad un chilometro l’una dell’altra e tale vicinanza rientra nell’abile strategia dei coloni di posizionare gli avamposti accanto alle colonie riconosciute. Ciò che emerge dalle parole del Ministro della Difesa è la abusata politica adottata da Israele secondo cui gli avamposti sono un utile mezzo per accrescere l’espansione delle colonie. Gli avamposti vengono autorizzati e si fondono con le colonie attigue pre-esistenti, e le autorità affermano che nessuna nuova colonia è stata creata.

Questo subdolo modo di operare è illegale secondo la legge internazionale ma è pure in contrasto con il resoconto commissionato dal governo israeliano nel 2005 che classifica Shvut Rachel come avamposto – non come ‘parte del circondario di Shilo’ – e con la promessa di smantellare tale avamposto fatta in quello stesso anno dall’allora Primo Ministro israeliano Ariel Sharon.

Lunedì Netanyahu e Obama si sono incontrati per discutere diverse questioni. La ripresa dei negoziati di pace tra Israele e Palestina e l’eliminazione degli avamposti, come primo passo verso la riconciliazione, sono un punto cruciale.

Mentre membri del governo affermano che Israele ha provato in passato che può smantellare le colonie se vuole (es. nel Sinai e nella Striscia di Gaza), è molto difficile credere in una completa ritirata di Israele dalla Cisgiordania vista la intensa attività di edificazione di nuove colonie.

Il portavoce palestinese Ghassan Khatib dice che l’idea di uno stato palestinese al fianco di quello israeliano sta diventando “praticamente impossibile” a causa del crescente numero di colonie e dei 500000 coloni già insediatasi in 130 colonie e in un centinaio di avamposti illegali sparsi lungo il territorio palestinese.

Hagit Ofran, rappresentante del progetto di monitoraggio delle colonie promosso da Peace Now, ribadisce come le azioni compiute dal governo israeliano inviino un chiaro messaggio: “Costruisci pure illegalmente quanto ti pare… e il governo d’Israele darà la sua approvazione in un secondo momento.”

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